17 Maggio 2018

Speciale Lazio-Inter: Candreva, il protagonista in crisi della partita che vale una stagione

Dopo un periodo di scarse prestazioni e pesante contestazione da parte del pubblico, Candreva tornerà all'Olimpico per contribuire a far tornare l'Inter in Champions, ancora in cerca del suo primo gol stagionale

LazioInter è una partita che, arrivati a questo punto, ha davvero poco bisogno di presentazioni: il match dell’Olimpico sarà infatti l’ultima chiamata decisiva per la qualificazione in Champions League, con i biancocelesti, saldi al quarto posto e con due risultati su tre a disposizione, che dovranno respingere gli assalti di un’Inter obbligata a vincere per centrare un obbiettivo stagionale che manca da troppi anni e che è più necessario che mai anche per motivi di bilancio. In un momento storico, dunque, in cui la Serie A e le altre maggiori leghe europee hanno in larga parte abbandonato l’ampio uso di vere e proprie partite di spareggio a campionato terminato (l’ultima volta che l’Inter partecipò a uno di questi spareggi fu al termine del campionato ’99/’00, quando conquistò proprio la qualificazione in Champions battendo 3 a 1 il Parma con doppietta di Baggio e gol di Zamorano) e in cui molte delle lotte per il titolo, per le retrocessioni o per le qualificazioni alle coppe sono già concluse a diverse giornate dalla fine, le due squadre si giocheranno con uno scontro diretto all’ultima giornata di campionato una partita che varrà un’intera stagione, e che per motivi sportivi ed economici determinerà in buona parte anche quella successiva.

SPAREGGIO CHAMPIONS DA PROTAGONISTA IN CRISI

Tanti i protagonisti attesi, come Icardi e Immobile, che giocheranno una sfida nella sfida per aggiudicarsi il titolo di capocannoniere, oppure gli stessi Spalletti e Inzaghi, desiderosi di coronare con la qualificazione in Champions League un lavoro, quello degli ultimi anni, che gli ha permesso di imporsi nella stretta cerchia dei migliori allenatori della Serie A. Ma i riflettori saranno inevitabilmente puntati anche su Antonio Candreva: l’esterno italiano infatti tornerà un’altra volta all’Olimpico da avversario dopo aver vestito la maglia della Lazio per ben quattro anni, in un momento della sua stagione negativo viste le prestazioni che, sopratutto in questa seconda parte di stagione, non hanno soddisfatto il pubblico nerazzurro a fronte di una partecipazione alla fase realizzativa della squadra ormai quasi del tutto infruttuosa (l’ultimo assist effettuato risale alla partita di dicembre contro l’Udinese, mentre il primo gol stagionale tarda ancora ad arrivare con una sola partita a disposizione per non chiudere la stagione a secco).

Questa seconda parte di stagione negativa, oltretutto, è arrivata in controtendenza con quanto visto nella prima metà dell’anno, quasi inaspettata si potrebbe dire. Nel girone di andata infatti, Candreva era stato tra i protagonisti di un’Inter che fino alla prima sconfitta stagionale, arrivata proprio nel match di San Siro contro l’Udinese, aveva prodotto una media punti da squadra di vertice, avendo messo a segno un totale di 8 assist in 19 partite, media che, se avesse mantenuto, lo posizionerebbe tutt’ora in vetta alla classifica dei giocatori con il maggior numero di assist effettuati (posizione al momento occupata da un Luis Alberto che può vantare 14 passaggi chiave all’attivo).  Ma allora cos’è andato storto nella stagione di Candreva?

– LE CAUSE DEL GRAVE CALO

Tolto il periodo di crisi dell’Inter che ha seguito la sconfitta con l’Udinese, in cui era la squadra nella sua interezza a non girare, la sensazione è che la crisi di Candreva sia più da ricercare in motivi di natura tattica che psicologica, come qualcuno potrebbe invece sostenere. Con l’inserimento in pianta stabile di Rafinha e Cancelo infatti, l’Inter di Spalletti ha adottato uno stile di gioco maggiormente associativo e incentrato su una risalita del campo mediante continui fraseggi in cui a prendersi le maggiori responsabilità di costruzione sono i giocatori con maggiore visione e precisione nel passaggio (Skriniar, Cancelo e Brozovic), in cui la verticalità viene cercata solamente una volta raggiunta la trequarti, dove Rafinha, giocando tra le linee, fa da collante tra i reparti arretrati e quello avanzato cercando la giocata diretta per Icardi o sugli esterni per Perisic, Candreva o lo stesso Cancelo che cercano poi la profondità per arrivare al cross decisivo.

Nella prima parte di stagione invece, l’Inter era una squadra che cercava la verticalità con maggiore insistenza e rapidità, trascurando la costruzione del gioco nella parte centrale del campo, e in questo modo i due esterni si trovavano a cercare la profondità per poi far arrivare il pallone ad Icardi nel minor tempo possibile, anche a costo di forzare la giocata. Candreva quindi, paradossalmente, si trovava più a suo agio in un sistema che gli concedeva pochissimo tempo per pensare e effettuare la propria scelta di gioco, mentre adesso, più è il tempo in cui tiene palla al piede, maggiore è la probabilità che non prenda una decisione corretta e faccia perdere il possesso del pallone alla squadra con un errore banale.

UNA SOLA PARTITA PER RICONQUISTARE PUBBLICO E SOCIETA’

Oltre a questo, sembra che la ricerca del primo gol stagionale lo abbia fatto entrare in un loop mentale quasi ossessivo, all’interno del quale ha sbagliato occasioni solari in partite vinte con facilità dall’Inter in cui avrebbe potuto finalmente segnare anche lui (come quelle contro Cagliari e Udinese). Oltre a questo, gli errori (cross malamente sbagliati, mancati passaggi,…) che anche nel periodo di buona forma continuava a commettere, vengono partita dopo partita sempre meno digeriti dal pubblico nerazzurro, all’interno del quale è nato un malcontento abbastanza pesante nei confronti del giocatore, come ha dimostrato la reazione di San Siro alla sua sostituzione durante la disfatta con il Sassuolo: molti tifosi, pur riconoscendo unanimemente i limiti di Karamoh, hanno quasi esultato al momento dell’uscita dal campo prematura dell’esterno italiano.

Candreva sarà quindi in prima fila tra gli osservati speciali di Lazio-Inter, alla ricerca, magari, di un primo gol decisivo per la Champions che avrebbe quasi il sapore di una favola sportiva, visto il suo passato in biancoceleste e la controversa stagione appena vissuta condita dalla sempre maggiore sfiducia nei suoi confronti da parte del pubblico interista. Primo gol o, almeno, una grande prestazione che potrebbe riscattare questa stagione altalenante e cambiare quello che, probabilmente, è il futuro che la società nerazzurra ha in serbo per lui; futuro che, al momento, difficilmente lo vedrà al centro del progetto come quest’anno.

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