28 Novembre 2012

Focus- Hanno ragione gli euroscettici?

Diciamolo pure senza vergogna, il “mestiere” di tifoso ha un vantaggio indiscutibile: la possibilità di avere sempre ragione…a posteriori. Quante volte abbiamo sentito “addetti ai lavori” dell’ultim’ora disquisire a suon di “l’avevo detto io…”, salvo nascondere le previsioni assai meno corrette del pre-partita. L’Inter vista a Parma non è stata all’altezza della situazione, fatto lapalissiano, meno evidenti le ragioni di una prestazione così opaca: si va dalla nostalgia degli assenti (leggi Sneijder) alle interminabili trasferte di Europa League che avrebbero fiaccato i titolarissimi, dai mali psicologici (non meglio identificati…) al clan argentino….tutto ciò in attesa di un risultato positivo che rimetterebbe in soffitta analisti di pallone e conseguenti teorie. GLI ASSENTI HANNO SEMPRE RAGIONE– Strama ha puntato dritto su Alvarez per sostituire Fantantonio in quel di Parma e l’argentino non ha fornito una prova all’altezza della situazione, troppo lento e troppo timido per caricarsi sulle spalle la dose di fantasia che si chiede ad un trequartista. Scelta sbagliata? Ovviamente la risposta affermativa sarebbe ovvia, il campo è l’unico depositario di verità inconfutabili. D’altra parte sembra il caso di provare giocatori poco utilizzati fino ad oggi per verificarne l’effettiva utilità, il discorso vale anche per il nostro dinoccolato Riki. Le numerose vittorie di fila senza Sneijder lo avevano quasi relegato a ruolo di “cinguettatore”, è bastato qualche stop per riportare in auge il rimpianto della sua assenza. Come sempre manca la controprova…di certo un solo giocatore, a meno che non si tratti di Messi o in tempi meno recenti Maradona, non risolve una partita. LA CAMPAGNA DI RUSSIA- E poi non potevano mancare loro…gli euroscettici. La trasferta di Kazan ha assunto nell’immaginario collettivo nerazzurro, le fattezze della campagna napoleonica in Russia nel 1812. Un disastro che avrebbe legato indissolubilmente i destini russi con quelli emiliani. Occorre a tal proposito riflettere un attimo: innanzitutto in Europa League il buon Strama ha messo in mostra i meno impiegati e qualche giovane di belle speranze allo scopo di far rifiatare i vari Milito, Cambiasso e compagnia. In secondo luogo la gara di Parma è stata giocata di lunedì (un giorno in più dunque per recuperare le forze). Dunque appare alquanto azzardato ipotizzare una relazione tra i due match. Allargando il discorso all’intera competizione, sembra ragionevole pensare che il calendario, per quanto benevolo in fatto di consistenza tecnica delle avversarie, non lo sia stato altrettanto riguardo alla durata dei viaggi, a volte estenuanti, ai quali la truppa di Stramaccioni è stata chiamata. Forse un attaccante in più in rosa sarebbe stato utile… MANCA LA FAME?- Se il “Tardini” ha emesso una sentenza lampante di certo è questa: l’Inter ha dimostrato di mancare nei momenti decisivi, sembra evidente l’eccessiva sicurezza dimostrata dai nerazzurri nella ricerca dei tre punti col minimo sforzo. Ci saremmo aspettati una squadra che brucia l’erba e abbiamo assistito a stucchevoli minuetti in ogni zona del campo. Non capiterà spesso di avere la Vecchia Signora sotto tiro…ogni lasciata è persa. Che sia questa la vera motivazione?