19 Ottobre 2017

Perisic ha dimenticato Mourinho ed ora vuole fare grande l’Inter

L'esterno croato è pienamente coinvolto nel progetto nerazzurro e vuole riportare l'Inter ai fasti di un tempo
In estate Ivan Perisic era stato vicino a lasciare l’Inter, ma alla fine è rimasto nella Milano nerazzurra. Secondo quanto riportato dall’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, la svolta definitiva è arrivata fine agosto quando di fatto è scomparsa la pista Manchester United. I Red Devils di José Mourinho, investono 165 milioni per Lukaku, Lindelof e Matic, ma quando si parla di Perisic, cercano di risparmiare, offrendo all’Inter 35 milioni più bonus. Il croato, deluso da Mou, riavvolge il nastro dell’estate ed apprezza i sacrifici fatti dal club di Corso Vittorio Emanuele per trattenerlo alla corte di Spalletti. Un ruolo importante lo nella permanenza del calciatore croato lo ha avuto proprio il tecnico di Certaldo che, sin dalla prima conferenza, ha definitivo il croato un “giocatore fortissimo, fondamentale in una squadra che vuole avere grandi ambizioni”, sottolineando la sua volontà di tenerselo stretto.
Sul campo Perisic fa parlare numeri, prestazioni e atteggiamento: gol e assist (per Icardi) alla prima di campionato con la Fiorentina; due assist (a Icardi e Vecino) nella tana della Roma; in gol contro Spal e Crotone; quindi l’assist-capolavoro per il momentaneo 2-1 di Icardi nel derby. Nell’anno solare 2017 sono complessivamente 11 gli assist, sei dei quali per Icardi, a testimonianza del fatto che l’intesa tra i due è ai limiti della perfezione.
Perisic è entrato nel cuore del popolo nerazzurro – continua La Gazzetta dello Sport – soprattutto per la predisposizione al sacrificio e a giocare prima di tutto per la squadra. E’ venuto giù lo stadio l’altra sera, minuto 20 di un derby delicatissimo: Inter in leggera difficoltà e Ivan che sconfina sulla fascia destra, lontanissimo dalla zona di competenza, per strappare di forza il pallone ai rossoneri e suonare una carica necessaria in quel momento. Insomma, va di vanga come un mediano puro quando serve, offre volate difensive anche di 60-70 metri e nei momenti di maggiore difficoltà è a lui che Spalletti si rivolge per ridisegnare anche tatticamente l’Inter. Senza contare l’incredibile apporto che dietro dà anche sulle palle ferme: domenica scorsa avrà liberato l’area non meno di 4-5 volte grazie a un tempismo fuori dal comune nel gioco aereo. Potenza straripante unita a una resistenza fisica da maratoneta, gli altri calano e lui sale di rendimento: i suoi tre gol sono non a caso arrivati al minuto 79 con la Fiorentina, all’87’ contro la Spal e al 90’ a Crotone. «Certe fiammate in fase di copertura sono un esempio per l’intera squadra — ha detto Spalletti — E’ la generosità dei campioni, è ciò che io chiedo a un capitano. Sì, perché ci devono essere più capitani in una squadra che ha ambizioni importanti.

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