21 Dicembre 2017

Focus – Henrikh Mkhitaryan, eroe armeno del Manchester United che si consacrò allo Shakhtar Donetsk. Ora l’Inter?

La dinamicità del calciatore in forza ai Red Devils potrebbe essere la chiave per regalare a Spalletti un centrocampo completo

Il dubbio amletico di questi ultimi giorni in casa nerazzurra è dettato dalla possibilità di investire o meno sul mercato di gennaio per rinforzare un’Inter che fino ad ora, forte di 40 punti in 17 giornate, ha sorpreso anche i tifosi più fiduciosi. Inutile negarlo: la rosa interista non gode di ampi argomenti alla voce “seconde linee”, se così vogliamo definirle. Ecco perché Luciano Spalletti ha chiesto alla società delucidazioni su quella che a partire da febbraio sarà effettivamente la rosa su cui potrà contare per il resto della stagione. Sabatini con le sue parole di qualche giorno fa sembrerebbe aver aperto un piccolo spiraglio in questo senso, ed i nomi su cui puntare sono 2: Javier Pastore ed Henrikh Mkhitaryan. La redazione di Passioneinter.com ha tracciato il profilo del trequartista armeno del Manchester United.

LA CARRIERA – Il giovane Henrikh inizia a dare i primi calci al pallone in Patria, dove viene tesserato per la prima volta dal Pyunik. La sua avventura nelle trafile giovanili del club armeno vive una brevissima interruzione, quando Mkhitaryan nella primavera del 2003 venne ceduto in prestito al San Paolo in Brasile, prima di debuttare nel 2006 con la prima squadra. Qui in 4 stagioni mostra qualità sulle quali il Metalurh Donetsk decide di investire: l’avventura in Ucraina si rivela molto proficua e dopo appena un anno, nell’estate del 2010, firma per lo Shakhtar. E’ qui che il calcio europeo di alto livello si accorge di lui: sotto la sapiente gestione di Mircea Lucescu la squadra ucraina vive stagioni importanti in patria ed in Champions League, dove sorprende molti addetti ai lavori per la qualità espressa. L’annata della consacrazione è quella del 2012/13, quando Mkhitaryan in 42 presenze mette a segno ben 29 gol, 25 dei quali in campionato, risultando l’uomo decisivo per la vittoria finale. Questo gli vale un biglietto per Dormund, dove ad attenderlo c’è il Borussia di Jurgen Klopp: in 3 annate in terra tedesca mantiene ottimi livelli, e nell’estate del 2016 il Manchester United sborsa 42 milioni di euro per portarlo ad Old Trafford. In Inghilterra non riesce a confermarsi tra i titolari di José Mourinho, ed ora potrebbe lasciare Manchester per trovare più spazio altrove. Inoltre, oltre che ad essere il giocatore più conosciuto ed il capitano dell’Armenia, gode anche del titolo di miglior marcatore armeno della storia in Nazionale con 25 centri.

COSI’ IN CAMPO – Mkhitaryan nasce come interno di centrocampo nei suoi trascorsi nelle giovanili de Pyunik, ma con la promozione in prima squadra anche il suo ruolo subisce delle modifiche. Si impone in prima squadra nel corso della sua carriera come trequartista: ciò che gli garantisce la fortuna in questo ruolo sono le sue qualità tecniche. Il fantasista armeno è infatti dotato di una notevole visione di gioco e di una grande lucidità che gli permettono di essere una grande insidia per le difese avversarie. La sua facilità nel riuscire a dribblare gli avversari e la capacità di essere incisivo sotto rete attraverso incursioni o tiri da fuori nel corso delle stagioni lo hanno portato spesso ad andare in doppia cifra per quanto riguarda i tabellini gol ed assist. Inoltre la sua rapidità, con e senza palla, nel corso degli anni gli hanno permesso di disimpegnarsi con disinvoltura anche come esterno destro o sinistro di un attacco a 3.

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