7 Dicembre 2012

FOCUS – La fantasia al potere! Ma come?

di Giorgio Crico.

L’Internazionale FC di Milano ha in rosa quattro elementi ricchi di fantasia, si sa bene. Questi quattro moschettieri dell’arte del pallone rispondono ai nomi di Alvarez, Coutinho, Cassano e Sneijder.

Tralasciando momentaneamente Fantantonio, con l’età passato più a fare la seconda punta o l’attaccante esterno, gli altri tre hanno invece tutti delle caratteristiche da trequartista vecchia scuola: tecnica sopraffina, visione di gioco, attitudine mentale a scoprire e fare passaggi laddove altri non li sognerebbero neppure. In pratica, sono i famigerati fantasisti, cioè quei giocatori deputati a trovare l’imbeccata vincente per i loro compagni con licenza d?offendere; i classici numeri dieci che possono estrarre dal cilindro la giocata vincente e decisiva ogniqualvolta serva.

IL PICCOLO COU ? Il giovane brasiliano è in un momento particolare del suo cammino nerazzurro perché, una volta rientrato dalla Catalogna (sponda Espanyol per chi se lo fosse perso), ha dimostrato subito d?essere cresciuto molto: più aggressivo, più rapido, più resistente ed estremamente più efficace sotto porta (3 reti in 16 presenze quest?anno, una in più del precedente anno e mezzo col Biscione). Il n°7 sta sgomitando per approfittare dell’assenza di Sneijder, sia essa momentanea o definitiva, e sta lottando anche con la concorrenza di Alvarez; il tutto per guadagnarsi il gettone da titolare con continuità. Forse la risorsa nerazzurra più grande in assoluto, vuoi per età, vuoi per gli ampissimi margini di miglioramento che ancora possiede, è ormai tempo che Cou dimostri una volta per tutte e senza possibilità di appello di che pasta sia fatto. Non ha tratto alcun frutto della contemporanea assenza del Folletto di Utrecht e del Pibe de Bari, questo è un dato: tuttavia s?è notato come in campo cercasse di fare la differenza e di inventarsi delle mosse vincenti. Non c’è riuscito, purtroppo, ma questo non vuol dire che non sia pronto a essere impiegato con più continuità: data la sua ritrovata vena realizzativa, potrebbe essere interessante sperimentarlo nel ruolo di seconda punta, con compiti di grande movimento e di impostazione della manovra offensiva in caso di contropiede.

L’INCOGNITA ALVAREZ ? El Ricky maravilla, quello delle sassate da fuori area che piegano le mani ai portieri, a Milano non s?è ancora visto. Il buon Ricardo, al momento, al di là di qualche prestazione incoraggiante del gennaio scorso, non ha ancora fornito risposte sufficientemente buone alle domande dell’esigente pubblico del Meazza. All’inizio, ha avuto grosse difficoltà a relazionarsi col calcio europeo in generale e quello italiano in particolare: molto tecnico, un gran sinistro, ma troppo, troppo, troppo compassato. Ormai, la lentezza del n°11 sta diventando proverbiale in Curva Nord, e anche le tifose, precedentemente avvinte dal suo bell’aspetto, stanno iniziando a rendersi conto che non sempre a un bel faccino corrisponde un carisma da fuoriclasse. L’argentino, ormai, non è più così giovane da potergli concedere il perdono assoluto e incondizionato qualsiasi cosa faccia, almeno finché a una partita buona, come quella col Cagliari, in cui ha suonato la carica, alterna molti più minuti di assoluto anonimato come a Parma (la cui prova è stata generosamente definita dai più ?incolore?). Purtroppo il ragazzo è abbastanza inconsistente in fase d?interdizione, perché altrimenti si sarebbe potuto pensare a un arretramento del giocatore in mediana, per provare a ricavare dal suo talento quella figura di regista in mezzo al campo che all’Inter servirebbe come il pane; nulla però è perduto, e anche questa soluzione sperimentale potrebbe trovare attuazione in Europa League o in Coppa Italia, quanto meno per non lasciare alcunché d?intentato e giustificare l’investimento.

SNEIJDER & CASSANO ? Diciamocelo, quanto ci è mancato il barese nelle ultime giornate? Decisamente troppo. Mentre imperversa l’annosa questione Sneijder, che ormai sta sempre più prendendo le sembianze di un romanzo d?appendice (nel senso che il popolo della Beneamata sta iniziando a soffrire di appendicite a causa sua), il n°99 è invece tornato abile e arruolato già per l’ultimo match di Europa League (e grazie al Cielo!). Se si recuperasse l’olandese, però, si potrebbe pensare di avere almeno un?alternativa valida a Fantantonio (e che alternativa!) e una soluzione in più sui calci da fermo in generale. Wesley, ha ragione Moratti, è la ciliegina sulla torta del Biscione e, se tornasse al livello Triplete, col tridente a disposizione, ci si potrebbe davvero divertire e sognare anche qualcosa in più del terzo posto che al momento è l’obiettivo dell’Inter, fatto salvo però che Wes risolva le sue pendenze con la società di corso Vittorio Emanuele. La compagine nerazzurra ha tuttavia necessità di recuperare il miglior Sneijder, non certo la sua versione appannata che ha calcato il campo nell’ultimo anno e mezzo: se così non fosse, forse vale davvero la pena di cederlo. Ma, anche qui, è necessario sottolineare che Cassano non potrà in alcun modo giocare sempre, né per tutti i 90?, per cui l’Inter avrebbe davvero bisogno di poter schierare dei buoni sostituti, in caso di indisponibilità del talento barese e, al momento, né Coutinho ne Ricky offrono le garanzie che offre comunque l’olandese, anche quando non al meglio… In pratica, un rebus vero e proprio.

In conclusione,  è auspicabile che Strama faccia ordine, nella sua testa, sulla gerarchia dei trequartisti, perché tre più Cassano sono decisamente troppi. Il problema, alla fine, oltre alla soluzione del caso Wesley, è fondamentalmente la scelta tra Coutinho e Alvarez. Non resta che sperare che Natale porti consiglio…

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