18 Marzo 2016

Eder: “Eto’o mi ha parlato dell’Inter, la gara con la Juve è stata…”

Eder si racconta in una lunga intervista, toccando diversi temi e sulla partita con la Roma dice: "Se dovesse segnare Miranda e l’Inter vincere, io metterei subito la firma"
intervista eder

In vista del big match di campionato contro la Roma a parlare ai microfoni del Corriere dello Sport è Eder.
Queste le sue parole nella lunga intervista concessa:

“L’anno scorso dovevamo giocare proprio contro i giallorossi all’Olimpico e io ed Eto’o avremmo dovuto giocare da esterni, con Okaka (e negli ultimi 15′ Muriel, ndr) in mezzo. Ebbene, Samuel è venuto da me e mi ha detto: “Non mi interessa se dobbiamo fare i terzini, oggi dobbiamo vincere”. Il risultato è che noi abbiamo corso avanti e indietro sulla fascia e la Sampdoria si è portata a casa i 3 punti. Samuel raccontava anche dell’anno del Triplete con l’Inter, dicendo che se glielo avessero chiesto avrebbe fatto anche il portiere. Io lo ascoltavo e mi venivano i brividi. Insomma, se l’ha fatto lui, perché non dovrei farlo io?” parole e musica di Eder dal quale si comprende che l’astinenza di reti per lui non è così importante quanto le vittorie della squadra.

GOL E VITTORIE – “Per un attaccante il gol è sempre importante. Poi, dopo averne fatti 12 fino a gennaio, ci ho anche preso gusto. Ma se dovesse segnare Miranda e l’Inter vincere, io metterei subito la firma. La verità è che sono i risultati ad influenzare i giudizi. L’altra settimana guardavo un servizio su Mandzukic, nel quale veniva celebrato per le sue rincorse in difesa. Poi hanno segnato Barzagli e Lemina, ma, se contro l’Atalanta la Juventus non fosse andata oltre lo 0-0, cosa avrebbero detto? Le dico un’altra cosa. Se l’Inter dovesse chiudere il campionato al terzo posto, si parlerebbe di quanti gol ha segnato Eder o della Champions?”.

ROMA-INTER – “Un successo ci darebbe la carica per andare ad agguantare i giallorossi. Ma non credo che i giochi sarebbero chiusi in caso di pareggio. Mancherebbero altre 8 giornate e, con 24 punti a disposizione, potrebbe ancora accadere di tutto. Certo in caso di sconfitta, la situazione diverrebbe parecchio complicata per noi. Giocare da centravanti? L’ho già fatto proprio in quella gara e non mi sembra che sia andata così male… Lo farò con le mie caratteristiche, perché io non sono un attaccante che resta in area di rigore ad aspettare il pallone buono per segnare. Per me conta essere utile e fare ciò di cui ha bisogno la squadra. Ad ogni modo, mi dispiace che proprio per una sfida così delicata non ci siano Icardi, Palacio e Jovetic. Noi, però, ci faremo comunque trovare pronti”.

TERZO POSTO – “Nel calcio si può fare qualsiasi cosa. Qualcuno credeva che potessimo rimontare la Juventus in Coppa Italia? Invece, siamo andati ad un passo dalla finale. Quando scatta quel qualcosa, non ci sono limiti. L’importante è crederci”.

CONTRO LA JUVE – “Ci siamo parlati tanto e a lungo. Mancini ci ha detto che, sia nell’andata di Coppa Italia sia a Torino in campionato, la differenza l’avevano fatta alcune nostre disattenzioni, ma la Juventus non ci aveva dominato. Ci ha caricato, ci ha spinto a rifarci. Così è arrivata una risposta importante, anche se non sufficiente per passare il turno. E’ servita, però, per restituirci convinzione e fiducia, permettendoci di vincere bene con Palermo e Bologna”.

SUL TRASFERIMENTO – “Non è facile cambiare a metà stagione. Anche per ragioni che vanno al di là del campo. Ad esempio, io sono qui da un mese e mezzo, ma solo da una settimana sono entrato nella mia casa nuova. Non cerco scuse, ma è la realtà. D’estate ci sarebbe stato più tempo per ambientarsi e inserirsi”.

IL LEICESTER – “Ripeterei la stessa scelta. Con tutto il rispetto, l’Inter è l’Inter. Sono da tanti anni in Italia e so cosa significhi questa maglia. Con il Leicester, però, era praticamente tutto fatto. Avevo anche parlato con Ranieri, che è una persona eccezionale e voglio ringraziarlo. Farò il tifo perché vinca la Premier. Ma non potevo rinunciare all’Inter”.