2 Dicembre 2016

ESCLUSIVA – Luca Gallone, o’ Mulatto di Gomorra: “Inter squadra pazzesca. Salvatore Conte è il nostro Mourinho”

Il noto attore e tifoso del Napoli, che interpreta o' Mulatto nella fortunata serie tv Gomorra, ha risposto alle domande della nostra redazione

Napoli-Inter più che una semplice partita è un motore di passioni. Ce lo ha spiegato, in esclusiva per passioneinter.com, l’interprete di o’ Mulatto nella fortunata serie Tv Gomorra, il bravissimo attore Luca Gallone.

Qual è il tuo primo ricordo legato al Napoli?
Il mio primo ricordo è legato all’epoca d’oro, un Napoli-Cesena di coppa Italia del 7 settembre 1986 con Maradona in campo”.

Cosa ha rappresentato e rappresenta ancora Maradona per Napoli ed i napoletani?
“Diego è un simbolo che trascende il calcio. A me piace immaginarlo come un supereroe dai tanti lati oscuri, un po’ come Batman: lui non ha superpoteri come Superman o Spider-Man però da uomo normale riesce ad essere l’eroe della gente di Gotham, e forse per questo è anche il mio supereroe preferito. Diego è stato il numero 1 in assoluto della storia; non giudico la sua vita privata perché non m’interessa, ma lui ha dato tanto ai napoletani sia dal punto di vista calcistico che sentimentale. Ricordo come viveva le sfide con il Milan e la Juventus, le sue dichiarazioni da tifoso… Però rappresenta il passato, un grande e glorioso passato, e a me piace guardare al futuro, vedere oltre Maradona. Abbiamo vinto recentemente coppa Italia e Supercoppa, siamo stabilmente nelle posizioni alte della classifica, l’anno scorso con Higuain è stata una stagione fenomenale: rispetto a tanti miei concittadini sono più curioso di vedere quello che verrà piuttosto che vivere nel ricordo di quegli anni”.

Già, Higuain. Che ne pensi del Pipita?
“Ha detto Maradona che Higuain se n’è scappato dalla finestra, mancando di rispetto ai napoletani. Detto ciò io lo reputo il più forte attaccante del mondo e non l’avrei ceduto neanche per 100 milioni; poi però è venuta la Juventus con argomentazioni tecniche superiori, andando anche contro a quella che fosse la credenza diffusa che nessuna squadra, soprattutto italiana, avrebbe mai pagato 94 milioni per un giocatore di 30 anni”. 

Ed il suo erede, Milik, che impressione ti ha fatto?
“Milik si è dimostrato un centravanti di tutto rispetto. All’Ajax se non erro ha battuto anche il record di gol di Ibrahimovic, che per me è un mostro sacro ed uno dei miei giocatori preferiti. Prima dell’infortunio stava facendo molto bene, così come il Napoli e il problema è stato che Gabbiadini si è rivelato non all’altezza, sia come ruolo che come ambizione”.

Hai praticato o pratichi qualche sport?
Sì, anche se a livello amatoriale. Gioco a calcio e a calcetto quando posso e sono membro della Nazionale italiana attori. Ruolo? Difensore centrale destro; mi piace il ruolo alla Albiol, guidare i miei compagni da dietro. Anche se non sempre sono rose e fiori: ultimamente abbiamo fatto un’amichevole ad Ischia ed avevo contro Rastelli e Di Francesco.. I mister ancora corrono, soprattutto Rastelli e per fortuna sono entrato nel secondo tempo (ride, ndr)”.

Tu in Gomorra hai interpretato la “periferia”. Credi che lo sport possa essere una via d’uscita o una seconda occasione per tanti ragazzi con problemi sociali?
“Al di la della facile retorica,  lo sport può essere davvero un ottimo deterrente contro la fascinazione che la criminalità può avere sui ragazzi e ci sono tanti casi di campioni letteralmente salvati dallo sport. Purtroppo ci mancano le strutture adeguate, impianti sportivi degni di tal nome; la maggior parte delle palestre o dei palazzetti sono in uno stato di quasi abbandono ed è desolante. Io grazie a Gomorra ho visto dei luoghi che erano più simili a gironi infernali e mi chiedevo come fosse possibile per un essere umano vivere in luoghi del genere; il male genera solo altro male, e con ciò non voglio giustificare chi sceglie di prendere strade lontane dalla legalità, anzi. Ma in questi contesti lo sport non basta, perché non tutti purtroppo hanno la forza di sfuggire ai guai, ci vorrebbe più presenza da parte dello Stato, per far sì che non solo lo sport ma anche l’arte o la scuola possano diventare delle isole felici per i ragazzi”.

