18 Giugno 2018

EDITORIALE – La quiete prima della tempesta

Dopo una breve pausa, ritorna finalmente il consueto editoriale del lunedì sera per tutti voi, affezionatissimi. Poco è chiaro del futuro se non che sta per succedere qualcosa di eclatante. O, perlomeno, tutti i segnali indicano questo

Posto che chi ha una gravissima forma di dipendenza da Inter trova di che alimentare la sua atroce malattia anche in un periodo del genere, al momento sia i tifosi sia i media sono tendenzialmente più attratti dal rollìo del pallone su verdi prati russi che non dalle voci di mercato e affini che, al momento, stanno circolando relativamente all’Internazionale Football Club.

Persino i processi dovuti al fatto che l’Inter sia ancora sotto la lente della UEFA sembrano un po’ essersi esauriti (anche perché i dati nella loro totalità non si possono avere e, stante la situazione, si può semplicemente formulare ipotesi più o meno sensate che si cerca di valutare in base alle probabilità. In poche parole: nessuno ha certezze, si può solo andar dietro a chi mastica determinati argomenti e cerca di ricostruire la situazione facendo ipotesi credibili).

Anche star dietro agli interisti che stanno giocando i Mondiali non è un giochino particolarmente divertente: prima di tutto perché sono abbastanza pochi, inoltre non è molto chiaro quali di questi potrebbero essere nerazzurri anche al termine della kermesse iridata. Non dimentichiamo che molto probabilmente la società milanese dovrà cedere, tra l’altro, dunque qualche uscita ce la si deve attendere. Magari proprio di chi fa il prezioso e gioca un po’ con i media sul dubbio di una sua eventuale permanenza in squadra nonostante la Champions League. Magari.

Il punto è che il “cessate le ostilità” che sembra essere in vigore al momento relativamente alle interiste cose non durerà per sempre, anzi. Siamo proprio di fronte alla definizione stessa di “quiete prima della tempesta”, se mai ve ne fu una, semplicemente perché l’elemento catalizzatore, una volta ogni quattro anni, per un mese, non è San Siro né Appiano Gentile.

Tuttavia la sensazione è che, mai come negli ultimi anni, questa volta la “distrazione” Mondiale consenta di montare del tutto indisturbato a qualcosa di enorme che ovviamente esploderà al momento opportuno. Cosa, in effetti, non si sa ancora ma è avvertibile a pelle. La cessione di Icardi? Un acquisto roboante? Una novità grossa in società? Chissà.