15 Aprile 2017

Mazzola: “Il mio primo derby indimenticabile. Nessun problema con Moratti”

La leggenda nerazzurra ha ricordato le emozioni della stracittadina milanese in un'intervista alla Gazzetta dello Sport

Sandro Mazzola non ha bisogno di presentazioni tra i tifosi nerazzurri. I numeri parlano per lui: 17 stagioni con la maglia dell’Inter, 4 scudetti (‘63, ‘65, ‘66, ‘71), 2 Coppe Campioni (’64 e ‘65) e 2 Intercontinentali (’64 e ’65). I totale 565 gare e 160 gol.

La leggenda nerazzurra si è concessa a La Gazzetta dello Sport, dove ha raccontato i suoi ricordi legati al derby della Madonnina: “Il mio derby indimenticabile sicuramente è il primo. Avevo vent’anni e mi capitò di fare gol dopo 13 secondi. Record ancora imbattuto. Toccarono il pallone Suarez, Corso, Di Giacomo e poi arrivai io lanciato e solo soletto. Herrera mi aveva detto che sarei stato marcato da Trapattoni, ma Giovanni tentò di arginarmi quando ero già in area. Il portiere era un grande ex, Giorgio Ghezzi, idolo del mio periodo tra i pulcini quando lui difendeva la porta interista. Dopo il match, che terminò 1­1, Ghezzi negli spogliatoi venne a dirmi che mi era riuscito di fargli gol solo perché avevo calciato male. E aveva ragione! In effetti volevo tirare in diagonale ma il pallone si sollevò mentre lo calciavo e mi uscì una conclusione sul primo palo mentre lui si era preparato al tuffo dall’altra parte”.

Fu il derby del discusso rigore concesso da Lo Bello: “Sì, sì. Lo calciò Suarez, sul palo, dopo infinite discussioni. Trapattoni mi mette giù al limite dell’area: dentro o fuori? I milanisti giuravano fuori, io ero caduto dentro, Lo Bello si trovava distante e cercava conforto nel guardalinee che si guardava bene dall’intervenire. Al che, conoscendo la personalità di quell’arbitro siciliano i miei compagni seppero trovare le parole giuste per trascinarlo sul dischetto”.

Un legame che è continuato con i colori nerazzurri anche dopo aver appeso le scarpe al chiodo, da dirigente ma non da allenatore: “Finito di giocare mi dedicai al vivaio, diedi la caparra per comprare il centro sportivo di Interello e mi prodigai per tenere sotto controllo i bambini. Capii che ero più portato per un ruolo tecnico da dirigente”.

Il Moratti-bis lo ha visto d.s. fino al 1999: “Ho sofferto tantissimo, un dolore atroce. Ma non ho mai voluto parlarne con Massimo, probabilmente fu costretto a comportarsi così e in ogni caso non gli potrei mai portare rancore. Ci siamo conosciuti da ragazzi e l’Inter di suo padre è stata la mia seconda famiglia”.

Ora al comando di Inter e Milan ci sono mister Zhang e mister Li: “Il mondo cambia in fretta, non lo puoi cristallizzare. La via della Cina la inaugurai proprio io da dirigente con una tournée”.

Mazzola suona la carica in vista del derby: “A Crotone abbiamo toccato il fondo. Ottimo auspicio: passano i giocatori, le generazioni, i tecnici, i dirigenti. Ma nel nostro DNA, come se provenisse dalla maglietta, resta questo strano destino: quando siamo a terra riusciamo a dare il massimo specialmente nel derby; quando siamo al massimo, spesso diamo il minimo”.

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