29 Aprile 2017

Focus – Asse vincente

Il vivaio dell'Atalanta continua a sfornare giocatori di alto livello ed avere una corsia preferenziale sarebbe un'arma preziosissima

La Primavera, come ogni, apre le porte ai progetti per la stagione che verrà e come di consueto le principali attenzioni di addetti ai lavori e non, vanno a parare sul calciomercato. Un po’ un angelo, nei momenti di difficoltà, dove immaginare un calciatore al posto di un altro, magari colpevole della delusione del giorno, è miele accanto all’amaro boccone. Un po’ demone, quando si vorrebbe sovvertire la rotta scelta della società, potenzialmente indirizzata verso lidi di mercato poco graditi ai sempre più informati ed ambiziosi tifosi.
I “se” ed i “ma” legati ad un certo tipo di operazioni, hanno evidenti riscontri anche tra chi i calciatori deve comprarli per professione, di fatto, da buoni osservatori, valutano pro e contro.
L’unico asse che sembra mettere d’accordo addetti ai lavori e tifosi, dai più sognatori ai piu realisti, è senza dubbio quello con l’Atalanta. La gestione del settore giovanile della società orobica è ormai da anni la migliore dell’intera lega, anche (e nemmeno poco) superiore a quella di società più affermate e ricche. Una visione di sistema e non individuale: l’obiettivo del vivaio atalantino non è quello di regalare ai “grandi” un giocatore di alto livello, ma creare una vera e propria realtà in continua crescita capace di costituire una vera e propria base per la prima squadra.
La stagione in corso è un vero e proprio medley delle abilità formative dell’Atalanta che, complice anche l’eccellente lavoro di mister Gasperini, è diventata una realtà di primissima fascia del nostro campionato: Caldara, Conti, Bastoni, Gagliardini, Kessié, Grassi più una serie di intuizioni, su tutte quelle di Gomez, Petagna e Spinazzola, hanno valorizzato un progetto di primissimo ordine capace di attirare le attenzioni di tutte le big nazionali e non.
L’operazione Gagliardini, passato da un nerazzurro all’altro per più di 20 milioni di euro, è divenuta l’emblema di come bisognerebbe muoversi per garantire ai propri colori prospetti adatti tanto all’oggi quanto al domani. Il background del giocatore, seppur limitato a sole 9 presenze in Serie A prima di vestire la maglia dell’Inter, ha permesso al centrocampista di avere quelle basi tattiche adatte alla nostra realtà e fondamentali per imporsi in una piazza complessa come quella interista. Un fresco ventiquattrenne che gioca da veterano in un momento storico avverso a tanti giocatori catapultati nella turbolenta realtà milanese, tutto meno che un caso, visto che dietro c’è un lavoro lungo un decennio.

Lo stesso potrebbe dirsi di Caldara, bloccato dalla Juventus per una cifra altrettanto importante e protagonista della cavalcata orobica che ha portato la squadra di Gasperini in maniera stabile tra le zone nobili della classifica. Prestazioni di primissimo livello e gol pesanti, un percorso da evidente predestinato che i campioni d’Italia in carica hanno colto al balzo. Caldara può essere un’occasione sprecata ma anche un promemoria in vista del prossimo mercato: in casa Atalanta si parla infatti di Bastoni, classe ’99, come dell’erede designato del futuro difensore bianconero. Muoversi per tempo, anche in prospettiva, in un reparto ad oggi del tutto da rifondare o quasi, può essere mossa saggia e capace di premiare anche se non nell’immediato.
Discorso praticamente parallelo a quello di Caldara, seppur con esigenze tattiche differenti rispetto a quelle del difensore centrale, può essere fatto per Conti, esterno destro della linea a cinque di Gasperini. Il percorso di Conti consiste sostanzialmente in una continua e graduale crescita, abbeverata da un sistema di gioco adatto ad esaltare le caratteristiche di un giocatore dotatissimo atleticamente e smaliziato nella lettura della manovra offensiva (i sette gol stagionali, ultimo quello alla Juventus nella giornata di ieri, sono tutto meno che un caso). Può però avere una funzionalità limitata ad un preciso modo di giocare che al momento non è quello interista: in una linea a 4, da terzino puro, potrebbe perdere parte del proprio estro. L’altra faccia della medaglia potrebbe essere l’immediato ed agevolato accesso nei sistemi di Roma o Juventus, ad oggi più inclini dei nerazzurri a passare alla linea a 3.
Sembra invece diviso tra Milan e Roma il futuro di Frank Kessié, altra colonna del centrocampo di Gasperini, accostato con insistenza alla squadra di Spalletti per mesi e finito nelle ultimissime ore nel mirino dei rossoneri. Kessié è forse il golden boy orobico che ha più rubato la scena a livello di impatto: fisicamente incontenibile, in gol quattro volte nelle prime tre partite in Serie A, ha subito folgorato lo stivale calcistico con personalità e numeri da giocatore vero. Quale tra le due squadre sarà disposta ad investire i quasi trenta milioni necessari per ottenerne il cartellino?

La sinergia tra Atalanta ed Inter sembra inoltre muoversi verso un percorso extra sportivo con sfumature commerciali (leggi QUI), capace di aprire le porte ad una corsia preferenziale. Arrivare prima, sui giocatori giovani ed apprezzatissimi come quelli dell’Atalanta, può essere un vantaggio non indifferente: anche solo “bloccare” uno tra i desideratissimi vuol dire, oltre controllarlo in prospettiva, sottrarlo alle rivali ed alla luce di un lustro dove le sliding doors di mercato hanno più volte condannato le scelte dell’Inter in favore di quelle di dirette concorrenti (ricordate Nainggolan alternativo ad Hernanes?), sarebbe mossa decisiva in un duplice senso. Al momento l’Atalanta è una bottega giustamente carissima, testimone di un progetto ambizioso e frutto di un lavoro costante e minuzioso ma l’ipotetico canale preferenziale pare davvero privo di ogni qualsivoglia margine di errore, ideale per completare la squadra in maniera razionale e con importanti margini di riuscita ed ampiamente compatibili con l’idea di Inter più italiana voluta da Suning.