27 Aprile 2019

Lautaro: “Voglio vincere il campionato e la Champions League con l’Inter. Il primo anno in Italia? Ho pensato di andare via. Su Icardi e Spalletti…”

Il numero 10 nerazzurro ha rilasciato un'intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport in vista della super sfida in programma questa sera contro la Juventus

In vista della super sfida in programma questa sera a San Siro tra Inter e Juventus, La Gazzetta dello Sport ha intervistato in esclusiva Lautaro Martinez: il numero 10 ha vinto il ballottaggio con Mauro Icardi e guiderà l’attacco nerazzurro in questa delicata sfida che può chiudere virtualmente i conti per la Champions League.

Ecco le sue parole in vista della partita: “L’Inter ci arriva bene, ancor più di quanto non dicano i risultati, che non sono sempre quelli che vogliamo. L’ultimo pareggio con la Roma è un punto guadagnato per il nostro obiettivo: è l’unico che ci resta, non possiamo fallire. Dobbiamo giocare come nel derby”.

Il percorso nelle coppe: “Se mi aspettavo di più? Sì. Con la Lazio siamo finiti ai rigori, poi la sfortuna… In Champions abbiamo fatto una grandissima prima parte, poi ci siamo fermati. In Europa League ero molto fiducioso, perché vedevo la squadra carica. Invece siamo usciti perdendo in casa, eravamo tutti molto tristi, feriti”.

La sfida a distanza con Cristiano Ronaldo:Cosa gli rubererei? Il colpo di testa: su corner o su punizione lui sa attaccare il pallone. E quasi sempre ci riesce. Ha tante armi, ma questa è una delle più pericolose”.

Il gap dalla Juve:Vedendo i punti, si direbbe che la differenza è grande. Ne siamo coscienti, ma nel prossimo torneo dobbiamo cambiare questa cosa. Siamo un grande club, è obbligatorio farlo. Il mio grande sogno è vincere un campionato con l’Inter. Ma per riuscirci non basta parlarne. È necessario convincersene tutti psicologicamente: i tifosi, i dirigenti e noi giocatori”.

La prima stagione in nerazzurro: “Ho messo insieme tanti minuti, sono contento. In precampionato ho giocato e segnato tanto, poi mi è toccato andare in panchina e alla fine per quello che è successo a un compagno sono diventato titolare. E poi ho segnato nel derby. Se ho pensato di andar via quando giocavo poco? In quei momenti ti passa di tutto per la testa. Arrivavo dal Racing dove giocavo sempre, qui avevo davanti un monumento interista come Icardi, capitano, capocannoniere. Sapevo che sarebbe stato difficile giocare, lui non sarebbe mai uscito: o l’uno o l’altro, insieme mai. Così pensavo all’Argentina, alle occasioni sprecate, a un mucchio di cose. Ma parlando con la mia famiglia non è mai mancata la fiducia”.

L’attacco del papà a Spalletti: “L’ho chiamato e gli ho urlato che non avrebbe dovuto farlo, non si sarebbe dovuto permettere. È un essere umano, può sbagliare, è stato calciatore quindi ha capito subito. Cancellò il tweet, ma era tardi, si è scusato in primis con me, che è la cosa importante, poi io chiamai il tecnico per chiedere scusa da parte mia e sua. Abbiamo fatto una riunione a tre: io, Zanetti e Spalletti”.

Il caso Icardi: “Se ci ho parlato durante quei giorni? Certo, a lungo. Gli ho sempre ribadito quanto fosse importante perla squadra, però gli ho anche detto che i problemi che c’erano tra i dirigenti e la sua moglie e agente andavano risolti direttamente da loro. E che noi come squadra non dovevamo essere coinvolti, non eravamo parti in causa, eravamo ai margini. Il nostro rapporto? È stato il primo ad accogliermi, mi ha aiutato anche con la casa, si è occupato di tutto. Non era obbligato a farlo e lo ha fatto da buona persona. Siamo coscienti che lottiamo per un solo posto: fuori ci troviamo bene insieme, in allenamento poi ognuno fa il suo. Forse saremmo cresciuti di più, perché se lavori più tranquillo è meglio. Ma c’è sempre un compagno, un agente, un problema… in fondo sono cose che accadono anche alla Juve, o al Racing”.

Un gol in Inter-Juve o in Coppa America? “No, non scelgo: prima segno alla Juve, poi con l’Argentina”.

La numero 10: Se pesa? No, non ho mai avuto dubbi. Quando conobbi Ausilio mi chiese quale numero avrei preferito, gli risposi il 10, è davvero speciale”.

Il rapporto con Spalletti: In allenamento mi corregge molto la tecnica, il controllo di palla. Mi dice sempre di essere sorpreso dalle mie capacità di apprendimento”.

La Champions League nel mirino: “Spero che la prossima sia la mia. Prima qualifichiamoci. Poi certamente avrò qualche conoscenza in più per affrontarla. Io mi dò sempre degli obiettivi a breve termine: ora la qualificazione europea, poi la Coppa America, dopo la Champions. Pensando di poterla vincere. Se pensi alla vittoria tutto diventa più facile. Se pensi ad arrivare secondo, non vinci mai”.

Il rinnovo del contratto: “Dovete chiederlo al direttore”.

ESCLUSIVA – Eder: “Juve senza stimoli: Inter, approfittane! Tornerò in Italia. Nazionale? Non ci penso più. Gabigol mi dice…”

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