20 Luglio 2017

FOCUS – Ecco chi è Keita: con Guardiola fu amore ed odio, con la Lazio la “vendetta”

Viaggio nel mondo del talento che potrebbe arrivare all'Inter tra scherzi, gol e tanta irriverenza
mercato keita

Chiudete gli occhi ed immaginate per un solo momento questo scenario: di professione fate i calciatori, e ad appena 15 anni hai la più grande delle occasioni, ovvero quella di essere il pupillo di Pep Guardiola, il mister che all’epoca dei fatti (si parla del 2010) è nel pieno della rivoluzione tecnico-tattica che da lì a poco sfocerà in tutto il continente europeo. Ridurlo “solo” a pupillo del tecnico spagnolo è però riduttivo. Sì, perché i numeri del giovane Keita Balde Diao con la maglia delle giovanili azulgrana sono davvero da capogiro: quasi 300 gol ad appena 15 anni, insomma, un mostro di efficacia. Riduttivo però è anche limitarsi al solo aspetto tecnico, purtroppo. Perché il giovane spagnolo delizia in campo, ma durante il tempo libero incappa sempre in qualche comportamento oltre le righe, e la sliding door della sua carriera in Catalogna è una tournée in Qatar fatta con i suoi pari età: Keita mette due cubetti di ghiaccio nel letto del suo compagno, la dirigenza informata sul fatto decide dunque di punirlo mandandolo in prestito per una stagione.

ESILIO SPAGNOLO – I club spagnoli dispongono di un numero piuttosto elevato di società satellite, ovvero quelle società che decidono di risultare come “ovile” per i giovani talenti delle big. Una di esse è il Cornelia, club di divisione inferiore rispetto al Barcellona e che proprio ai catalani fornì numerosi favori, in questo senso. Tra questi risulta anche il passaggio di Keita nell’estate del 2010: il calciatore arrivò nel nuovo club e nel corso della stagione siglò ben 47 reti. Un’ulteriore prova che dimostra quanto le sue qualità siano senza dubbio fenomenali. Dubbi che man man vanno diradandosi anche nella testa della società del Barcellona che però, al termine della stagione 2010-11, si ritrova in una situazione paradossale: nonostante la ferma volontà di riportarlo a Barcellona da parte del club, il giocatore si oppone con forza, rifiutando categoricamente quello che potrebbe essere il suo trampolino per entrare definitivamente nel calcio che conta. Il motivo? Semplice. Troppo grande l’umiliazione di un anno in prestito per Keita, che al Barcellona non ci rimetterà mai più piede. “Vivi, ridi, ama, perdona, goditi la vita e sii felice. Perché il tempo passa e le occasioni se ne vanno” scriverà qualche anno più tardi Keita sul proprio profilo Instagram, forse ripensando a quella estate che gli cambiò la vita.

ESPLOSIONE ITALIANA – Ad approfittare della situazione venutasi a creare è la Lazio: pochi, anzi pochissimi i 300.000 euro richiesti dal Barcellona per non potersi accaparrare uno dei più lucenti talenti del calcio spagnolo. Il primo anno in maglia laziale però è difficile: nessuna gara ufficiale per 6 mesi, in attesa del tanto agognato passaporto comunitario. Solo qualche torneo, come la  Wojtyła Cup, dove mise a segno 6 gol in 4 partite. Poi finalmente nel 2012 la possibilità di esordire con la maglia della Primavera biancoceleste: in totale tra campionato e Torneo di Viareggio i gol saranno 11 in 17 gare, mentre in bacheca arriva il primo trofeo grazie alla vittoria nello scudetto di categoria. Prestazioni che non passano inosservate a Petkovic, che decide di portarlo con sé in panchina per la partita contro il Torino, senza tuttavia farlo esordire in Serie A. Da lì in poi è un susseguirsi di emozioni e di momenti unici: il culmine di essi è la prima presenza ufficiale nella massima divisione italiana, arrivata il 15 settembre 2013 contro il Chievo, seppur giocando solamente 1 minuto. Non c’è bisogno di aspettare molto per il primo gol, siglato il 10 novembre dello stesso anno contro il Parma, e non c’è bisogno nemmeno di sorprendersi se il 9 febbraio del 2014 lo spagnolo diventa il più giovane titolare a mettere piede in campo in tutta la storia del Derby di Roma. Gol, record e personalità: queste sono le 3 parole per descrivere al meglio Keita. Un’avventura tutta in rapida ascesa alla Lazio: le stagioni 2014/15 e 2015/16 sono il trampolino di lancio per tuffarsi pienamente nel ritmo dei professionisti, e le tante delusioni passate nel corso di quelle due stagioni (l’eliminazione ai preliminari di Champions League contro il Bayern Leverkusen grida ancora vendetta) rendono il giovane spagnolo un ragazzo sempre più sicuro di sé. Finalmente nella scorsa stagione, Keita riesce a fare il Keita anche tra i grandi: 16 gol in tutta la stagione senza essere un titolarissimo nell’11 laziale di Inzaghi, che ritaglia al talento iberico (che nel frattempo ha scelto di rappresentare la Nazionale del Senegal) un ruolo ad hoc in grado di risaltare a pieno le sue caratteristiche. La cartolina perfetta è il Derby contro la Roma il 30 aprile scorso, con Keita che esce dal campo all’87’ dopo aver letteralmente distrutto gli avversari con 2 gol ed una prestazione da vero e proprio fuoriclasse. La Lazio, Lotito e Roma però cominciano a stare stretti ad un ragazzo che a 22 anni vuole conquistare il mondo del calcio: ennesimo colpo di scena, anche se facilmente pronosticabile. Nessun accordo per il rinnovo con la Lazio. Si va al muro contro muro. Il Milan è il primo a pensarci: uno così può essere il volto della rinascita, ma poi nulla di fatto. Anche la Juventus ci pensa, parla con la società e con il ragazzo, ma alla fine molla la presa. Tra i due litiganti…spunta l’Inter: trattativa lampo ed accordo ad un passo, anche se proprio in queste ore la Juventus sta provando ad inserirsi nuovamente. “Vivi, ama e perdona”, scrisse qualche tempo fa Keita. Ora il perdono a Guardiola, probabilmente, è sempre meno pesante da concedere, mentre rimane da vivere la sua prossima avventura. Ad oggi dove ancora non si sa, ma l’obiettivo è solo uno: far innamorare i tifosi del calcio…

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