8 Novembre 2018

GdS – L’Inter è sulla strada giusta: lo ‘spread’ inizia a scendere, ma bisogna ancora crescere perché in Europa…

La prestazione d'orgoglio dei nerazzurri contro il Barcellona, ha confermato il salto di qualità delle ultime settimane

Cercare di far gioco in faccia ai maestri del ‘tiqui taka’, era impresa assai ardua. E lo sapeva bene Luciano Spalletti, consapevole dell’enorme rischio verso cui andava incontro. Per questo motivo, la mossa del contropiede se l’era tenuta ben stretta come ultimo colpo in canna per sorprendere gli avversari e in effetti, le scorribande laterali di Perisic e Politano, ai punti sono state le armi più temute dai blaugrana. Paragonare questa squadra al Barcellona rischia di essere fortemente penalizzante. I nerazzurri sono stati costruiti con caratteristiche ben diverse dai catalani, sebbene i tentativi di gestire il pallone per buona parte dell’incontro che in campionato riesce volentieri, mentre in Champions – dove il tasso di difficoltà aumenta vertiginosamente – la squadra viene costretta ad aggrapparsi alla fisicità che la contraddistingue.

Come scritto nell’edicola de La Gazzetta dello Sport di questa mattina, il differenziale più alto, e più appariscente a San Siro, è stato relativo al gioco. L’idea di ‘andare a prendersi il pallone’ ha incontrato più resistenze del previsto (e già ne erano previste parecchie). Busquets ha asfissiato Brozovic, gli esterni hanno creato superiorità, il Barcellona ha completato 662 passaggi contro 312, costringendo gli interisti a correre ‘a vuoto’ 7 chilometri più di loro. Numeri enormi che rappresentano bene quella superiorità di palleggio apparsa evidente. Il tiqui­ taka, come Roma, non si costruisce in un giorno: il processo è stato avviato, la filosofia è stata recepita, ma per sfidare i giapponesi sulla tecnica di taglio del sushi serve un lungo apprendistato. L’ingresso di Malcom, la panchina di Rafinha, il modo in cui il Barça ha superato l’assenza di Messi (e di due centrali difensivi) raccontano poi l’ampiezza della rosa di Valverde.

E se è vero che l’ingresso di Lautaro ha dato la scossa, le scelte di Spalletti sono decisamente più limitate. Nainggolan non al meglio, quasi zoppicante, gioca comunque perché le alternative non garantiscono lo stesso potenziale. Gli infortuni nel lungo periodo (specie in mezzo) rischiano di pesare più che altrove. Il progetto tecnico è «giovane», nonché ampiamente rinnovato in estate: questo fa sì che gli automatismi tattici siano appena stati costruiti. Se altre big possono cambiare 3­4 moduli nel corso di una gara, l’Inter oggi ondeggia solo fra 4­ 2­3­1 e 4­3­3 (scarti minimi). A corollario di tutto ciò, emerge infine il gap economico, con i 693 milioni di fatturato del Barça, contro i 297 dell’Inter. Zhang, ha iniziato a lavorare da qualche tempo a ridurre notevolmente lo spread rispetto alle grandi d’Europa e, nel frattempo,  si gode un’Inter che anche in Champions fa sul serio.

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SPALLETTI: “ORGOGLIOSO DEL NOSTRO CORAGGIO”

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