15 Dicembre 2022

CHE FINE HA FATTO – Mauro Zarate, il funambolo argentino divenuto “desaparecido”

20° appuntamento con la rubrica settimanale di Passioneinter.com

Mauro Zarate (@Getty Images)

Campioni, meteore, mancate promesse e tanto altro: la storia dell’Inter è ricca di profili che, in un modo o nell’altro, hanno lasciato la propria impronta. Ogni squadra ha il suo Pelé brasiliano… ma non è escluso che possa avere anche il Pelé portoghese. La rubrica “Che fine ha fatto?” di Passioneinter rivela qual è stato il destino di chi è riuscito a lasciare la sua traccia e, soprattutto, di chi invece è passato inosservato. Oggi è il turno di Mauro Zarate.

Zarate

Zarate (@Getty Images)

 

PRIMA DELL’INTER – Mauro Zarate inizia a muovere i primi passi da calciatore tra le fila del Velez Sarsfield, squadra con cui debutta in prima squadra nel 2003 a 17 anni. Tre stagioni dopo arriva l’esplosione vera e propria, l’argentino inizia a giocare titolare terminando il campionato in testa alla classifica marcatori a quota 12 reti, insieme ad un certo Rodrigo Palacio.
Dopo due brevi parentesi all’Al-Sadd e al Birmingham City viene acquistato dalla Lazio, dove si impone sin da subito ad alti livelli nel campionato italiano. In biancoceleste Maurito è un idolo, ma dopo due ottime stagioni in cui conquista anche una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana iniziano i primi problemi. Problemi con Edy Reja, qualche panchina di troppo e atteggiamenti non proprio da professionista per l’argentino, culminati con la cessione al termine del campionato.
L’ESPERIENZA NERAZZURRA – Nella travagliata estate del 2011, scossa dall’improvvisa partenza di Samuel Eto’o, ammaliato da un’offerta faraonica dei russi dell’Anzhi da quasi 30 mln annui, l’Inter per sopperire alla sua cessione vira su Diego Forlan dell’Atletico Madrid e Maurito Zarate, da tempo in rottura con la Lazio, per offrire al tecnico Gasperini un tridente di tutto rispetto formato dai due nuovi acquisti e uno tra Milito e Pazzini.
Ad inizio stagione Maurito è titolare, ma l’Inter non va, e dopo il disastroso 3-1 in casa del Novara mister Gasperini viene esonerato dopo sole 3 giornate. Con l’arrivo di Ranieri Zarate vedrà poco il campo, anche se tutti i tifosi nerazzurri ricorderanno il gol decisivo in Russia contro il CSKA che sancì il definitivo 2-3 per gli uomini di Ranieri. In primavera viene esonerato anche il tecnico romano, e al suo posto arriva il giovane Andrea Stramaccioni, che concederà più fiducia all’attaccante argentino che riuscirà a trovare anche una discreta continuità di rendimento. Il buon finale di stagione non gli basterà per convincere la società interista ad esercitare il diritto di riscatto e l’anno successivo fa ritorno alla Lazio.
Zarate

Zarate (@Getty Images)

