29 Marzo 2016

EDITORIALE – Con il sangue agli occhi

Il consueto editoriale del lunedì eccezionalmente spostato al martedì in questa settimana post Pasqua. Dopo una rapida occhiata al calendario che attende l'Inter, alla posizione in classifica e a quanto fatto fin qui, la richiesta a Mancini e ai giocatori è una sola: crederci fino in fondo e dare tutto da qui fino al triplice fischio del 15 maggio

Ed eccoci di nuovo qui, durante l’ennesima pausa per le Nazionali (ormai quasi conclusa) che sta trainando la stagione verso gli Europei. Un’ottima occasione che i più stanno sfruttando per imbracciare la calcolatrice, fare due conti veloci e, con appena otto partite di campionato rimaste, capire fin dove si può arrivare. Il calendario non è semplicissimo, non certo impossibile ma nemmeno così agevole e l’obiettivo sembra essere il terzo posto – ancora lui! – almeno finché non sarà matematicamente irraggiungibile.

L’Inter si trova nella strana situazione, inusuale negli ultimi anni, di poter correre fino alla fine per un obiettivo importante, che aiuterebbe non solo l’esito sportivo complessivo dell’annata ma anche le casse del club. Oltre ai casi suoi, inoltre, la Beneamata potrebbe dire la sua anche sull’assegnazione dello scudetto, seppur in maniera indiretta: il Napoli dovrà visitare il Meazza tra poco più di due settimane e tanto dei destini nerazzurri come di quelli partenopei passerà da quella sfida.

Tuttavia, al di là degli ovvi sogni relativamente a quella che può essere la posizione finale in campionato, quel che davvero interessa la gran parte dei tifosi dell’Inter è la speranza di poter vedere nelle ultime otto uscite dei loro beniamini una voglia di giocare a calcio travolgente e la grinta di inizio anno (le quali sarebbero anche una base fondamentale per il lavoro della prossima stagione, a volerla dir tutta). Più ancora dei risultati, più ancora del bel gioco – in questo preciso momento storico – il tifoso del Biscione chiede alla squadra soprattutto di confermare quanto visto a marzo e di spendere fino all’ultima stilla di sudore sul campo per lottare per la vittoria. In poche parole, quel che si chiede al Mancio e ai giocatori è di non rendersi più protagonisti di partite aberranti come le due sfide interne con Sassuolo e Carpi o come la trasferta senza senso allo Stadium, probabilmente i tre punti più bassi dell’annata. Quel che si vuole vedere da qui fino alla fine è, per farla semplice, l’atteggiamento giusto.

Che poi, a voler guardare tutta l’attuale stagione in modo complessivo, è mancato in maniera sistematica solo per un paio di mesi scarso e tuttavia quella pausa è stata fatale, quanto meno per il sogno scudetto. Però è in quella tendenza a scendere in campo con il sangue agli occhi – per citare una figura enorme dello sport milanese come Dan Peterson – che l’Inter ha costruito i presupposti per la buona stagione di cui è stata protagonista fin qui così come l’atteggiamento battagliero è anche, molto probabilmente, l’eredità più interessante che il club può provare a portare con sé anche l’anno prossimo.

Da agosto a oggi, media e tifosi hanno spesso chiesto più o meno qualunque cosa al Biscione: dai risultati al bel gioco passando per la crescita dei giovani in rosa e il recupero di quegli elementi che sembravano traballare a tratti; ora è il momento di chiedere a Mancini di tirare nuovamente (e definitivamente) fuori la grinta dei suoi ragazzi per prepararli a una fine d’anno che possa rendere orgogliosi tutti i sostenitori nerazzurri. Se non per i risultati, perlomeno per la voglia.

È chiedere troppo?