8 Novembre 2016

Ag. De Boer: “I tifosi erano con lui, alcuni giocatori invece…”

Il rappresentante del tecnico olandere è tornato a parlare della separazione con l'Inter: "Il gruppo aveva voglia di cambiare, ma qualche giocatore no"
intervista cancellieri

L’agente di Frank de Boer, Guido Albers, non ci sta. Intervenuto ai microfoni di fcinter1908.it, è tornato a parlare dell’esonero del suo assistito con toni piuttosto duri: “All’Inter aveva iniziato un progetto ed è stato fermato nel bel mezzo, dopo appena 9 settimane. E’ ovvio che non l’abbia presa bene perché se cominci qualcosa ti aspetti di andare avanti insieme, di lavorare come un gruppo. Hai bisogno di tempo per cambiare, tutti sanno che una transizione dal 4-4-2 al 4-3-3 richiede del tempo. L’Inter è un top club, è per questo che Frank ha accettato l’incarico. Ma è impossibile fare una transizione di questo tipo in sole 9 settimane, è semplicemente impossibile. Uno degli obiettivi prioritari, ed era chiaro fin dall’inizio, era quello di cambiare lo stile di gioco della squadra. E l’altro obiettivo era quello di trovare giocatori con Dna da Inter, giocatori orgogliosi di giocare per l’Inter e di lavorare duro per l’Inter. Giocatori che meritassero di vestire la maglia dell’Inter ogni giorno in allenamento”.

Albers prosegue: “Frank è una persona onesta, cristallina e trasparente. Al gruppo ha detto solamente: mi dispiace, mi dispiace di non poter finire il mio lavoro qui. Devo andare via. Era difficile per lui cambiare la mentalità del gruppo. Fin dall’inizio. E’ difficile creare un gruppo di 29 giocatori, nessun club in Europa ha 29 giocatori. Non ci si può allenare nel modo giusto. Ogni volta c’erano 5-6 giocatori delusi perché non giocavano ma devi meritarlo di giocare, se non lavori sul campo non puoi pretendere di giocare. Puoi giocare nell’Inter, e in una squadra di De Boer, solo se lavori duro sul campo. E bada bene che De Boer non ha mai parlato di De Boer, ha sempre parlato solo dell’Inter. Con i giocatori doveva fare qualcosa, doveva cambiare qualcosa. Fai il calciatore professionista, il tuo lavoro comincia alle 9:45. Dai è incredibile. E’ ovvio che abbia avuto un impatto forte, sei un calciatore professionista, devi stare concentrato sul tuo club. Ma il gruppo aveva voglia di cambiare, c’era veramente voglia di cambiare modo di lavorare. Ma qualche giocatore no, qualche giocatore non aveva questa intenzione. E questo rende tutto più duro e difficile ovviamente. Se nel gruppo c’è un’atmosfera negativa, musi lunghi… è difficile lavorare. Frank aveva l’idea di lavorare con un tot di giocatori e poi il resto giovani. Perché se sei giovane sei più predisposto ad accettare di non giocare. Si sa che in un club internazionale, se ci sono 29 giocatori che si sentono arrivati, non accettano di non giocare. I tifosi? Loro sono stati sensazionali con lui, fin dall’inizio. Posso mostrarvi se volete qualcosa come 500 lettere dei tifosi dell’Inter a Frank, quello che hanno fatto per lui è stato meraviglioso. Frank vuole comunque ringraziare i tifosi, sono stati favolosi con tutte le lettere e gli striscioni”.