27 Luglio 2016

Bessa: “Non vedo l’ora di giocare la Champions. Qui sto imparando tanto”

Per il trequartista brasiliano è arrivato il momento di tornare alla casa madre; Roberto Mancini lo ha inserito nella rosa di quest'anno e lo ha testato con continuità durante le ultime amichevoli

Sembrava aver smarrito un po’ la retta via, anche a causa di qualche infortunio di troppo, dopo aver incantato con la Primavera di Stramaccioni, ma alla luce delle buone stagioni disputate con Bologna e Como in Serie B, Daniel Bessa si è guadagnato un posto nella rosa nerazzurra di quest’anno. Ecco le sue impressioni raccolte in quest’intervista di Inter Channel:

D. Come sta andando?

“Benissimo, ero molto soddisfatto quando mi hanno chiamato, ero contentissimo, dal primo giorno ad Appiano a Brunico le cose sono andate bene, qui in America ancora più divertente. E’ la prima volta, mi piace molto, l’Inter mi ha portato anche qui”.

D. Arrivato ragazzo all’Inter…

“Sono venuto qui quando avevo 15 anni, sono cresciuto, ho girato negli ultimi tre anni, ma con l’Inter sono cresciuto”.

D. State venendo fuori tutti adesso i ’93 delle giovanili?

“Quella squadra lì era molto forte, lo sapevamo, eravamo molto uniti, quello ci ha fatto vincere i tornei giovanili, ora si vede che eravamo tutti molto bravi. Stiamo arrivando tutti. E’ stato tutto facile finché non mi sono fatto male, ora le cose stanno andando bene anche nei professionisti perché sto bene”.

D. Com’è giocare in serie A?

“Non puoi fare altro che adattarti, nei professionisti è tutto diverso, le cose sono più difficili, ma con il tempo si riesce a fare tutto”.

D. Ruolo?

“Mi dicono che alcuni giocatori sono stati arretrati in campo e hanno fatto bene. Io ascolto e provo, non si sa mai”.

D. Miranda ti ha preso sotto la sua guida?

“Sì, Miranda e anche Felipe Melo. Ha molto da darmi e io lo ascolto molto”.

D. Com’è giocare con squadre come PSG?

“E’ un’altra storia. Loro sono il top come l’Inter, bellissimo, c’è solo da imparare”.

D. Futuro?

“Non vedo l’ora di giocare nel calcio che conta, in una squadra come l’Inter, in Champions League. Farò di tutto per arrivarci”.

D. Dove hai imparato di più?

“All’estero. In Portogallo e Olanda; anche per via infortuni, ho imparato tanto come uomo. Poi in Italia sia a Bologna che a Como sul campo ho imparato tanto”.

D. Bologna, piazza che non perdonda niente

“Sì, è vero sono abituati a grandi giocatori. Come l’Inter. E’ stato bello passarci e conquistare la promozione”.

D. Poi Como…

“Sì è stata ideale per me per numero di presenze. E’ andata male, era una società messa male ma calcisticamente per me anno importante”.

D. Allenatori e persone importanti?

“Mio fratello, mio padre, mia madre e la mia ragazza. All’Inter Samaden, Casiraghi; allenatori Stramaccioni, Diego Lopez al Bologna queste sono le persone che mi hanno insegnato di più. Casiraghi ha un cuore enorme, è una persona speciale, vorrei arrivare anche per lui”.

D. Dove devi migliorare?

“Quasi tutto, quello in cui mi presto di più è sulla continuità e sulla fase difensiva. Sto imparando a marcare”.

D. Sei migliorato anche in fase difensiva?

“Crescendo e giocando si migliora sempre”.