18 Aprile 2018

Julio Cesar: “Inter un sogno, non immaginavo una carriera così. La parata più bella? Quella su Messi”

L'acchiappasogni idolo dei tifosi nerazzurri ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine de La Gazzetta dello Sport

Julio Cesar, il portiere del triplete dell’Inter  amato da tutti i tifosi nerazzurri, sabato sera scenderà nuovamente in campo a Rio de Janeiro nella seconda giornata del Brasileirão. Dopo aver dato l’addio al calcio pochi mesi fa, l’estremo difensore brasiliano aveva clamorosamente scelto di fare un passo indietro, accettando romanticamente l’offerta contrattuale della squadra che da ragazzino lo aveva cresciuto: il Flamengo.

Ecco la prima parte dell’intervista realizzata sulle pagine di oggi de La Gazzetta dello Sport:

A Milano la chiamarono acchiappasogni: si sta per prendere il più bello?
“Bello come questi venti anni: più di un sogno. Mai, neanche quando da ragazzino fantasticavo, avrei potuto immaginare una carriera così”.

E la festa di sabato come la immagina?
“Un omaggio: non a me, ma a chi ha permesso che succedesse tutto questo. Il Flamengo, i suoi tifosi: mi hanno preso che ero un bambino e mi hanno accompagnato finché sono diventato un uomo, pronto per il calcio europeo. Sarò io che ringrazierò loro”.

Piangerà, vero?
“Come sanno bene i tifosi dell’Inter, me ne frego delle telecamere e non mi sono mai vergognato di farlo: se mi verrà voglia piangerò, quindi credo proprio di sì”.

Firmò con il Flamengo e promise: mi godrò ogni secondo di questi tre mesi.
“E me li sono goduti anche più di quello che immaginavo. Mi sono rivisto ragazzino del Flamengo, a 38 anni me ne sono sentiti addosso 17 come loro. Come Vinicius, che qualche tempo fa mi ha fatto stringere il cuore. Mi ha detto: ‘Ho chiesto di restare al Flamengo fino al termine di questa stagione anche perché qui ci sei tu, per imparare qualcos’altro da te'”.

Apriamo parentesi: è tanto forte Vinicius, vero?
“Ha qualcosa di speciale e fa cose da fenomeno. Ma è tanto giovane, diamogli tempo”.

Chiusa parentesi. Quando lei disse sì al Flamengo, sua moglie Susana pianse:
“Gli uomini sono egoisti”.

Perdonato?
“Certo che sì: era solo triste perché saremmo stati lontani. Arriva giovedì assieme ai ragazzi: Cauet e Giulia. Mi dica lei come farò a non piangere”.

Ha già deciso cosa farà dopo aver smesso?
“È possibile che rimanga nel calcio, ma non so ‘come’: è presto per parlare di futuro”.

E allora parliamo del passato: riesce a dire qual è stata la parata più bella della sua carriera?
“Dite tutti quella su Messi nella semifinale di Champions a Barcellona e forse avete ragione voi. In quella partita, in quel momento, contro quell’avversario: una delle prime cose che insegnano a noi portieri è che una parata è bella solo se è importante. Quella fu importantissima”.

L’attaccante più forte che ha affrontato?
“Romario. Inventava e non c’era rimedio: non sapevi mai come si sarebbe mosso, come avrebbe tirato”.

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