DOPO L’INTER – Dire che il ritorno a Roma sia stato burrascoso è un eufemismo. Viene messo fuori rosa per volere del presidente Lotito, e l’argentino fa causa alla società biancoceleste per mobbing. La Lazio a sua volta lo denuncia per aver fatto un viaggio alle Maldive dopo essersi dato per malato. Il 15 luglio 2013 viene emessa la sentenza definitiva del collegio arbitrale, che scagiona la Lazio e porta alla rescissione consensuale del contratto di Zarate, il quale decide di optare per il ritorno in patria, lì dove tutto era iniziato, al Velez Sarsfield.
Debutta per la seconda volta con la maglia del Velez il  il 19 agosto 2013 nella partita di campionato pareggiata per 1-1 contro l’All Boys, dove parte titolare. Il mese successivo arriva anche la prima rete stagionale, nella partita vinta 4-1 contro l’Atletico de Rafaela, partita in cui sbaglia anche un calcio di rigore. Nel febbraio del 2014 alzerà l’unico trofeo della sua seconda esperienza argentina, vincendo la Supercoppa contro l’Arsenal de Sarandi, fornendo anche l’assist per l’1-0 finale.
L’ex fantasista nerazzurro in Argentina sembra aver ritrovato la sua dimensione, termina il campionato vincendo la classifica capocannoniere con 13 reti, e decide di rimettersi in gioco, di tornare nel calcio che conta, e così a fine stagione rescinde il contratto con il suo club per tentare una nuova esperienza in Premier League, questa volta al West Ham, con cui firma un triennale, dopo la breve parentesi tra le fila del Birmingham nel 2008.
Il ritorno in terra inglese però non è dei migliori, e la stagione 2014/15 si rivela molto travagliata per Maurito. Dopo soli 6 mesi con la maglia degli Hammers, in cui colleziona solo 8 presenze, viene ceduto in prestito al QPR, ma neanche tra i biancazzurri riesce a imporsi, e con la conseguente retrocessione della squadra non viene riscattato, facendo ritorno al West Ham.
Durante la stagione successiva le cose cambiano. Allardyce, l’allenatore che aveva spinto per la sua cessione, viene esonerato, e al suo posto arriva Bilic, il quale darà più spazio all’argentino schierandolo spesso titolare. I primi 6 mesi sono positivi, l’ex Lazio segna 5 reti in campionato in 15 presenze, ed attira su di sé le attenzioni della Fiorentina, che convince il calciatore a tentare una nuova sfida in Italia, acquistandolo per 2 milioni di euro.

Zarate (@Getty Images)

Con la maglia viola disputa una discreta parte di stagione, condita da 7 reti e diversi assist in 26 partite, ma nella stagione successiva i suoi rapporti con l’allenatore Paulo Sousa si incrinano, e per lui è di nuovo tempo di fare le valigie, e fa ritorno per l’ennesima volta in Inghilterra, questa volta al Watford.
La stagione al Watford inizia come peggio non poteva, ed un mese dopo il suo arrivo, nella partita contro la sua ex squadra, il West Ham, subisce un grave infortunio al ginocchio destro, che lo costringe ad uscire dal campo in barella con l’ausilio di una bombola di ossigeno, terminando anzitempo la stagione.
Dopo il ritorno dall’infortunio, per Zarate inizierà una serie di prestiti, che lo porterà prima a giocare in Arabia Saudita, con la maglia dell‘Al-Nasr, dove troverà Cesare Prandelli come allenatore, prima di tornare ancora una volta al Velez Sarsfield, quella che lui definirà la sua seconda casa. Anche questa volta, l’aria di casa farà bene all’argentino, che disputa una seconda parte di stagione ad alti livelli.
Durante l’estate del 2018 il colpo di scena. Maurito, che ha terminato il prestito ed è rimasto senza squadra, rifiuta di firmare il contratto con il Velez e decide di passare dalla parte dei rivali storici del Boca Juniors, proprio la squadra in cui lui aveva giurato che non avrebbe mai giocato. Questo atto lo porterà a litigare anche con la sua stessa famiglia: il fratello infatti, dichiarò poco dopo l’ufficialità del trasferimento al Boca di aver chiuso completamente i rapporti con Mauro a causa di questa sua decisione.
L’astio è a un livello tale che il tecnico del Boca decise di lasciare il giocatore in panchina durante il derby con la sua ex squadra, per evitare problemi al calciatore, che comunque in campo fa il suo, contribuendo a portare il Boca in finale di Copa Libertadores, poi persa. Da qui in poi però il definitivo declino.
CHE COMBINA ORA ZARATE
Dopo 3 anni più di ombre (e panchine) che luci, Zarate nel giugno 2021 rescinde il contratto con il Boca, accasandosi dai brasiliani dell’America-MG. L’avventura dura poco è già nel febbraio 2022 cambia aria, andando alla Juventude. Anche qui però non sembra trovare pace. Dallo scorso maggio è tornato in patria, in Argentia, provando a ritagliarsi spazio in un club minore, l’Atletico Platense. Ormai a quasi 34 anni, con un pessimo carattere, tanta terra bruciata attorno e un rendimento scadente nelle ultime annate, la carriera di Zarate sembra ormai destinata all’oblio. Un peccato un tramonto tanto mesto: l’alba della sua carriera era stata molto promettente. Ma certi calciatori mal si sposano con le regole e i tatticismi del calcio professionistico.

Mauro Zarate (@Getty Images)