24 Gennaio 2017

Monchi spiega la cura andalusa: “Jovetic come Nasri e Banega”

Il direttore sportivo ha parlato di come l'ambiente-Siviglia aiuti i giocatori anche sul piano delle prestazioni
intervista jovetic

La nuova vita di Stevan Jovetic a Siviglia sembra andare già a gonfie vele. Secondo Monchi, direttore sportivo del club spagnolo, non è un caso. Jovetic non è né il primo né l’ultimo di quei giocatori che “arrivano da club che non credono più in loro, da fallimenti e mancanza d’affetto”. Ecco spiegata la cura andalusa: “Da noi trovano affetto, l’ambiente giusto. Quando sono andato per far firmare Nasri ho parlato con Demichelis, che era suo compagno nel City. Non ho chiesto come fosse come giocatore, per quello c’è Google, ma quello che gli serviva. Ho chiesto di che cosa avesse bisogno Nasri per dare il meglio delle sue prestazioni. Mi ha detto che era come Banega, che aveva bisogno di vicinanza, di affetto, di considerazione”. 

Poi ha svelato un aneddoto sulla partita contro il Real: “ La mia grande preoccupazione era che la madre di Jovetic, presente alla partita, potesse salutare il giocatore. Questa vicinanza ai giocatori del Siviglia che arrivano con un deficit di amore è molto importante, li rende in debito nei confronti del club. Sentono l’impegno. Se si è in grado di creare tale ambiente, tutto è più facile. E se si può contare sulla complicità dell’allenatore, è meglio. È necessaria un’umanizzazione del calcio. Dare ai giocatori affetto. Da parte del club, dei tifosi e dello staff tecnico”. Un tipo di filosofia che, se divulgata, di certo non nuocerebbe a nessuno, anzi.

(Fonte: Bein Sports)

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