6 Gennaio 2017

Mourinho e il FIFA World Coach of the Year 2010: “Non fu il mio premio, ma dell’Inter e degli interisti”

Il manager del Manchester United ha parlato al sito ufficiale della FIFA

In una luna intervista concessa al sito ufficiale della FIFA in vista dei prossimi FIFA Football Awards che saranno assegnati il prossimo 9 gennaio a Zurigo, il manager del Manchester United, José Mourinho, è tornato anche sul suo trionfo come miglior allenatore nel 2010, anno del Triplete con l’Inter: “E’ stato un grande onore vincere il FIFA World Coach of the Year nel 2010, in modo particolare perché resterà nella storia come il primo riconoscimento della FIFA per un allenatore. Tuttavia, ripeto ancora che io sono un uomo squadra e il 2010 non è stato, per me, l’anno del mio FIFA award. E’ stato l’anno del mio Triplete con l’Inter. Non è stata la stagione di Mourinho, è stata la stagione dell’Inter e degli interisti. Questo è il modo in cui prendo il mio lavoro”.

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Mourinho, poi, prosegue: “Il FIFA World Player? Onestamente non sono un grande fan dei premi individuali, il calcio è uno sport di squadra. Le squadre vincono le partite, i calciatori non sono importanti come le squadre. I media ed i tifosi amano questi premi, i manager non tanto perché c’è una contraddizione tra quello per cui lavoriamo ed il premio individuale. Tuttavia, media e tifosi sono molto importanti nel gioco, per cui non sono contrario ai premi individuali. Ci sono ovviamente giocatori speciale, con grande talento che possono far giocare meglio squadra e compagni. Questo tipo di giocatori possono influenzare stile di gioco e dinamismo della squadra. Per me, questi sono i giocatori speciali”.

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Sul FIFA Men’s Coach, che vede in corsa Ranieri, Zidane e Fernando Santos, non si sbilancia: “Tutti e tre meritano di essere lì perché hanno vinto trofei importanti: Zidane la Champions League, Fernando Santos l’Europeo e Ranieri la Premier League. Sono amico di tutti e tre, per cui sarei felice in ogni caso. Ranieri ha fatto un miracolo, Fernando ha reso realtà un sogno e Zidane ha vinto la Champions”.

A Mourinho, poi, viene chiesto chi inserirebbe in un ideale 11 di giocatori che ha allenato in carriera: “E’ una risposta che mi sono sempre rifiutato di dare e continuerò a farlo. Così tanti giocatori hanno dato il sangue e l’anima quando hanno giocato per me, come posso nominare qualcuno e dimenticare qualcun altro. Vitor Baia, Petr Cech, Julio Cesar… come possono sceglierne uno? Jorge Costa, Ricardo Carvalho, Materazzi, Lucio, Samuel, Terry… come posso sceglierne uno? Essien, Sneijder, Matic, Costinha, Maniche, Xabi Alonso, Lampard… come posso sceglierne uno? Non penso che risponderò mai a questa domanda perché non dimenticherò mai i miei compagni di battaglie”.

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