12 Giugno 2018

Olaroiu (all. Jiangsu): “Zhang ha fiducia in Spalletti. Ramires? Non mi risulta che adesso interessi all’Inter”

Il nuovo allenatore dello Jiangsu ha riportato la squadra nelle zone alte della classifica

Cosmin Olaroiu, tecnico rumeno arrivato ad inizio anno sulla panchina dello Jiangsu Suning dopo l’addio di Fabio Capello, ha avuto un impatto davvero notevole sebbene i pochi mesi a disposizione. Un gigante sorridente, come lo descrive La Gazzetta dello Sport nell’edizione di oggi, con una grande apertura mentale. E’ lui a raccontare come è vista l’Inter con gli occhi di chi vive in Asia: “Sono stato a cena con Zhang prima di partire per l’Italia. Abbiamo parlato del Suning. Quando sono arrivato era in zona retrocessione: ora, prima della sosta, è quasi in zona Champions. Abbiamo parlato anche dell’Inter. Lui ha tanta fiducia in Spalletti. Mi ha detto: ‘Mister, l’Inter non può passare in un attimo da zero a cento. Anche gli investimenti vanno fatti gradualmente e questa è stata la nostra filosofia di ingresso nel calcio italiano. Nel giro di due anni l’Inter sarà pronta per vincere’. Questo è il modo di ragionare del nostro proprietario”.

E’ competente di calcio?
“Con me non è mai entrato in aspetti tattici. Però mi ha proposto per il mercato un ottimo giocatore. Ma ha accettato che lo bocciassi perché non lo ritenevo adatto al progetto che ho in mente. Insomma, competenza ma anche grande rispetto dei ruoli”.

L’Inter in passato voleva il vostro Ramires.
“Non ero io a quei tempi l’allenatore. E non mi risulta che ora Ramires interessi all’Inter”.

Cosa pensa di Spalletti?
“Non ho mai avuto occasione di parlarci. Mi piacerebbe farlo. La sua Inter gioca un calcio moderno. Spalletti è un grande allenatore e l’anno prossimo i nerazzurri saranno protagonisti anche in Champions”.

Potendo quale giocatore ruberebbe all’Inter?
“Mi piace moltissimo Perisic. Ma credo piaccia anche a Spalletti. Poi, ci sono altri calciatori forti. Penso a Icardi, a Miranda”.

Lei ha preso il posto sulla panchina del Suning di Fabio Capello.
“Ero andato a studiarlo quando allenava la Juve. A quei tempi in bianconero c’era anche il mio amico Mutu. Il problema è che guidare una squadra in Cina non è semplice. E non è detto che un top ­manager funzioni. Devi resettare tutto, devi essere consapevole che non troverai giocatori pronti tecnicamente e tatticamente. Il mio lavoro è stato più che altro psicologico. Non capivo perché, ad esempio, il primo pallone toccato veniva lanciato alto in avanti. La risposta dei giocatori è stata: ‘Mister, non abbiamo qualità per fare possesso palla’. Ho risposto: ‘E chi lo ha detto? E comunque allora lavoriamo sulla qualità’. I calciatori cinesi, anche i più bravi, devono combattere le loro insicurezze. Però sono atleti incredibili. Vuole un esempio? Uno dei giovani della mia squadra ha dati cardiaci che non ho mai trovato da quando sono nel calcio. Potrebbe correre senza mai fermarsi per novanta minuti. E anche oltre”.

Cosa si dice in Cina di Mister Li?
“Niente. Del Milan sanno tutto mio figlio Antonio e mia moglie Claudia. Sono tifosissimi dei rossoneri da quando c’era Ancelotti in panchina e Kakà in campo. Carlo è una persona fantastica. L’ho conosciuto. Mio figlio Antonio è molto arrabbiato per il caso Donnarumma”.

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