27 Febbraio 2017

Evelina Christillin: “Sfottò a Thohir? Ebbi paura, dopo 3 giorni però chiarii con lui”

La tifosa bianconera è tornata a parlare di quella battuta sul presidente dell'Inter che fece molto discutere

Evelina Christillin, nota tifosa della Juventus e membro aggiuntivo della UEFA nell’organigramma della FIFA, è tornata a parlare di un’infelice battuta che lei stessa fece nei confronti di Erick Thohir (lo definì “Un ciccione piccoletto indonesiano”, ndr) ai microfoni de Il Mattino, spiegando i motivi che la spinsero a farla ed esternando i sentimenti che provò subito dopo averla detta: “Una storia davvero assurda. Era una battuta goliardica, la feci perché esiste davvero un bambolotto con quel nome. Mi sorprese moltissimo la follia dei tifosi: con Thohir dopo 3 giorni ci sentimmo e chiarimmo tutto, senza troppi problemi, ma io ebbi davvero paura di non poter più parlare in maniera ironica di calcio”.

Successivamente l’attenzione si sposta sulla possibile influenza, in un certo qual modo, a fare gli interessi della squadra bianconera nel comitato della FIFA, data la sua fede ormai ben nota a tutti: “Non è assolutamente vero. Noi durante le riunioni parliamo di Mondiali a 48 squadre, mica di Bonucci Allegri! Anzi, sinceramente la persona che stuzzica di più è Gianni Infantino, tifoso dell’Inter, molto spesso noi due ci becchiamo in maniera ironica. Sarri? Lo reputo un bravissimo allenatore con molte similitudini con Antonio Conte, ma per venire alla Juventus dovrebbe mettersi una giacca ed una cravatta. O almeno un maglioncino alla Marchionne…”.

Poi uno sguardo al calcio italiano in generale e sulla prossima partita della Juventus: “La sconfitta del Napoli contro l’Atalanta mi preoccupa molto. Vorranno rifarsi, sono pronta a scommettere che verranno da noi con il coltello tra i denti per strappare un risultato importante. De Laurentiis mi ricorda Mangiafuoco di Pinocchio, avete presente? Ma non lo faccio per fare arrabbiare qualcuno, dobbiamo imparare a prendere tutto con più leggerezza. Il problema del calcio italiano per me sono gli stadi, moltissimi impianti, compreso il San Paolo, necessitano di ammodernamenti. Però non posso dire altro, perché il mio ruolo dirigenziale me lo impedisce”.

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