7 Aprile 2016

Murillo: “I tifosi dell’Inter sono grandi. Mi ispiro a Thiago Silva. Miranda…”

Jeison Murillo, ospite a InterNos, ha parlato del suo rapporto con i tifosi, dell'Inter e della Nazionale colombiana.
intervista murillo

Jeison Murillo, difensore nerazzurro, ospite a InterNos, programma di Inter Channel. ha risposto alle domande dei tifosi nerazzurri su diversi argomenti: “Giocare con la Nazionale è una cosa bellissima, cantare l’inno è una sensazione bellissima e chiudendo gli occhi la vivo in pieno. Per me è molto importante, come per ogni giocare: quando indossi quella maglia senti delle emozioni forti e strane perchè non sei abituato ed è stupendo. Sin da bambino volevo arrivare a questo, volevo sfondare nel calcio, me lo sono imposto. Voglio lavorare come sto facendo per ripagare la fiducia e l’affetto di tutti. Il gol contro il Brasile è stata una sensazione eccezionale perchè era una squadra che non battevamo da anni, al mio esordio in Copa America è stato fantastico“.

Quando ho saputo dell’interessamento dell’Inter ero molto felice, non vedevo l’ora perchè non si può dire no ad una squadra come l’Inter. Non mi dispiace essere rimasto sei mei in più al Granada perchè siamo riusciti a salvarci e ho ottenuto anche la Copa America grazie a quelle presenza, nonostante venissi da un infortunio. Ho rinunciato alle vacanze per andare all’Inter pur di farmi operare ed essere a disposizione del mister. Al Granada mi sono messo in mostra ai tifosi. Ho sempre ammirato i tifosi nerazzurri, li guardavo in tv per vedere Cordoba, capitano della Colombia che ci ha regalato grandi soddisfazioni. Era un idolo per tutti e mi piacerebbe fare quello che ha fatto lui all’Inter, ma devo superare anno dopo anno e migliorare, poi si vedrà quale sarà il mio futuro. Ora ho 5 anni di contratto e lavoro per migliorare sempre e dare soddisfazioni alla squadra. Vorrei chiudere la carriera al Deportivo Cali, ma manca ancora molto e non ci penso“.

In Europa ho iniziato con il Cadice in Spagna e giocavo per arrivare in Segunda Division. Nonostante fossi il più giovane diventai il migliore per rendimento della squadra, dopo di che andai al Las Palmas che mi diede tantissima fiducia. Giocavamo come il Barcellona perché il mister veniva dal loro settore giovanile. Da qui poi il percorso si è diretto verso Granada e la storia la conosciamo tutti. Nella crescita di un ragazzo sia necessario un percorso graduale. Ognuno di questi allenatori mi ha dato moltissimo, specialmente Sergi Lobera al Las Palmas. Arrivare in Europa così giovane è difficile, ti manca tanto la tua famiglia, ma poi diventa normale perché stai vivendo il tuo sogno e devi proseguire. Certamente iniziare ad ambientarmi partendo dalla Spagna mi ha dato un vantaggio, perché ho potuto dedicarmi solamente al campo senza problemi di lingua”.

Mancini è una persona tranquilla, rispetto le sue decisioni e imparo dai suoi allenamenti. Miranda è una grandissima persona, ha tanta esperienza e sto imparando molto da lui, approfittando di questa occasione per carpire ogni dettagli e farlo mio. Mi ispiro anche a Thiago Silva perchè mi piace molto come gioca e lo sa anche Miranda. Sto bene insieme a tutti i miei compagni e in ritiro sono in stanza con  Medel. Il gol contro il Frosinone è stato molto bello perchè mi piace fare gol, ma il primo rimarrà sempre nel mio cuore per la dedica alla mia ragazza e per l’emozione di aver segnato con questa maglia importante“.

Sabato li affrontiamo di nuovo, ma sarà difficile. In casa sono molto compatti, ma noi dobbiamo stare attenti e concentrati per non cadere in difficoltà. Il terzo posto non è impossibile, la cosa ci è sfuggita un po’ di mano, ma adesso non dobbiamo abbatterci e rimanere concentrati perché lavorando si può raggiungere tutto. Adesso lavoriamo per finire al meglio questo campionato. Certamente ci arriviamo dopo una gara strana come quella contro il Torino. E’ difficile darle un senso, ma nonostante questo bisogna alzare la testa e continuare a lavorare nell’attesa che le cose tornino alla normalità. E’ una gara che ci è sfuggita di mano, queste cose si risolvono lavorando. Higuain, senza dubbio, è il giocatore più difficile da marcare in Italia. Quest’anno è stato davvero immarcabile. Mi ha sorpreso moltissimo perché nonostante il fisico riesce a compiere delle cose che non puoi pensare sia in grado di fare“.