7 Febbraio 2019

Vieri: “Più forte Ronaldo o Cr7? Cristiano forse è più completo, ma Ronie faceva sognare”

Seconda parte della lunga intervista concessa da Bobo Vieri a La Gazzetta dello Sport

Lunga intervista concessa da Bobo Vieri a La Gazzetta dello Sport, nella quale ha trattato tanti temi legati al calcio attuale ma non solo. Dopo aver parlato di Serie A e di Inter nella prima parte, ecco la seconda.

ATLETICO MADRID-JUVENTUS – “Grande affetto per entrambi i miei ex club. In bianconero sono rimasto un solo anno ma lì è nato il vero Vieri. Mi hanno introdotto nel grande calcio, ho appreso da campioni eccezionali, mi hanno fatto capire cosa servisse concretamente per affermarsi e confermarsi a certi livelli. In una stagione abbiamo vinto Intercontinentale, Supercoppa europea e scudetto. E se ripenso a come perdemmo la finale di Champions con il Borussia Dortmund…”.

MADRID – “Arrivai all’Atletico subito dopo la Juve. Gil spese 34 miliardi di lireper me, e a quei tempi erano tanti soldi davvero. È stato il campionato dove mi sono divertito di più da calciatore: si andava sempre all’attacco, si difendeva meno, si pensava solo a fare un gol in più degli avversari. Vinsi la classifica cannonieri (24 reti in altrettante gare, ndr) e là davanti giocavo con Kiko e Juninho Paulista, due fenomeni. Non facemmo benissimo nella
Liga, ma arrivammo in semifinale di Coppa Uefa, poi ci eliminò la Lazio che a sua volta perse in finale contro l’Inter.
Bello e gratificante giocare in Spagna. Stadio sempre pieno, tifoseria spettacolare e una proprietà fantastica: non dimenticherò mai la famiglia Gil. In generale quell’esperienza mi completò come giocatore: in Spagna era tutto basato sulla tecnica, in Italia si viveva soprattutto di tattica e condizione fisica”.

CHE PARTITA SARÀ – “Una delle potenziali finali anticipate. Di fronte ci saranno squadre da top five in Europa.
Negli ultimi cinque anni sia la Juve sia l’Atletico hanno disputato due finali di Champions…”.

PERICOLI PER LA JUVE – “Simeone predica organizzazione, cuore, intensità. L’Atletico difende con una concentrazione unica, non regala niente. E con questa filosofia il Cholo ha creato una super squadra. E poi in attacco ci sono Griezmann e Diego Costa: qualità e cattiveria, coppia completa; senza dimenticare che è arrivato pure Morata. Insomma, era meglio non trovare questo Atletico, squadra che non ti fa mai giocare bene. Detto questo,
non è che a Madrid stiano festeggiando: di fronte si ritroveranno Cristiano Ronaldo”.

C.RONALDO – “Ha dato tutto: professionalità, continuità, voglia di mettersi in gioco sempre, di continuare a stupire il mondo. Quando un marziano simile sceglie te, vuol dire che il club sta facendo le cose nel modo migliore. È una dimostrazione di forza”.

CR7 vs IL FENOMENO – “Ronie era talento puro, faceva sognare, era un qualcosa di mai visto, un cartone animato giapponese. Prendeva palla e saltava tutti alla velocità della luce: fisicamente una belva, un Concorde, imprendibile. Era lui il calcio mondiale in quegli anni. Cristiano è forse più completo, un professionista spettacolare, uno che ha vinto cinque palloni d’Oro…”.

VIERI TITOLARE IN ATLETICO E JUVE – “Ma che domande mi fate? Per il ’32’ il posto ci sarebbe in tutte le squadre del mondo…”.

DYBALA – “Lo voglio vedere più vicino alla porta, è uomo da almeno 20 gol a stagione, attaccante di grandissima
qualità”.

IMPORTANZA DEL RECUPERO DI BONUCCI E CHIELLINI – “È decisivo”.

RISPARMIARE CHIELLINI IN COPPA ITALIA – “Non lo so, però nelle grandi squadre il turnover va fatto in generale, e bisogna aver fiducia in chi gioca meno. Non puoi schierare sempre gli stessi due, perché altrimenti arrivi al punto che qualcuno salta. Bisogna essere molto bravi a gestire certi giocatori, è lì che l’allenatore deve fare la differenza. Tu dici che hai la squadra forte, la rosa forte, devi allora stare molto più attento con uno come il Chiello:
ha 34 anni, va fatto riposare più degli altri. Bisogna guardare a certe cose, altrimenti è inutile comprare tutti questi giocatori”.

CHI PASSA – “Non tifo, vinca il migliore. Dico solo che sono felice quando i miei ex club si confermano ad altissimi livelli”.

QUAGLIARELLA IN NAZIONALE – “In Nazionale ci devono andare i migliori del momento, e Fabio segna più di tutti. Dobbiamo qualificarci ora, non fra tre anni. Per fortuna abbiamo il Mancio come c.t., uno bravo, che fa di testa sua, con la testa giusta. Non ha paura delle scelte teoricamente impopolari: se c’è un 36enne che merita lo fa giocare;
se c’è un 18enne bravo, che magari ha scarsa esperienza in Serie A, lui lo chiama lo stesso. Perfetto così, alla faccia dei tanti incompetenti che girano anche attorno all’ambiente azzurro. Il disastro mondiale avrebbe dovuto portare a molte altre dimissioni”.

VIALLI CAPO DELEGAZIONE – “Mi piace l’idea di molti grandi campioni del passato coinvolti nel progetto per riportare l’Italia al top. A livello di ex fenomeni il potenziale patrimonio è eccezionale: perché non sfruttarlo
sul campo come supporto tecnico anche solo per i singoli reparti? E penso in particolare alle rappresentative giovanili. I ragazzi vedono e ascoltano i grandi campioni, sanno del loro passato, assorbono carisma e personalità.
Bisogna insistere su certi valori, sul senso di appartenenza, sull’amore per la maglia azzurra che poi è la più bella
che c’è”.

NUOVA NAZIONALE – “Finalmente emerge qualità vera. Zaniolo, Chiesa e molti altri… Una generazione oltretutto cresciuta insieme già dalle Under azzurre, un po’ come succedeva ai miei tempi. Il Mancio ci porterà lontano, ne sono certo”.

FIGLIA – “La più grande gioia della mia vita. Non c’è niente di paragonabile alla nascita di una figlia. Come ho detto più volte, ringrazierò Costanza (Caracciolo, la compagna, ndr) a vita per avermi dato Stella”.

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