2 Luglio 2017

Focus – Pochi ma buoni

Eccoci a luglio, il mese delle scintille di mercato: come si muoverà l'Inter? Punterà sulla quantità o sulla qualità? Secondo noi, la strada del "pochi ma buoni" è quella più corretta.

Le scintille di mercato auspicate e promesse nel mese di luglio, con l’obiettivo di costruire un’Inter migliore in grado di tornare a competere per l’alta classifica, pongono il tifoso medio interista dinanzi ad una riflessione obbligata: è più opportuno un mercato di quantità o qualità?
Il deludente campionato appena concluso, proietta il tifoso interista all’ormai inflazionatissimo concerto della tabula rasa: rifondare, per l’ennesima volta, identificando pochi punti fermi cambiando tutto il contorno, in buona sostanza quel che sta accadendo sull’altra sponda di Milano. Ma siamo sicuri che, alla lunga e con un percorso iniziato da almeno un paio d’anni a differenza di quello dei cugini, questo tipo di operazione porterà gli sperati frutti?
L’Inter, senza troppi giri di parole, non può rifondare: ha investito tanto nell’ultimo biennio e pretendere di mandare tutto alle ortiche per ricominciare da capo è una follia. I giocatori più o meno influenti arrivati negli ultimi 24 mesi costringono la società nerazzurra a provare, almeno in parte, a rivalorizzare parte degli stessi inserendo i tasselli giusti sessione dopo sessione. Leggere pseudoformazioni con 9 giocatori nuovi su 11 equivale a cestinare ogni capo di un guardaroba per comprarne dei nuovi da cestinare, a loro volta, durante l’annata successiva: un suicidio antieconomico e poco funzionale.

POCHI MA BUONI

Pochi ma buoni, dicevamo. Una politica totalmente differente dalla precedente, se vogliamo, molto più da grande squadra. Osservando il mercato di chi veramente ha una base solida in giro per l’Europa, notiamo come la struttura portante delle stesse sia costituita da una serie di certezze imprescindibili attorno alle quali costruire il resto, impreziosendo il contesto collettivo con pochi ma mirati nuovi innesti: inserire un giocatore di alto livello in un contesto funzionante è molto più semplice che inserire cinque giocatori di medio livello in un contesto da rifare, per l’ennesima volta, dall’inizio e con l’ennesimo nuovo allenatore con la sua legittima idea di calcio. Ragionando per ipotesi e tenendo conto di un budget sostanzioso ma non ancora definito, l’Inter potrebbe sostanzialmente dare una sterzata agli ultimi anni bui con tre giocatori di alto livello, magari uno per ruolo: gli scarsi  equilibri della passata stagione, con tre squadre capaci di fare da 86 punti in sù, dimostra come il poter contare su una serie di certezze per quel che è la nostra lega, porti a buonissime possibilità di avere la meglio su buona parte delle squadre del nostro campionato a differenza di due o tre non certezze per zona del campo, acquistabili con lo stesso fondo stanziato. Esempio pratico, per quanto probabilmente lontano dalla realtà: Nainggolan, giocatore dal rendimento eccellente da due anni a questa parte, sarebbe una certezza per quella che è la dimensione chiamata Serie A, due o tre centrocampisti di prospettiva, non dello stesso spessore del belga, non darebbero alcuna garanzia in questo senso.
Intervenire sul mercato a caccia di due profili di questo livello, piuttosto che cinque o sei di livello medio, proietterebbe verso l’alto il livello della spina dorsale attuale di questa squadra: due top su quattro, più due o tre reduci positivi della passata stagione, sarebbero giù un perno eccellente attorno al quale far ruotare l’intera squadra. Non è soltanto una questione tattica, questa squadra ha anche bisogno di personalità: l’apporto di un paio di giocatori di primissima fascia, abituati a giocare partite di un certo livello, trasmettono al resto del gruppo i mezzi e l’approccio necessario ad affrontare le gare delicate che l’Inter dovrà affrontare e che spesso hanno evidenziato le lacune emotive di questo gruppo.
Detto ciò, non ci resta che attendere. La grande discrezione con la quale gli uomini mercato nerazzurri stanno operando, può essere una traccia di operazioni importanti, che, per antonomasia, non vanno concluse sui giornali. L’Inter vuole tornare grande e per farlo, servono grandi giocatori.