10 Novembre 2017

Drenthe: “Il mondo del calcio non mi piaceva. A Madrid uscivo di nascosto. Vi racconto di quella notte con due ragazze…”

L'ex calciatore di Ajax e Real Madrid si è confessato ai microfoni di Marca

MADRID, SPAIN - OCTOBER 21: Royston Drenthe of Real Madrid celebrates scoring his side equalizing goal during the Champions League group C match between Real Madrid and AC Milan at the Estadio Santiago Bernabeu on October 21, 2009 in Madrid, Spain. AC Milan won the match 3-2. (Photo by Jasper Juinen/Getty Images)

Nonostante fosse uno dei giovani più promettenti del calcio olandese, Royston Drenthe ha vissuto una carriera nettamente al di sotto delle sue potenzialità ed ha appeso gli scarpini al chiodo da un anno. L’ex calciatore di Ajax e Real Madrid si è confessato ai microfoni di Marca: “Ho lasciato il calcio a soli 29 anni perché per me non è mai stato facile stare nel mondo del calcio, non mi è mai piaciuto. Ero stanco, deluso e disaffezionato. Giocavo negli Emirati Arabi ma è arrivato il momento in cui mi sono reso conto che dovevo dire basta. Continuo a giocare a calcio per divertirmi, perché è la mia vita”

IL REAL MADRID – “Nonostante tutto, sono soddisfatto della mia carriera. Ho giocato nel Real Madrid, la migliore squadra del mondo. Molti grandi giocatori non ci sono riusciti, ma io sì. Sono stato molto felice in quel periodo in Spagna. A 20 anni ero passato dal vivere con mia madre in una piccola casa ad avere una villa, giocando nella squadra più famosa del mondo.  A Madrid uscivo di nascosto la sera, non è facile rinunciare a certe cose quando hai solo 20 anni. Ricordo che una volta con un mio amico siamo andati in un casinò e lì abbiamo incontrato due ragazze ed abbiamo passato la notte insieme. Tutto fantastico. Alla fine ci hanno chiesto mille euro ciascuna. Noi siamo rimasti scioccati, credevamo fosse semplice divertimento. Avevo solo le carte di credito con me e diedi loro tutti i soldi che portavo con me…“.

MOURINHO – “L’allenatore che mi ha fatto lasciare Madrid è stato Mourinho. Con lui ho avuto anche qualche discussione seria, perché non ero d’accordo con quello che mi diceva. Nell’estate del 2010, ad un giorno dalla fine del mercato, mi disse che dovevo cercarmi una nuova squadra, dopo che per tutta l’estate mi ero allenato al massimo“.

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