1 Dicembre 2015

FOCUS – La dimensione dell’Inter

Settimana scorsa ci eravamo lasciati con una domanda, e oggi ci ritroviamo per dare una risposta. Alla vigilia di Napoli-Inter, ci chiedevamo quale fosse la dimensione di questa Inter, convenendo sul fatto che la gara del San Paolo avrebbe dato un responso importante. Oggi, all’indomani del big match, vinto per 2-1 dai padroni di casa, […]
squalifica curva nord

Settimana scorsa ci eravamo lasciati con una domanda, e oggi ci ritroviamo per dare una risposta. Alla vigilia di Napoli-Inter, ci chiedevamo quale fosse la dimensione di questa Inter, convenendo sul fatto che la gara del San Paolo avrebbe dato un responso importante. Oggi, all’indomani del big match, vinto per 2-1 dai padroni di casa, non abbiamo ancora una risposta nitida e netta, ma possiamo provare a decifrare diversi segnali.

La gara

Incassare un gol al primo minuto di gioco, nella bolgia del San Paolo, con l’aria d’alta quota che si respira in sfide di vertice, è una mazzata sulle ginocchia non indifferente: la rete di Gonzalo Higuain (solita slide da proiettare in loop nelle scuole calcio per istruire i centravanti) ha inevitabilmente cambiato la partita, così come l’ha cambiata ulteriormente l’espulsione di Yuto Nagatomo per doppia ammonizione. Dire che l’Inter ha giocato la propria gara costantemente in salita è un eufemismo, ma questa non è la giustificazione ad hoc per la sconfitta, bensì lo spunto dal quale trarre la prima conclusione della nostra riflessione: qualunque sia la condizione impervia a cui i nerazzurri devono far fronte durante i 90′ minuti, che si tratti di dover difendere un vantaggio risicato, di giocare una partita di sacrificio, di cercare disperatamente il gol decisivo o di combattere in inferiorità numerica, la squadra è in grado di tirar fuori il carattere e portarsi a casa il bottino. Questa perseveranza permette di strappare i tre punti a Carpi o di castigare una Roma lanciatissima, in questo caso di mettere sotto la squadra più in forma del Campionato in dieci uomini. I due pali nel tempo di recupero testimoniano che, nonostante se ne dica di ogni, eventuali forze mistiche non sono schierate a priori dalla parte dell’Inter e che il caso può essere crudele, ma la reazione dell’Inter dopo il gol di Ljajic (perla assoluta) è l’ennesima prova di carattere, di “huevos”, come direbbero Medel e Murillo. Questa naturale propensione dev’essere stimolata da Mancini soprattutto in questo momento, rispolverando le qualità del miglior Mourinho. Il Mancio è un buono psicologo e dovrà lavorare anche in questo senso.

Il campo

Particolare attenzione per il campo, anche in una gara atipica: il 4-3-3 disegnato da Mancini, evidente 4-5-1 in fase di non possesso, ha dovuto convivere con la necessità di giocare una partita con un gol di svantaggio. Dopo un primo tempo deludente, la sostituzione di Icardi (assente anche nell’altra grande gara di sacrificio della stagione, quella contro la Roma), dettata dall’inferiorità numerica, ha riordinato la squadra e rimosso dal campo un elemento totalmente inattivo e quasi inutile in certe circostanze. In questo contesto, dove un “nove” purissimo come Maurito non trova terreno fertile, hanno preso in mano le redini del gioco Adem Ljajic e Marcelo Brozovic, trascinatori assoluti del secondo tempo. Ottimo anche Telles, puntuale in chiusura e martellante in fase offensiva. Tre uomini chiave della tentata rimonta, la cui presenza segnala una tendenza importante: nell’Inter sta finalmente emergendo il talento rispetto alla sola forza fisica. Bilanciare le componenti è un passaggio obbligato per una squadra competitiva.

L’avversario

Il sistema Napoli ormai è collaudato: Sarri schiera il proprio undici tipo, orchestrato secondo tutti i suoi migliori accorgimenti tattici, e lascia fiorire il talento dei suoi uomini in quel contesto, uno su tutti, Gonzalo Higuain. El Pipita ha trasformato in oro due nitide palle gol, e questa è la differenza tra un’ottima squadra e un’ottima squadra con un fenomeno in attacco. Higuain è in grado di portare palla e crearsi i varchi, di contribuire alla manovra offensiva senza lasciare punti di riferimento, ma soprattutto è in grado di timbrare il cartellino con frequenza mostruosa, più di chiunque in Italia. Chiaramente, questo è un valore aggiunto sia nell’arco della singola sfida che nell’arco di un’intera stagione. Alla luce di ciò, il Napoli parte favorito per la vittoria finale del titolo, almeno stando alle indicazioni attuali.

Alla luce di tutto ciò, qual è la dimensione attuale dell‘Inter? E’ appena iniziato dicembre e non è prematuro affermarlo, nonostante le prime incertezze: questa è una squadra con i mezzi per potersela giocare fino alla fine. Il Napoli al momento ha qualcosa in più e l’impressione è che, al netto di outsider come la Juventus, le due sfidanti della scorsa serata si daranno battaglia per tutta la lunghezza del Campionato.