29 Agosto 2017

Geopolitica e pallone, la frenata della Cina agli investimenti milionari

Gli scenari e i possibili sviluppi di un mercato che si scontra con la politica
assemblea soci

Le difficoltà che sta riscontrando Suning in Italia non sono del tutto inventate, come qualcuno vuole far credere: motivi economici e politici bloccano l’espansione della Cina in Occidente. Secondo un’inchiesta apparsa oggi su La Gazzetta dello Sport, gli investimenti dall’Oriente saranno fortemente limitati d’ora in poi. L’uomo più ricco della Cina (con un patrimonio personale di 33 miliardi di dollari) stava per imbarcarsi su un aereo privato per raggiungere il Regno Unito quando è stato fermato dalla polizia e trattenuto per alcune ore all’aeroporto di Tianjin. Notizia poi smentita dal gruppo Wanda, diretto proprio da questo signore: Wang Jianlin, proprietario di una quota dell’Atletico Madrid e di Infront, società che in Italia gestisce il marketing e le sponsorizzazioni di alcune squadre di Serie A. Ma le voci hanno fatto crollare del 10% le azioni di una controllata di Wanda a Hong Kong. Il rumour rappresenta efficacemente il mutato clima sugli investimenti cinesi all’estero, in particolare nello sport. In questi anni lo shopping è stato compulsivo: solo in acquisizioni di club calcistici stranieri sono stati spesi oltre 2 miliardi, con gli esempi italiani di Inter e Milan e l’ultimo investimento nel Southampton.

Nel 2015 si è registrato il boom degli investimenti cinesi all’estero: 145 miliardi di dollari. Secondo Alberto Rossi, analista della Fondazione Italia-Cina “La fuga dei capitali ha portato a un calo delle riserve in valuta estera, che a gennaio sono scese sotto la soglia psicologica di 3mila miliardi di dollari. La preoccupazione sulla tenuta del sistema finanziario è cresciuta via via, i controlli sugli scambi di valuta estera si sono intensificati, tanto che nei primi sette mesi del 2017 gli investimenti oltre confine hanno riportato un calo del 44%. Nel mirino sono finiti gli investimenti irrazionali in settori come l’immobiliare, l’intrattenimento, il cinema e lo sport”. Le disposizioni che limitavano questo tipo di acquisizioni sarebbero dovute scadere il 30 settembre, ma questa estate c’è stata un’accelerazione. Ad agosto, ecco le nuove regole con la divisione in tre categorie per gli investimenti esteri: vietati, limitati, incoraggiati. Quelli nello sport ricadono nel secondo gruppo.

Suning, il colosso di Zhang Jindong con un fatturato di 60 miliardi di euro, dopo aver investito tantissimi quattrini nell’Inter (oltre 370 milioni in un anno), ha deciso di non dare troppo nell’occhio in questa sessione di mercato, che pure ha contemplato investimenti per un centinaio di milioni. Paradossalmente i destini del Milan sembrano dipendere di meno dalle bizze politiche di Pechino perchè, nonostante la presenza del cinese Li Yonghong, la fetta più grossa della torta appartiene al fondo speculativo statunitense Elliott con un prestito di 303 milioni, compresi 50 per il mercato. Non a caso lo stesso a.d. Fassone ha ribadito all’Observer che “nel peggiore scenario nell’ottobre del 2018 il proprietario del Milan diventerà Elliott”.

Molto dipenderà dal congresso di ottobre del Partito comunista cinese, in cui si deciderà di fatto il futuro politico della Cina fino al 2032. Il mondo del calcio attende con impazienza nuovi sviluppi.

PAZZA INTER, ZHANG JINDONG SCATENATO