20 Novembre 2017

ESCLUSIVO – Sandro Sabatini: “Spalletti ed Icardi gli uomini giusti per tornare grandi. La Serie A rimane al top, e Pastore…”

La redazione di Passioneinter.com ha raggiunto telefonicamente in esclusiva il noto volto del giornalismo italiano

Un passato da dirigente dell’Inter ed un presente da presentatore negli studi di Premium Sport: l’identikit di Sandro Sabatini rappresenta perfettamente l’uomo che di colori nerazzurri e di calcio se ne intende parecchio. La redazione di Passioneinter.com ha avuto il piacere di poter esaminare con lui in esclusiva l’andamento dell’Inter in questa stagione.

L’Inter dopo la vittoria di ieri contro l’Atalanta è seconda, ma quali sono i meriti di Spalletti?

“Ha tantissimi meriti, ma non tutti per un motivo semplice: l’anno scorso dicevo che non era tutta colpa di Pioli, ora non posso dire che sia tutto merito di Spalletti. Il calcio così sarebbe troppo facile e non si spiegherebbe nemmeno perché la Roma pur avendo cambiato tecnico stia facendo benissimo anche con Di Francesco. Di sicuro l’allenatore dell’Inter sta sfruttando al meglio l’occasione di gestire dei giocatori che non hanno impegni europei durante la settimana”.

Ieri abbiamo visto Santon di nuovo titolare dopo molto tempo, precedentemente era stato Nagatomo ad avere questa chance. La forza di Spalletti è anche questa: dare nuovo vigore a coloro che sembravano non essere più al centro del progetto…

E’ vero, ma bisogna distaccarsi dall’opinione dei tifosi in questi casi. Prendiamo l’esempio di Ranocchia: quando l’Inter andava male lui era il capro espiatorio. Eppure si perdeva e si vinceva indipendentemente dal suo utilizzo. La stessa cosa vale anche per Nagatomo, che per me non è un campione ma rimane comunque un buon elemento. Spalletti è bravo perché nelle sue rose il risultato finale non dipende mai da un singolo giocatore. Per Santon invece ad un certo punto ci si poteva auspicare una carriera da campione, salvo poi essere smentiti. Ora si sta ricostruendo, ieri con l’occasione concessagli dal primo minuto abbiamo avuto un grande segnale in questo senso dopo un periodo in cui era stato un po’ dimenticato, ma la fase di ‘rinascita’ è appena iniziata. Aggiungo inoltre che il terzino, per quanto è periferico, non potrà mai essere un trascinatore: il suo rendimento dipende sempre da come gioca la squadra”.

Il match di ieri sera sembra aver messo in luce una mentalità ‘da big’: nonostante le tante insidie è arrivata una vittoria senza aver corso troppi rischi. E’ un segnale dato al campionato da parte dell’Inter?

Sì, anche questo è un segnale. Ma l’Inter sta facendo la cosa più semplice da eseguire: sta fornendo palloni adatti per quello che è lo stile di gioco di Icardi, riuscendo a sfruttare al massimo le sue doti. E’ giusto poi sottolineare le qualità dell’attaccante nerazzurro come è stato fatto per Dybala, Mertens Dzeko: il centravanti non è periferico nel gioco di una squadra, ed Icardi sta dimostrando di essere l’uomo decisivo e fondamentale per il suo club”.

Data la sua esperienza nel mondo del calcio, le è possibile dire se c’è un giocatore del passato che assomiglia a Mauro Icardi?

Non mi ricorda nessuno in particolare. Quando ero all’Inter c’erano giocatori come Ganz, Branca, Ronaldo, Zamorano Vieri e posso dire che nessuno di questi non rispecchia a pieno quello che è Icardi, forse ha qualche caratteristica simile a Bobo, ma rimangono comunque due giocatori diversi”.

Tante squadre in corsa per aggiudicarsi il primo posto: è questo il campionato italiano più bello degli ultimi anni?

Sicuramente è un campionato molto equilibrato, e questo poi influisce anche sulla bellezza della competizione: ci sono Inter, Roma, Napoli e Juventus che si contendono lo scudetto, mentre la Lazio la vedo un po’ distaccata da queste quattro. Se andiamo a vedere in giro per l’Europa non si trovano altri campionati competitivi come il nostro: in Germania c’è solo il Bayern Monaco, in Francia c’è il PSG, in Spagna ci sono Real Madrid e Barcellona ed in Inghilterra oltre l’eccezione Leicester ci sono stati pochi campionati sorprendenti sotto questo punto di vista. Anche gli scorsi anni però in Italia lo spettacolo offerto non era inferiore a quello estero: purtroppo il ‘palcoscenico’ italiano presenta spesso stadi semi-vuoti e campi non in perfette condizioni, e questo inevitabilmente finisce con il giudizio negativo del pubblico. La Serie A rimane comunque il campionato più competitivo di tutti a mio avviso”.

Per il mercato di gennaio si è fatto il nome di Javier Pastore, centrocampista argentino del PSG. Cosa ne pensa di questo possibile acquisto?

Sarebbe il colpo perfetto per l’Inter, ma la dirigenza non deve farsi prendere dalla smania del dover acquistare per forza qualcuno. Un conto è prendere Pastore, un giocatore di indubbia qualità e duttilità conosciuto alla perfezione da Sabatini, un conto è andare su un altro profilo. Facciamo attenzione però ad una cosa: non tutto dipende dal mercato. Mi spiego meglio, questa estate ero uno dei pochi ad elogiare anche sui social il mercato nerazzurro, e nella migliore delle ipotesi mi rispondevano dicendomi che stavo sbagliando. La situazione di oggi però dà ragione ai dirigenti dell’Inter, perché i frutti di un mercato fatto con serenità si stanno vedendo. Aver preso due profili come Vecino Borja Valero, ancor più di Dalbert Cancelo, e l’aver trattenuto Perisic sono senza dubbio i caratteri di un buon mercato estivo. Comprare per comprare non è mai un bene, ed i colpi dell’ultima finestra di mercato lo dimostrano. Chiaramente non mi sto riferendo ai nerazzurri…”

Quali sono le differenze sotto il punto di vista manageriale tra l’Inter di Moratti e quella di Suning?

“Non mi piace fare paragoni, di sicuro c’è che dalla prima organizzazione Moratti a questa gestione Zhang sono passati 20 anni. Il modo di gestire le aziende è totalmente cambiato in ogni aspetto, ed è cambiata anche l’Inter perché siamo passati da un ‘padre-fondatore milanese’ ad un manager cinese”.

La Nazionale sta vivendo un momento decisamente sconfortante. Qual è secondo lei la soluzione migliore da adottare per tornare una squadra di primissimo livello?

Si riparta dal piano per la struttura tecnica, piuttosto che da quello della struttura politica. La FIGC scelga prima di tutto un buon C.T. ed un profilo adatto per impostare il settore giovanile azzurro, da qui poi verrà tutto da sé. Per le questioni societarie dico che c’è la necessità di aver dei manager all’altezza e possibilmente anche giovani”.

LA REDAZIONE RINGRAZIA IL SIG. SABATINI PER LA DISPONIBILITÀ E LA CORDIALITÀ

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