28 Giugno 2017

Di Gregorio: “Scudetto? Ero sicuro della nostra forza. Mi ispiro ad Handanovic”

Le parole del portiere della Primavera dell'Inter campione d'Italia

Michele Di Gregorio, portiere e capitano della Primavera dell’Inter, ha parlato a Gazzamercato.it della vittoria dello scudetto di due settimane fa: “Ero sicuro della nostra forza, così scherzando ho iniziato a pensare alla premiazione. Così un giorno ho chiesto al mio agente Carlo Alberto Belloni se un portiere doveva togliersi i guanti per alzare la coppa. Solo ora ci rendiamo davvero conto dell’impresa che abbiamo fatto. Durante l’anno siamo riusciti a migliorare tanto e a crescere come gruppo. Le sconfitte della regular season ci hanno forgiato e l’eliminazione ai rigori al Viareggio è stata la svolta. Quel giorno ci siamo detti che non potevamo più sbagliare. La Roma negli ultimi anni era stata sempre la nostra bestia nera. Eliminarla in semifinale è stata una bella rivincita. Vincere è sempre bello è gratificante, però da bambini si è più incoscienti, non ti rendi conto del tutto di quello che stai facendo. In Primavera è decisamente diverso: si respira il clima del calcio vero, con arbitri di alto livello e televisioni nazionali”.

“La VAR è uno strumento importante, anche se ci sono stati pochi casi, tranne il rigore in finale, in cui è stata utilizzata. Giudizi? Ancora presto per sbilanciarsi, sicuramente può essere un aiuto importante per tutti. Per me l’Inter è una famiglia. Qui sono cresciuto e diventato uomo, dal direttore Samaden a tutti gli allenatori che ho avuto in questi anni, sino alle persone che lavorano per il settore giovanile: mi sono stati vicino in ogni momento. Da bambino ero molto vivace e un po’ spericolato: mi piaceva lanciarmi e tuffarmi. Non avevo paura di nulla così mi hanno messo in porta. È stato mio papà a incoraggiarmi e a farmi iniziare a giocare nel mio paese. Ho sempre fatto il portiere tranne qualche partitella in cui sono finito in attacco. Molto meglio tra i pali. È quello il mio mondo. Mi piace molto Crisanto della Roma e anche Cerofolni della Juve. Da bambino l’idolo era Julio Cesar. Purtroppo non sono mai riuscito a incontrarlo. Adesso invece il modello è Handanovic”.

“Mister Pioli mi chiamò in prima squadra perché c’era una emergenza infortuni, è stata una settimana fantastica. Allenarsi con tutti quei campioni è stato incredibile. Handanovic? Samir è stato eccezionale: mi riempiva di consigli e indicazioni, è una gran persona oltre che un campione. Con noi giovani è stato molto carino e paziente, ci incitava in continuazione. È un perfezionista, cura ed è attento a ogni particolare. Spero di essere riuscito a rubare qualche suo segreto. Sono un ragazzo normalissimo, ma appassionatissimo di calcio. In tv cerco di non perdermi neanche una partita. Guardo tutto, dalla Champions alla Lega Pro. Non potete immaginare le battaglie quotidiane con mia mamma per il telecomando. Seguo tanto il volley e il tennis, sono un fan di Nadal. E poi la musica, in particolare il rap italiano. La canzone prima di ogni partita? Guerriero di Marco Mengoni. Mi carica a mille e mi ci ritrovo molto. Anche io sono un tipo che non molla mai, sempre pronto a combattere tutte le difficoltà. Dedico lo scudetto a mia Mamma Agata e a mia sorella Angela, che in questi anni hanno fatto tanti sacrifici per aiutarmi. E poi a mio papà Marcello, che purtroppo qualche anno fa è scomparso. È lui mi ha fatto iniziare questo sogno, trasmettendomi la sua passione per il calcio”.

GABIGOL ALLE PRESE CON IL DURO LAVORO ESTIVO