10 Novembre 2018

Atalanta-Inter molto più di un ‘derby’: intrecci dentro e fuori dal campo

Il derby lombardo tra interessi commerciali, trasferimenti da capogiro e le parole al veleno di Gasperini

È di nuovo aria di derby, Atalanta-Inter è il match che la maggior parte dei tifosi nerazzurri poco sente, altra storia rispetto a quello della Madonnina, da farti esplodere di gioia dopo un gol al 92esimo come mai in nessun’altra partita. L’altro derby lombardo è questo, dagli stessi colori che campeggiano verticalmente su quelle maglie rappresentati due società lontane anni luce per ambizioni e palmares, ma mai così vicine a livello societario. Già, perché con l’avvento dei cinesi (veri) nella Milano nerazzurra, mai si era registrato un avvicinamento così evidente tra le due proprietà: affari di campo, parole e incontri di un qualcosa che si sta smuovendo anche al di fuori, che forse a noi tifosi toccherà poco, ma molto importante per il quieto vivere di due società che vogliono espandere i loro interessi oltre il proprio Continente.

Da una parte la famiglia Percassi, dall’altra la dinastia Zhang. E il tutto ha avuto inizio con l’acquisto di Roberto Gagliardini: sforzo economicamente importante per l’Inter che riuscì, nel gennaio 2017, a portare alla corte dell’allora mister Stefano Pioli uno dei giovani più promettenti del panorama calcistico italiano. Quasi trenta milioni di euro per un ragazzo che, dopo un anno e mezzo di Inter, deve ancora dimostrare il proprio reale valore, tra una partenza eccellente, un calo inaspettato, la crescita professionale con il compagno di reparto Brozovic fino ad arrivare ai giorni nostri con la fatica nel guadagnarsi un posto da titolare in squadra.

L’Atalanta si è sempre contraddistinta in questi anni per lo sviluppo e la valorizzazione di giovani talenti, italiani e non, ed è proprio per questo motivo che le due squadre hanno collaborato anche nel mercato appena passato: Marconi e Bettella in terra bergamasca, Bastoni (segnato a bilancio per ben 31 milioni di euro) con percorso inverso. Ma anche l’Inter è sempre molto attenta alle opportunità che il mercato concede e chissà che, visti gli appurati ottimi rapporti tra la due proprietà, non possano prender il via ulteriori trattative: Barrow rimane il nome più in evidenzia sul taccuino di Piero Ausilio, punta classe ’98. In attacco chi potrebbe prendere il ruolo come vice Icardi però è Zapata, più pronto rispetto al gambiano. E poi Freuler, de Roon e i giovani difensori Mancini, Gosens e Hateboer. All’Atalanta invece potrebbero finirci quei giocatori che per una serie di motivi poco riescono a mettersi in evidenzia in una squadra importante come l’Inter, regalando la suggestione ai tifosi bergamaschi di ritrovarsi un Gabigol o Karamoh di turno, parcheggiati in Italia anziché rispedirli in prestito in campionati meno blasonati.

In Atalanta-Inter c’è anche astio e odio, passaggi di giocatori che non hanno lasciato il segno (vedi Schelotto) e personaggi, uno su tutti, che non le manda di certo a dire: Gian Piero Gasperini. Allenatore preparato, arriva all’Inter nel momento migliore della sua carriera ma nel momento peggiore della storia recente nerazzurra, ritrovandosi una squadra appagata, in preda ad un’imminente ed inevitabile rivoluzione e poco preparata al cambiamento: i giocatori mal digeriscono le sue ideologie e la difesa a tre rimarrà un lavoro incompiuto. Poche settimane di lavoro, tante sconfitte (tra cui quella di Novara e in casa contro il Trabzonspor in Champions) gli costano la panchina.

Un derby con tanti intrecci, storie amare e dolci di una storia che continuerà a scriversi dentro e fuori dal campo.

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