6 Dicembre 2018

Paolo Sousa: “L’Inter si sta avvicinando alla Juventus. Mercato e società: ecco cosa manca ai nerazzurri. Su Icardi e Joao Mario…”

Il club nerazzurro procede nel suo percorso di crescita per cercare di ridurre il più possibile il gap dalla società bianconera
intervista sousa

Paolo Sousa, ex giocatore di Juventus e Inter, è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport in vista del derby d’Italia in programma nella 15esima giornata di Serie A. Una sfida cruciale per i nerazzurri, chiamati alla prova del nove contro la capolista del campionato italiano.

La partita delle partite:La metterei diversamente: mi pare di vedere che il calcio italiano si stia sforzando di migliorare, di proporre un gioco più offensivo, e questa partita può essere un segnale del cambiamento di approccio. A me piace il pragmatismo italiano del cercare anzitutto il risultato attraverso la ricchezza tattica, ma vent’anni fa tutti volevano giocare in A per la bellezza del suo calcio. E per me bellezza è difendersi bene, ma prima ancora esporsi per attaccare”.

L’anti Juve:Non una sola. Il Napoli, la Roma, anche il Milan e sicuramente l’Inter: ha un leader esigente come Spalletti e la Champions le ha permesso investimenti per far crescere la rosa dal punto di vista fisico, tecnico, di esperienza e mentalità vincente”.

La forza di Suning: “Ho capito, allenando in Cina, che per loro investire nel calcio italiano, che lì è il più seguito, era un mezzo quasi obbligato per accrescere la sua potenza”.

La posta in palio: “Non per la Juve, molto di più per l’Inter: può convincerla di poter tenere, in 90’ e poi in tempi relativamente brevi, il passo della Juve. La rosa che sta costruendo è per camminare un po’ alla volta in questa direzione. Non è solo questione di tempo: devi cambiare il meno possibile, anche a livello di club e di chi, nel club, conduce il progetto sportivo. L’Inter negli anni ha cambiato tanto, non so se la scelta di Marotta sia mirata in questo senso”.

Cosa manca ai nerazzurri:Un esterno forte, un cambiapartita: sinistro o destro, ma che salti l’uomo, rompa la pressione per andare fra le linee o a crossare. Perisic? Affidabile nelle due fasi: potenza, verticalità, calcio con i due piedi, può diventare anche una seconda punta. Ma l’esterno che dico io è più ‘puro’. Chiesa? Federico ha grande capacità esplosiva e l’uomo lo punta, sempre”.

Allegri o Spalletti: “Da allenatore ho sofferto di più Luciano: era più versatile nel decidere quale sistema di gioco usare, quanti giocatori destinare alle varie linee. La sua valorizzazione dei ragazzi che allena la vedo nella fase offensiva: con quella cercava di mettermi in difficoltà. Nelle partite contro Allegri eravamo sempre riusciti ad avere controllo nei cinque momenti che giudico fondamentali: organizzazione offensiva e difensiva, transizione a pallone perso e recuperato e calci da fermo. Però soffrimmo la capacità di fare la differenza dei suoi giocatori più forti”.

Le probabili mosse vincenti di Spalletti:La novità di Allegri, che è stata di Guardiola, è chiedere agli esterni di andare molto in mezzo al campo: fino a farli anche diventare mezzali, come si è visto con Cuadrado e Bernardeschi, che così possono fare addirittura più male. Come dicevo prima, oggi Spalletti è meno imprevedibile: sa cambiare, ma cambia meno. Ha un anno di lavoro in più e i giocatori che ha chiesto: questo ti dà forza. Così ora la sua Inter è più stabile, con un’idea di calcio più chiara e dinamiche diverse soprattutto sulle fasce». Un esempio? «Vecino: mi sforzai per convincerlo ­ lui non lo era ­ di poter arrivareaun livello alto. Con Spalletti sta perfezionando l’occupazione degli spazi: ha gamba, corsa e ora la possibilità di arrivare in area più spesso, soprattutto da destra”.

Icardi è l’uomo in più:Se mi piace? Molto, soprattutto vedere come interagisce con i compagni e gli avversari: per come sa capire i tempi di gioco e costruirsi quasi da solo le sue palle­gol, gli spazi per finalizzare, è uno dei migliori centravanti del mondo“.

La rinascita di Joao Mario:E’ cresciuto molto all’Europeo: difendendo come esterno, attaccando nei corridoi centrali. Gli manca l’ultimo step di maturazione, importante per il suo ruolo: aumentare il numero di gol e di assist”.

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