11 Luglio 2016

EDITORIALE – La cupidigia di Wanda

L'editoriale del lunedì, oggi incentrato sulla folle uscita di Wanda Nara e di tutto il marasma scatenatosi immediatamente dopo. Tra la nostalgia per il calcio giocato e la cupidigia della señorita argentina, la situazione attuale presenta troppe domande e nessuna risposta

Se ne sentiva proprio il bisogno. Una polemica estiva con protagonista il capitano dell’Inter (nonché asset più pregiato nonché uomo simbolo nonché uno dei migliori giocatori in rosa in assoluto) a metà luglio, col ritiro iniziato da pochissimo mancava alle coronarie dei tifosi nerazzurri come agli abitanti di Genova della seconda metà del ‘300 mancava la peste, probabilmente.

Un siparietto che oscilla tra l’insopportabile e il disgustoso, scatenato via Twitter prima e a mezzo stampa poi da Wanda Nara, moglie-procuratrice di Mauro Icardi. Cosa non si farebbe per qualche euro in più. Qualche euro in più per un giocatore che, tra l’altro, già percepisce circa tre milioni e mezzo all’anno e che ha chiuso una stagione buona, decisamente buona, ma nemmeno ultraterrena. Certo, i compagni non hanno aiutato troppo il centravanti nerazzurro a migliorare il record dell’anno precedente ma resta un fatto che il buon Maurito abbia fatto meno gol rispetto al 2014/2015 e, dunque, non si può nemmeno parlare di una valutazione particolarmente più ricca (e no, cara Wanda, un anno fa tuo marito valeva già ben più dei venti milioni di cui tu vaneggi).

In tutto ciò, manca ancora la voce dello stesso Icardi, che per ora non ha proferito verbo alcuno relativamente a questa vicenda. Ha invece parlato dell’increscioso accaduto Piero Ausilio, che ha cercato di riportare gli eventi su un piano più rilassato, liquidando le richieste della signora Nara in López in Icardi come un errore più che altro di comunicazione, senza cassare pubblicamente le pretese della consorte del capitano del Biscione. Se poi, usando un’espressione da giovini dell’internet, Ausilio abbia reagito pubblicamente ostentando un’espressione da LOL quando – in realtà – era furioso non è dato sapere. Per ora il DS nerazzurro è stata la sola voce ufficiale della società a commentare le richieste via social di Wandita e, per adesso, come posizione del club è stata anche decisamente morbida nonché volta a cercare una soluzione pacifica tra le parti.

In realtà, l’Inter farebbe forse meglio ad alzare un pelo i toni, magari insistendo più sui modi che non sulla sostanza delle pretese per non creare una spaccatura insanabile, ma certamente è nel diritto della Beneamata riprendere la twittatrice folle-procuratrice argentina (anche pubblicamente) perché – lo diciamo chiaro e tondo – Wanda Nara l’ha fatta fuori dal vaso. Da qualunque lato la si guardi.

Se davvero ha intenzione di indurre il Biscione a vendere il marito allora si può legittimamente supporre che né il PSG né l’Atlético Madrid possano essere particolarmente entusiasti di quanto apparso su Twitter: se davvero queste due società avessero già una qualche forma di accordo con Icardi e consorte non gradirebbero certamente che Wanda si sia spesa il loro nome pubblicamente (per quanto indirettamente) e si troverebbero in una posizione complessa nelle trattative. Viceversa, se l’obiettivo della señorita Nara è un ritocchino all’insù del gruzzolo mensile che spetta al suo Mauro non riusciamo seriamente a pensare a una strategia più fallimentare di questa.

È chiaro che la non troppo pudica ex modella da rivista patinata intendesse accattivarsi le simpatie del pubblico nerazzurro e provocare una sorta di movimento d’opinione telematico in grado – magari – di influenzare la dirigenza dell’Inter: peccato però che non sussistano le condizioni necessarie. Un po’ perché il pubblico interista non è reduce da anni talmente belli da essersi affezionato tanto a nessuno dei giocatori, un po’ perché stiamo comunque parlando di una tifoseria che non scese in piazza per difendere Ronaldo (Ronaldo!), figuriamoci Icardi.

Certo, resta pure sempre l’ipotesi che il club sulle tracce del puntero nerazzurro non sia uno dei sopracitati e allora sì che l’ex signora López avrebbe ancora spazio di manovra ma – a oggi – non sembra esserci nessuna pretendente concreta alla “mano” del numero 9 della Beneamata. Inoltre si sa come Icardi e consorte si trovino bene a Milano quanto un topo nel formaggio, non abbiano alcuna voglia di cambiare città e dunque tutto questo sarebbe sostanzialmente una boutade per avere più soldi (il che ci riporta al punto di partenza).

Del resto, le conseguenze spiacevoli di un eventuale fallimento di tutta quest’operazione mediatica le pagherebbe il centravanti e non certo la sua compagna di vita: sarebbe Maurito a ritrovarsi senza fascia, sarebbe Maurito a rischiare la panchina in eterno, sarebbe Maurito a ritrovarsi magari fuori rosa mentre il resto della squadra è in trasferta, sarebbe Maurito a finire subissato di fischi (dei suoi stessi tifosi) non appena tocca un pallone.

Ora aspettiamo solamente che sia proprio Mauro Icardi in persona a parlare ufficialmente della cosa per prendere una posizione netta, visto che in tutto il marasma provocato dalla moglie ancora non si è capito cosa pensi effettivamente lui (che poi sarebbe anche il diretto interessato).  Allo stesso modo, si attende che esca un commento ufficiale della società da cui si possa intuire che linea intende adottare l’Inter col suo capitano, ché la situazione complessiva resta spinosa e in qualche modo va risolta. Il gigantesco paradosso che s’è creato è troppo grave per poter pensare di rimanere semplicemente in silenzio, la congiuntura richiede una “versione ufficiale”, è evidente. In un mondo perfetto la rimozione della fascia sarebbe il provvedimento minimo ma bisogna vedere se la linea “gentile” promossa da Ausilio avrà la meglio oppure no.

La sensazione è che il rapporto tra i tifosi e il buon Maurito sia già bello che incrinato, va ancora capito se si può dire anche della società. Certamente tutto questo caos era l’ultima cosa che serviva all’Inter, a Mancini, ai tifosi e a Icardi stesso (una simile gestione della propria immagine, ancorché perpetrata dalla sua stessa moglie, non è un buon biglietto da visita presso nessun club calcistico al mondo. Mai e in nessun caso).

Si spera solo che nessuno abbia a pentirsene.