12 Ottobre 2015

EDITORIALE – Voglio vedervi sputare sangue

L'abituale editoriale del lunedì sera. Verso Inter-Juventus parliamo di attributi, di coraggio, di spirito di sacrificio e di duro lavoro; l'ingrediente comune a tutti questi aspetti? Il saper sputare sangue in campo, come diceva il mitico coach Dan Peterson

Il grande Dan Peterson, storica figura del basket italiano nonostante sia americanissimo, soleva motivare i suoi giocatori chiedendogli insistentemente di “sputare sangue” sul parquet, come a dire che il risultato contasse quasi meno dell’impegno profuso per raggiungerlo (in realtà credendo fermamente che il solo talento non bastasse per vincere ma ci volesse anche il duro lavoro, vero obiettivo del coach statunitense ex Olimpia Milano).

Questa sorta di slogan a firma Peterson (celeberrimo per le sue massime e non solo in ambito sportivo) deve essere l’imperativo categorico che guiderà l’Inter in questa settimana di preparazione alla sfida contro la Juventus: più ancora che il risultato, forse, conterà infatti che la squadra metta in campo – possibilmente in maniera più assennata – la stessa cattiveria adoperata nell’ultima mezz’ora a Genova per pareggiare contro la Sampdoria. La conferma “temperamentale”, più ancora che tecnica, è infatti d’importanza capitale perché il Biscione rialzi definitivamente la testa dopo la batosta subita contro la Fiorentina.

Il concetto, alla fine, è lo stesso che Mancini esprimeva lo scorso anno (curiosamente in occasione della conferenza stampa legata alla stessa partita), quando invocava l’arrivo in rosa di giocatore dotati di spessore (e attributi) in grado di trainare i compagni agli obiettivi, tanto a breve quanto a lungo termine. Nonostante l’ottimo avvio di stagione in Serie A, comunque, la sensazione che ci hanno lasciato le prime giornate è che – a parte alcune perplessità tattiche di cui abbiamo già parlato svariate volte, non ultima la settimana scorsal’Inter fatichi ancora a entrare nella mentalità di spendere fino all’ultima goccia di sudore sul campo.

Certo, andando a valutare i singoli giocatori si possono trovare alcune eccezioni, tra le quali risplendono particolarmente Medel e Felipe Melo, ma è altrettanto vero che nessuno dei due mastini del centrocampo nerazzurro abbia finora saputo trasmettere la propria furia agonistica ai compagni di squadra (pensando in particolare a Guarín viene anche il dubbio che gli stessi compagni di reparto non riescano a condividere davvero gli stessi occhi della tigre del cileno e del brasiliano, il quale – per inciso – contro i blucerchiati non è stato intenso come nelle altre gare). La situazione è quindi in equilibrio tra la carenza di personalità denunciata già gli scorsi anni e uno sviluppo in corso perché la rosa finalmente cresca a livello di convinzione e ferocia agonistica, diventando un insieme di guerrieri. E nessuna partita come quella contro la Juventus in casa sarà mai teatro migliore per un ulteriore e fondamentale passo verso il raggiungimento di una voglia di sacrificarsi indispensabile a qualsiasi grande squadra.

In definitiva, per una crescita sana e uno sviluppo completo di quest’Inter manciniana 2.0, più ancora del risultato conterà la voglia di far bene ma soprattutto l’impegno che gli undici scelti dal mister (più eventuali cambi) metteranno in campo contro i bianconeri. Utilizzando una formula che non passerà mai di moda, più che giocatori ci auguriamo di vedere dei leoni, pronti a combattere fino all’ultimo respiro, fino al punto di sputare sangue (sportivamente ovviamente, dovrebbe essere superfluo dirlo). Se quest’obiettivo dovesse venire raggiunto, allora potremmo stare davvero assistendo alla nascita di una mentalità di squadra di alto livello che nella Milano nerazzurro manca da veramente troppo tempo. Mancano ormai poco tempo, attendiamo fiduciosi.

PS: È chiaro che se poi si dovesse anche vincere 4-0 sarebbe fantastico…