30 Aprile 2015

FOCUS – Comunque vada sarà un successo

A volte quando tutto sembra perso e la testa è rivolta al futuro, può accadere ciò che ormai nessuno si aspettava potesse succedere. La qualificazione alla prossima edizione dell’Europa League sembrava un miraggio fino a poche settimane fa, ma complice il rallentamento delle squadre che ci precedono in classifica e, complice un miglioramento generale dell’Inter, quel che prima era lontanissimo, pare essere ora inaspettatamente raggiungibile. L’Inter infatti si trova a 2 punti dal sesto posto e a 3 dal quinto, distanze sicuramente colmabili a questo punto del campionato.

Nelle ultime giornate, pur con le solite difficoltà ed i limiti strutturali che la rosa nerazzurra ha più volte palesato nel corso della stagione, abbiamo finalmente visto un cambio di marcia, un piccolo salto di qualità. La squadra continua ad imporre il suo gioco su tutti i campi e finalmente sembra aver trovato quella solidità difensiva che abbiamo rincorso con alterne fortune per tutto il campionato. Di certo continuano però ad a esserci diversi aspetti sui quali Mancini ha molto da lavorare, primo tra tutti la mancanza di personalità in alcuni frangenti delle partite. Negli ultimi venti minuti della sfida poi vinta a Udine, la gestione della doppia superiorità numerica da parte interista è stata pessima. Nel finale ci siamo addirittura ridotti a difendere il vantaggio e questo non è assolutamente accettabile.

L’Inter ha indubbiamente giocato meglio 11 contro 11, rispetto a quanto non abbia fatto in superiorità numerica. Se sulla carta tutto questo può sembrare qualcosa di strano, un paradosso, in realtà c’è una spiegazione molto semplice. La squadra nerazzurra manca di personalità e dunque quando si è ritrovata 11 contro 9, nella testa dei giocatori ha pesato come un macigno la responsabilità di dover vincere a tutti costi, ha pesato il fatto di non poter sbagliare. Una condizione psicologica di questo tipo rappresenta un fardello pesante per chi manca di personalità e purtroppo nell’Inter attuale la personalità è diffusa come l’acqua nel deserto. La società dunque dovrà intervenire acquistando dei leader, dei calciatori capaci di prendersi la squadra sulle spalle nei momenti di difficoltà e dovrà farlo a prescindere dalla qualificazione o meno in Europa League.

Nelle ultime settimane si è a lungo discusso sulla reale utilità di partecipare all’ex Coppa Uefa. Da un lato c’è chi sostiene che la vetrina europea sia irrinunciabile per una squadra del blasone dell’Inter, dall’altro c’è chi considera l’Europa League una competizione eccessivamente dispendiosa sul piano fisico, tanto da poter rappresentare più un ostacolo che un’opportunità. In ogni caso, qualunque sia l’esito della stagione, ci sarebbero aspetti positivi sia in caso di qualificazione, sia nel caso in cui non dovessimo farcela. Se la Beneamata dovesse riuscire a giocare la prossima edizione dell’Europa League infatti, avremmo la possibilità di continuare quel percorso di crescita intrapreso quest’anno, confrontandoci nuovamente con avversari europei, e – aspetto da non sottovalutare – riusciremmo a non far precipitare il nostro ranking europeo in vista di un ritorno nell’Europa che conta. Se invece non dovessimo riuscire a qualificarci, potremmo concentrare tutti i nostri sforzi sul campionato, avendo un notevole vantaggio sulle nostre avversarie. Insomma, guardando a questo finale di stagione, possiamo dire che “comunque vada sarà un successo…”