17 Febbraio 2016

Felipe Melo: “La Fiorentina ha un posto speciale nel mio cuore. Con il passaggio alla Juventus…”

Felipe Melo, tra i protagonisti della prima parte di stagione dell’Inter, ha rilasciato un’interessante intervista ai microfoni di Calcio2000 dove ha ripercorso tutte le tappe della sua carriera da calciatore professionista prima di approdare in nerazzurro: “A poco più di 20 anni, arriva l’approdo nella Liga, al Mallorca… Come mai hai scelto proprio la Spagna? […]
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Felipe Melo, tra i protagonisti della prima parte di stagione dell’Inter, ha rilasciato un’interessante intervista ai microfoni di Calcio2000 dove ha ripercorso tutte le tappe della sua carriera da calciatore professionista prima di approdare in nerazzurro:

A poco più di 20 anni, arriva l’approdo nella Liga, al Mallorca… Come mai hai scelto proprio la Spagna? No, non ho scelto io la Spagna, solo loro che hanno scelto me… Non avevo, allora, tante opzioni. Avevo trattato con Porto e Benfica, ma non avevamo trovato un accordo e, all’ultimo giorno di mercato, è arrivata la possibilità di andare al Mallorca di Hector Cuper e l’ho presa al volo. Che ricordi hai del periodo spagnolo. Hai giocato per Mallorca, Racing e Almeria… Al Mallorca ho giocato poco ma sono sceso in campo spesso nelle ultime, decisive, partite del campionato. Al Racing ho giocato da esterno sinistro o destro e non è stato facile. Poi sono finito all’Almeria dove sono esploso. Devo dire grazie all’allenatore di quella squadra, Unai Emery. Per me un tecnico davvero incredibile che mi ha aiutato tanto nella mia crescita professionale. Una stagione indimenticabile, bellissima. Poi, nell’estate del 2008, arriva la chiamata della Fiorentina… Che bell’anno. È stato il mio primo, vero grande club. Ho dei ricordi bellissimi della città, della squadra e della società. Dopo i primi mesi, ero già amatissimo. Uscivo di casa e dovevo firmare 70/100 autografi. Incredibile, giocando subito la Champions League. La Fiorentina ha un posto speciale nel mio cuore, anche se so che, trasferendomi alla Juventus, ho scontentato tante persone. Appunto, la Juve… Forse il fatto di essere etichettato come mister 25 milioni ti ha condizionato negativamente? No, assolutamente no. Ci sono dei giocatori che, anche se giocano male, sono sempre stimati dal pubblico e ce ne sono altri che, anche se giocano bene, non piacciono alla gente. Basta che qualcuno inizia a dire che sei scarso e, alla fine, per la gente lo diventi davvero. Quando sono arrivato a Torino, dicevano che io e Sissoko, la coppia centrale di quella Juventus, eravamo il duo più forte d’Italia. A fine anno, non avendo vinto nulla come squadra, eravamo diventati scarsi… Eppure io, in quella Juventus, ho sempre giocato da titolare. Comunque io ho un ricordo solo positivo di quell’esperienza alla Juve. Sono cresciuto moltissimo come uomo, ho imparato tanto lì, in una società seria. Chiusa l’esperienza a Torino, vai ad Istambul, al Galatasaray… Sono sincero, non è stato facile. C’era il Manchester City che mi voleva e avevo già un pre accordo con il PSG, dove c’era Leonardo. Ma, sono onesto, il Galatasaray è arrivato con un’offerta importante a livello economico. Ci ho pensato, c’era Taffarel, ho chiesto a diverse persone e alla fine ho scelto di andare in Turchia. Una scelta azzeccata… Guarda, bellissimo. Ho trovato una tifoseria spettacolare. Ho vinto da subito, diventando importante per la squadra. Sono stati degli anni bellissimi e ricchi di soddisfazioni, sia in campo che fuori”.