6 Agosto 2017

Focus – L’uomo di ghiaccio

Dopo le visite mediche alle quali verrà sottoposto nei prossimi giorni, Patrik Schick tornerà ad essere uno dei giocatori più corteggiati dell'Intera Serie A.

Nel corso della passata stagione, Patrik Schick, ai tempi sconosciuto attaccante ceco, ha folgorato tutti. Non è stata soltanto una mera questione di gol fatti: a colpire dell’ex Bohemians è stata la naturalezza e la varietà di soluzioni con cui il numero 14 della Sampdoria ha visto la porta, divenendo pian piano uno dei prospetti più interessanti dell’intero campionato. Quanto accaduto nelle scorse settimane, oltre all’ovvia speranza che il ragazzo risolva al più presto il suo problema riscontrato durante le visite mediche, è emblematico per descrivere il valore del giocatore, al centro di una vera e propria bagarre tra top team italiani ed esteri, ovviamente attratti dal profumo delle giocate di uno dei protagonisti della stagione blucerchiata.

TUTTI PAZZI PER SCHICK
La prima impressione data da Schick, con i suoi 187 cm e le sue lunghe ed esili leve, è quella di tutt’altro tipo di giocatore, sicuramente più monodimensionale e con caratteristiche da attaccante d’area, meno capace di spezzare il ritmo con giocate individuali. Invece, l’attaccante della nazionale Under 21 ceca è completamente differente: danzando letteralmente sulla sfera, riesce a creare superiorità svariando sul tutto il fronte d’attacco, impensierendo le difese avversarie anche nelle situazioni apparentemente più tranquille. Probabilmente, il compendio delle doti di  Schick palla al piede, sunto della sua capacità di gestire la sfera con accelerate improvvise, è riscontrabile nel sentitissimo derby della Lanterna, dove ha portato a spasso, IN QUESTO MODO, i difensori avversari, arrivando fino al cuore dell’area di rigore da posizione defilatissima. Incoscienza, talento, sicurezza nei propri mezzi o pura predisposizione a giocate del genere? Probabilmente, un misto di tutto ciò: Schick, in maniera quasi glaciale e senza mai scomporsi troppo, continua a ripetersi, giocata su giocata, gol su gol. Il rapporto di Patrik con la porta, alla sua prima stagione in Serie A (in barba a chi parla di anni necessari per ingranare nel massimo campionato italiano, probabilmente con il fine di giustificare una serie di flop esotici abbondantemente prevedibili) è eccellente: ha collezionato ben 11 reti, la maggior parte delle quali a gara in corso, sfoggiando la sua paradossale tendenza ad essere più efficace ad incontro iniziato che dal primo minuto. Una tendenza tutt’altro che casuale: il vero limite di Schick, oggi, è probabilmente quello della gestione delle energie nell’arco dei novanta minuti, generando una serie di picchi d’azione alternati ad attimi di black out. Nell’arco dei trenta o dei venticinque, riesce invece ad esprimere al massimo la sua tendenza ad offrire soluzioni offensive per tutti i trenta metri offensivi della propria squadra, che, di conseguenza, tende ad appoggiarsi alle giocate del ceco, mai banali e solitamente efficaci. L’imprevedibilità di Schick, oltre che nella gestione della sfera, si palesa nella scelta delle soluzioni offensive, tutte diverse tra loro e mai cicliche: lo scorso anno, ha fatto gol di destro, di sinistro (soprattutto), di testa, da dentro e fuori dall’area, in incursione o in progressione, dimostrando l’elevato assortimento nei fondamentali del ruolo che costituiscono un’eccellente base per un giocatore di soli 21 anni. Anche le vittime “scelte” per andare in gol, non sono scontate: il primo gol in Serie A arriva allo Juventus Stadium e, tirando le somme tra le squadre alle quali ha segnato, ha “punito” ben quattro tra le prime sette dello scorso campionato (Juventus, Roma, Lazio ed Inter). Un biglietto da visita particolarmente interessante che apre scenari di mercato golosissimi, seppur subordinati alle visite mediche dei prossimi giorni.

JOLLY
Mercato, dicevamo. Schick piace a tanti e non può essere altrimenti. La squadra più vicina a tesserarlo è ad oggi la Juventus che, dopo le visite mediche di rito, ha rinunciato alle prestazioni del giocatore a causa di un problema cardiaco meritevole, a dire dello staff medico bianconero, di opportuni approfondimenti strumentali. Le ultimissime di mercato lo vogliono invece vicinissimo all’Inter, pronta a strappare il giocatore ai bianconeri a seguito delle ulteriori visite mediche alle quali sarà sottoposto il ceco nei prossimi giorni, già ritenuto “arruolabile” dai vertici della Sampdoria, suo attuale club dopo l’incidente di percorso durante le visite con gli attuali campioni d’Italia. Se il blitz dei nerazzurri dovesse andare a buon fine, l’Inter avrebbe a disposizione una pedina con caratteristiche non esattamente funzionali al 4-2-3-1 voluto da Spalletti (quantomeno in ordine alle priorità richieste dal complesso e dispendioso sistema) ma comunque capace di offrire una serie di soluzioni altrettanto importanti (tra le quali quella di passare ad altri moduli come il 3-5-2), anche e soprattutto a gara in corso, terreno di conquista dell’attaccante ceco. Schick, infatti, potrebbe intanto essere sia un ricambio che un partner per Icardi: le differenti caratteristiche dei due attaccanti, risulterebbero infatti più che compatibili, considerando l’argentino più attratto dalla zona più calda dell’area di rigore ed il ceco più tendente a gravitarci attorno svariando per tutto il perimetro della stessa. Non è inoltre da escludere un utilizzo quasi dybalistico del giocatore, virtualmente posto al centro del terzetto dietro la punta di riferimento ma in concreto molto più vicino allo stesso, in una sorta di 4-4-1-1 particolarmente offensivo seppur molto diverso dall’idea di Spalletti, storicamente orientato ad un  giocatore più potente in quella zona del campo. La stagione nerazzurra giunta a termine pochi mesi fa è letteralmente zeppa di gare bloccate, frutto della poca imprevedibilità della squadra negli ultimi trenta metri, spesso vero e proprio limbo per gli uomini offensivi nerazzurri, si dotati di tanti pregi ma difficilmente capaci di ribaltare una gara con l’estro del singolo. Puntare un giocatore come Schick non può mai essere un errore e può soltanto essere un potenziale surplus per tutta la rosa, orfana da tempo di giocatori con caratteristiche di questo tipo. La giovane età, inoltre, renderebbe l’investimento (a prescindere dall’acquirente), potenzialmente perfetto, in quanto ipoteticamente ammortizzabile e destinato a raddoppiare il proprio valore in caso di buon rendimento. In attesa delle decisive visite e delle successive evoluzioni di mercato, non ci resta che sperare, intanto, che il giocatore superi il suo problema fisico. Il resto, si spera, sarà danza e cinismo glaciale, come piace a noi, come piace a Schick.