Venerdì Napoli ed Inter si sfidano al San Paolo, che partita ti aspetti? Vuoi fare un pronostico?
“Pronostico non lo faccio perché sono scaramantico. Ultimamente sto seguendo anche l’Inter, ho visto la vittoria con la Fiorentina e sicuramente è una squadra in crescita. De Boer? È stata la persona sbagliata nel posto sbagliato, non c’era bisogno di pescare all’estero quando qui in Italia abbiamo fior di allenatori; non capivo la scelta di Eder, che è una seconda punta, al posto di Perisic. I nerazzurri sono in crescita, nonostante la figuraccia con l’Hapoel, e credo che adesso si concentreranno sul campionato con la loro rosa fortissima. Pioli? Scelta giusta, purtroppo. Dico purtroppo perché ho visto segnali di ripresa mentre noi invece viviamo un periodo un po’ confuso. I nerazzurri hanno la tranquillità di chi non ha niente da perdere mentre al Napoli manca un pezzo fondamentale: il centravanti. Purtroppo l’infortunio di Milik ci ha penalizzato”.

C’è un giocatore dei nerazzurri che vorresti nel Napoli? E viceversa, c’è un napoletano che non vorresti mai cedere?
“Icardi a luglio è stato in trattativa con De Laurentis ma personalmente adesso reputo 70 milioni eccessivi per un giocatore sì forte, che ha tutti i numeri per diventare un top player, ma che ogni tanto commette qualche sciocchezza tipo quella di mettersi contro i propri tifosi, cosa per me assurda. A me piace molto Candreva, anche per il gioco che fa Sarri, ma al Napoli potrebbe essere un doppione di Callejon. Mi piace molto anche Joao Mario… un nome su tutti non saprei perché la rosa è davvero forte. Ecco, magari prenderei Icardi ma solo per toglierlo all’Inter. Quello che mai venderei del Napoli è invece Koulibaly: fortissimo sia tecnicamente che fisicamente, diventerà il migliore al mondo”.

Facciamo un gioco: associa un personaggio del calcio ad ogni personaggio di Gomorra.
“Ciro è senza dubbio Pepe Reina, è uguale. Pietro Savastano è un allenatore per cui Sarri. Genny? Lo vedo come Hulk dello Zenit. Mulatto? Maradona (ride, ndr)! No scherzo, uno dei fratelli Cannavaro, e l’altro fratello potrebbe essere o’Principe. Salvatore Conte? Questa è difficile.. fisicamente mi ricorda Magallanes (ex Atalanta e Torino) ma direi più Mourinho, con le sue frasi ad effetto ed il suo appeal internazionale. E poi c’è Gianluca Di Gennaro (o’ Zingariello) che ho definito il sosia di Matri”.

I tuoi colleghi di Gomorra son tutti tifosi napoletani o c’è qualche “traditore”?
“No, sono tutti grandissimi tifosi del Napoli. Ricordo che vedemmo la semifinale di Europa League col Dnipro tutti assieme, perché eravamo sul set. Marco Palvetti (Salvatore Conte, ndr) portò un tablet e guardammo la partita con Antonio Folletto (o’ Principe, ndr) e altri colleghi, disperandoci per il risultato”.

C’è un episodio curioso o simpatico capitato sul set di Gomorra che ti va di raccontare?
“Gomorra è un set che ti assorbe molto dal punto di vista della concentrazione. L’ormai famosa scena del ristorante, dove io prima insulto la povera Alessandra Langella ed in seguito Marco Palvetti mi accoltella la mano, mi è costata 18 ore consecutive di registrazione. Ho pensato «se non svengo ora, non svengo più», anche se Stefano Sollima è un regista bravissimo che riesce a tirati fuori cose che non sai nemmeno di avere. Ma è stata davvero dura, soprattutto quando Marco ha dovuto piantare un coltello vero vicino la mano e mi sono cagato addosso, ancora oggi lo ringrazio per non avermi fatto saltare qualche dito. Poi c’è la scena del pesce… sui primi ciak la gente rideva per davvero perché ho cercato di entrare quanto più possibile nel personaggio; sembrava quasi una pièce teatrale, con me al centro della scena e le comparse tutt’intorno a mo’ di pubblico. Perfino Alessandra, che si è dovuta subire tutti quegli insulti, una volta uscita di scena in lacrime, è scoppiata a ridere”.

IL MEGLIO DI INTER-FIORENTINA