22 Dicembre 2015

EDITORIALE – Guerriglia nello spogliatoio

Uno spogliatoio esploso, Jovetić e Ljajić sull’orlo di una crisi di nervi nonché pronti a guidare la rivolta contro l’allenatore tiranno e incompetente, Melo e Icardi a un passo dall’accoltellarsi, Mancini che tutto a un tratto non più in grado di gestire il gruppo e i suoi umori, cene di Natale a profusione che hanno […]

Uno spogliatoio esploso, Jovetić e Ljajić sull’orlo di una crisi di nervi nonché pronti a guidare la rivolta contro l’allenatore tiranno e incompetente, Melo e Icardi a un passo dall’accoltellarsi, Mancini che tutto a un tratto non più in grado di gestire il gruppo e i suoi umori, cene di Natale a profusione che hanno fatto malissimo alla concentrazione di squadra e che quindi sono la causa diretta della sconfitta contro la Lazio. A leggere i quotidiani sportivi (o le loro versioni online) è questo il ritratto attuale dell’Inter.

Tutto nel nome del “dovere di cronaca” o addirittura della “verità”, peccato che poi a leggere il resoconto de La Gazzetta dello Sport e, in particolare, il paragrafo della discordia che narra degli sconvolgimenti tellurici nel vestibolo interista, si scopra che questo è infarcito di condizionali, forme verbali che – citando dalla Treccani – indicano «il desiderio o la possibilità che un fatto si compia in dipendenza dell’avveramento di certe condizioni». Intendiamoci, la base della notizia è certamente vera; a caldo, dopo una sconfitta simile, può benissimo capitare che gli animi siano un po’ accesi e che si discuta animatamente. Da qui a immaginare uno Jojo novello Che Guevara pronto a guidare l’insurrezione dei calciatori vilipesi contro il tirannico Imperatore dello Spogliatoio, lo spietato Lord Mancio, ce ne passa.

Non fosse altro che per la pioggia di smentite seguite alle rivelazioni della Rosea (tra le quali val la pena segnalare quella ufficiale della società e quella di Mancini), lo scenario dipinto a tinte foschissime di un clima velenoso, pronto all’esplosione direttamente conseguente agli umori sotterranei e animato da calciatori col coltello tra i denti mai così vicini alla rissa generale (per tacere di un inedito Guarín pronto a dispensare pace e misericordia come un predicatore il giorno della Vigilia di Natale) non è altro che un’esagerazione piuttosto teatrale di un episodio realmente accaduto ma ingigantito da chi l’ha riportato. Punto e fine, non sono ammissibili altre discussioni su questo anche perché c’è appunto il comunicato societario ufficiale che spiega molto serenamente come sono andate le cose.

Mancini

Quel che ha dato ancor più fastidio alla tifoseria, al di là della narrazione dell’episodio in sé che non sarà né il primo né l’ultimo spiffero dallo spogliatoio, è stata l’immediata reazione a catena del popolare quotidiano rosa (pur nella sua versione web) che, come sempre accade quando si verificano casi del genere e a prescindere dal club in cui si verificano, ha rispolverato tutta la serie di episodi più o meno simili capitati in passato a Mancini e ha cavalcato l’onda con approfondimenti tesi a indagare ulteriormente la situazione del Biscione (come questo sulla fine d’anno non troppo edificante di Felipe Melo e quest’altro che si chiede se l’atmosfera natalizia un po’ rilassata non abbia danneggiato le dinamiche del gruppo, portandolo a un intorpidimento che ha avuto esiti deleteri contro la Lazio). A concludere la faccenda, infine, c’è stato il tweet di Luca Taidelli – uno dei due firmatari dell’articolo contestato – che, com’è ovvio, ha difeso il suo lavoro e ha stuzzicato ulteriormente gli animi dei tifosi nerazzurri, già inaciditi dalle premesse che abbiamo visto.

Certo è che l’ambiente nerazzurro in senso lato (cioè tanto i tifosi quanto la società) ha reagito con veemenza alle rivelazioni de La Gazza e ha quindi gettato la maschera, denunciando contemporaneamente tutta la sua delusione per una sconfitta inattesa dopo aver fatto la bocca sulla possibilità di concludere in testa il girone d’andata ma anche la sua compatta voglia di nuova grandeur. Se questa poco simpatica controversia tra tifo e media ha avuto un merito è proprio questo: resuscitare del tutto l’orgoglio sopito di una tribù calcistica che, negli ultimi anni, ha dovuto sopportare prove di pazienza non sempre facilissime. Inoltre, se l’accaduto ha scatenato questo tipo di reazione tra i tifosi, è lecito sperare che abbia anche punto sul vivo i calciatori della Beneamata (specialmente quelli finiti nell’occhio del ciclone) ed è quindi quasi un peccato che si debba aspettare parecchio prima di tornare a vedere il campo perché, se i giocatori volessero non solo riscattare la brutta gara fatta con la Lazio ma anche rispondere alle critiche  giornalistiche, si può star certi che lo farebbero con più forza possibile e con lo sprone aggiuntivo di voler mostrare a tutti che il gruppo è coeso e desideroso di fare il meglio possibile.

Un segnale che di forza del gruppo lo ha peraltro dato Jovetić stesso prima ancora che uscisse quanto è stato poi scritto sullo spogliatoio, che ha scelto di dare un segnale di distensione post ko unito a un pizzico di rammarico (in quel «Sarebbe stato meglio chiudere con una vittoria» c’è probabilmente anche il rimpianto per la non buona prestazione personale oltre che quello per il risultato). Ancora di più, il suo tweet di ieri dava una sensazione di sguardo rivolto al futuro (grazie all’immagine di spalle) e, allo stesso tempo, ribadiva che il presente dice che l’Inter è ancora prima in classifica, come se volesse ricordarlo a tutti, un po’ per calmare gli animi esacerbati dall’inciampo con la Lazio, un po’ per sottolineare che lui resta orgoglioso di quanto fatto fin qui – e quindi dovrebbero esserlo anche i tifosi.

Ma, probabilmente, il gesto più di classe del cinguettio di Jojo, molto appropriato per un numero 10, è l’augurio ecumenico di buone feste, che – alla fine di tutto – anche noi ci sentiamo di sottoscrivere al 100%.