14 Giugno 2012

FOCUS – Zitti tutti, parla Josè

Una battuta per tutti, un pensiero buono o più spesso al veleno, con la finezza e l’eleganza che solo i grandi possono permettersi, Josè Mourinho, un’icona del calcio mondiale, l’allenatore più discusso e più celebrato degli ultimi anni, un uomo sempre al centro dell’attenzione che ci ha regalato pagine e pagine di frasi celebri, i primi capitoli di una saga che è ancora solo all’inizio.

La parentesi all’Inter, come da tradizione, è stata foriera di spunti per il tecnico portoghese che ha sfoderato un’ironia che rimarrà negli annali della storia del calcio, ecco quindi alcune delle frasi più celebri:

AMORE A PRIMA VISTA – Quello tra Josè Mourinho e l’Inter è stato amore a prima vista, Josè cambia mentalità e costruisce prima che una squadra vincente un’idea di società solida: “Quando sono arrivato all’Inter non avevo neanche un ufficio. Quando me ne andrò chi mi sostiuirà ce l’avrà”, vallo a raccontare poi a Josè che in realtà in quell’ufficio sono entrati e usciti tanti dopo di lui. Un tecnico subito orgoglioso di quei colori, di quella storia: “Ho un grande orgoglio di allenare l’Inter, di lavorare per una società che mi piace, con una cultura che mi piace, con i tifosi che hanno vissuto anni difficili e che solamente dopo hanno saputo per quale ragione hanno vissuto questi anni di grande difficoltà. E? un orgoglio per me lavorare nell’Inter, sarò sempre molto felice un giorno di poter dire che sono stato l’allenatore dell’Inter” e ancora: “Pazza Inter è molto bella, io imparo sempre l’inno del mio club è questo è davvero bello. Io amo l’Inter? Sì, perché quando sono arrivato a poco a poco ho capito la storia, i problemi, le cose positive e negative, mi sono dedicato sin da subito ai colori nerazzurri, è il mio modo di lavorare. E l’Inter mi piace davvero molto”

TIFOSI – Un feeling sin da subito indissolubile quello tra Mou e i tifosi, osannato come un eroe dopo la vittoria del Triplete, sempre rimpianto dopo l’addio ai colori nerazzurri. Un rapporto che anche Josè tendeva ad esaltare: “Credevo fosse impossibile avere un?empatia come quella che avevo con i tifosi del Chelsea ma ho trovato anche di più con gli interisti”. Tifosi chiamato anche a raccolta, dopo le vittorie entrate nella storia dell’Inter: “Chiedo ai nostri tifosi di venire all’aeroporto ad aspettare questi ragazzi spettacolari”.

NEMICI – Con il suo arrivo l’Inter comincia a diventare un’avversaria scomoda, nel rapporto con gli avversari Josè tira fuori parecchi conigli dal cilindro: “Sento il rumore dei nemici e mi piace” e come non citare il famoso tormentone Zeru tituli: “Due per noi e zero per gli altri, dico questo con la stessa tranquillità di chi accetterebbe ?Inter zeru tituli?, due per noi e uno per la Lazio, per la Juve zero e Milan zero, però questo è il calcio”.

JUVE – Gli avversari per lo scudetto in quegli anni sono altri ma le frecciatine alla Juve arrivano puntuali: “Non capisco, oggi tutti parlano di quello che è successo in Bayern ? Fiorentina e dovremmo fare gli struzzi su quello che succede a Torino? Solo in Italia c’è un?area di rigore di 25 metri”.

MILAN – Dopo la vittoria di un derby epico, finito in 9 uomini e vinto per ben due a zero, Josè si scatena con la sua solita ironia che irride gli avversari: “Abbiamo dimostrato che potevamo perdere questo derby  solo con 6 giocatori, perché con 7 vincevamo uguale”.

ROMA E RANIERI – E’ l’avversaria che contende lo scudetto ai nerazzurri, la rivale principale di quegli anni, la Roma e il suo tecnico Ranieri, un allenatore a cui Mou non le ha mandate a dire: “Non è certo colpa mia se, nel 2004, dopo essere arrivato al Chelsea e aver chiesto perché stavano cambiando Ranieri, mi hanno risposto che volevano vincere e con lui non sarebbe mai capitato. Di questo io proprio non ho colpe” o “La noia di Ranieri? Che cosa è la noia di Ranieri? Ho studiato e conosco solo ?La Nausea? di Jean-Paul Sartre, filosofo, premio Nobel, ma anche appassionato di calcio”.
Come non citare poi alla vigilia di un fondamentale Inter-Roma, la celebre frase sul film “Il Gladiatore”, che Ranieri ha fatto vedere ai giocatori per caricarsi prima della partita: “Noi abbiamo preferito lavorare sul campo e abbiamo studiato a fondo la Roma e i suoi punti deboli. Se prima di una partita metto la squadra a guardare ?Il Gladiatore? i miei giocatori si mettono a ridere o chiamano il dottore chiedendogli se sono malato”
GIORNALISTI – L’inter si sente assediata e Mou spara a zero anche sui giornalisti, rei di alimentare le ambizioni di una rimonta della Roma poi effettivamente concretizzatasi: “C’era qualcosa che non andava bene neppure a voi giornalisti e così con un po’ di prostituzione vostra e la Roma fuori dall’Europa è avvenuta la rimonta”.
LO MONACO – “Io conosco il monaco del Tibet, il Principato di Monaco, il Bayern Monaco, il Gran Prix di Monaco. Non ne conosco altri. Se questo Lo Monaco vuole essere conosciuto per parlare di me, mi deve pagare tanto. Io ho già degli sponsor che mi pagano per fare pubblicità. Non vengo pagato per fare pubblicità a Monaco”.
GIOCATORI – In negativo su Balotelli: “Se ti alleni con Zanetti e Cambiasso e non migliori hai un solo ?neuronio?, in positivo su Zanetti: “Sapevo che è una forza della natura, ma non pensavo fosse questo uomo. E poi il suo passaporto deve essere sbagliato. Non può può avere 36 anni, devono essere al massimo 25-26”.
MODESTIA – Di certo non la sua qualità migliore, profonda autostima e sicurezza di sè, queste le armi che gli hanno consentito di diventare un vincente: “Solo uno tra ventuno non voleva darmi la laurea honoris causa, ma è normale, anche Gesù non piaceva a tutti”.
D’altronde, da uno che alla sua prima conferenza stampa con l’Inter ad una domanda trabocchetto di un giornalista risponde: “Io non sono un pirla” possiamo aspettarci questo e molto molto altro…