28 Aprile 2017

Recoba: “L’Inter non è così forte come si pensa. Per l’allenatore non basta il grande nome”

Il Chino rilascia un'intervista dove analizza l'Inter di oggi, tra difficoltà e futuro
intervista recoba

MAZZOLA E LA MALEDIZIONE DI MONTEZUMA

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Alvaro Recoba, ex giocatore nerazzurro tra i più amati e coccolati della gestione Moratti, torna a parlare dell’Inter, in un’intervista rilasciata a FcInterNews.

CRISI INTER – “Seguo ancora la squadra e le vicende che la riguardano: questo è un periodo difficile, che urtroppo dura ormai da parecchio tempo. Ci sono stati tanti cambiamenti e non è stato ancora trovato il giusto equilibrio tra quello che è stato, con grandissimi risultati e successi, e quello che c’è in questo momento, e sinceramente non mi capacito di come, nonostante il denaro a disposizione e gli investimenti fatti, non siano ancora arrivati i risultati”.

DISTANZA DALLA JUVENTUS – “Il potenziale c’è, ma forse questa squadra non è così forte come si pensa. Manca ancora qualcosa, non c’è ancora un livello tale da poter dar fastidio alla Juventus. I bianconeri si sono consolidati come società nel corso degli ultimi anni, ora hanno tante certezze. Per tornare in alto c’è bisogno di tempo per una società come l’Inter che ha cambiato e sta cambiando molto. Fino al 2010 sono arrivati tanti successi, al contrario delle ultime stagioni, ma i tifosi non sono abituati a perdere. Come detto, la squadra è formata da buoni giocatori, però non è così forte come si pensa, e nel calcio contano i risultati. Si può segnare tanto, ma se la classifica è questa…”.

SIMEONE – Gli allenatori giusti sono quelli che portano i risultati, conta quello che si conquista. All’Inter ho lavorato con Lippi, un vincente che ha portato il Mondiale in Italia, ma con noi non è riuscito a far bene. Questo per dire che non è sufficiente il nome. Ci sono vari esempi di tecnici di altissimo livello che però, in determinate circostanze, non sono riusciti a vincere. Ripeto quanto detto poc’anzi: nel calcio contano solo ed esclusivamente i risultati. Puoi essere un grande allenatore, ma se non vinci… Simeone è comunque uno dei migliori, aggiungo giustamente perché è tra quelli che ha fatto meglio ultimamente. E qualora arrivasse a Milano, le possibilità di successo sarebbero maggiori”.

ICARDI  – “Fa quello che deve fare un attaccante: segnare. Però ci sono ancora delle cose che non funzionano. Almeno questa è l’idea che mi sono fatto dall’esterno”.

RITORNO DI MORATTI – “Moratti è una persona che ha amato e ama l’Inter: quello che ha fatto per questa società va oltre l’aspetto economico, tutto è stato dettato solo dal sentimento, ha agito da tifoso. Però, c’è da dire anche che, per portare avanti un club così importante, servono dei gruppi in grado di investire. E con Suning sembra ci sia questa possibilità. Una figura come Moratti porterebbe sicuramente qualcosa e sarebbe d’aiuto, soprattutto in un momento particolare come quello attuale. E i tifosi sarebbero meno arrabbiati se ci fosse ancora, digerirebbero più facilmente queste difficoltà”.

FUTURO – “Oggi non ci sono particolari progetti legati al mondo del calcio. L’obiettivo è quello di diventare il presidente del Nacional de Montevideo. Io allenatore? Lo escludo, non è un ruolo che sento mio, potrei farlo solo a livello giovanile: mi piacerebbe lavorare con i ragazzi”.

RITORNO ALL’INTER – “Chi non vorrebbe lavorare in un club come l’Inter? Parlo spesso con Toldo, ma mai e poi mai potrei propormi. Non l’ho mai fatto in vita mia, tutto ciò che ho fatto l’ho fatto da me. E continuerò così”.

FELIPE MELO, SCAZZOTTATA IN LIBERTADORES DURANTE PENAROL-PALMEIRAS