16 Dicembre 2017

Pizarro: “Spalletti è il top player dell’Inter. Scudetto? Mi piace il gioco del Napoli”

Le parole dell'ex centrocampista nerazzurro sul Spalletti e la Serie A

David Pizarro, ex centrocampista di Inter e Roma, ha parlato a La Gazzetta dello Sport della corsa allo scudetto e dell’Inter di Spalletti. Ecco le sue parole: “Guarderò la Serie A finché non morirò: è un campionato che mi ha dato tanto. La squadra da battere resta la Juve: organico superiore a tutte le altre. Adesso però per il bene calcio italiano sarebbe importante che squadre come Napoli, Roma o Inter riuscissero a spezzare la serie bianconera. Amo il calcio che fa il Napoli, perché sono un romantico: bado molto alla qualità. Alla Fiorentina con Montella abbiamo messo in campo un gioco simile a quello di Sarri, spero che a fine anno a festeggiare siano gli azzurri”.

Luciano è un fenomeno, un fuoriclasse dei tecnici. Lo dico perché lo conosco e so quanto sia ampio il merito di aver plasmato un’Inter così forte, a sua immagine e somiglianza. Il vero top player nerazzurro è Spalletti. È il tecnico più meticoloso che abbia mai avuto: Luciano cura ogni singolo dettaglio, a cominciare dagli allenamenti. Fa gruppo in fretta e ovunque vada vuole sempre esprimere un calcio brillante. A Milano ci sta riuscendo alla grande. L’Udinese è un club che stimo tanto, mi ha fatto crescere come persona e come calciatore. La qualificazione in Champions del 2005 con Spalletti è stato un momento storico per la società e per me. Sei anni non si dimenticano in fretta. E poi a Udine sono nati i miei due figli Montella? Non avrei mai pensato a un epilogo del genere. Vincenzo ha qualità, le colpe non sono tutte sue: il club non lo ha aiutato sul mercato o quando è stato indicato dai tifosi come principale responsabile del momento no del Milan“.

Roma senza Totti? Perdere uno dei giocatori più forti al mondo non è mai facile e quest’anno si è visto contro Genoa e Chievo, dove i giallorossi si sono incartati. Con Totti, i tre punti sarebbero arrivati. Penso che Francesco avrebbe voluto continuare a giocare. Non so perché abbia smesso. Ora fa quasi effetto vederlo ogni domenica in tribuna. Futuro in Italia? Sicuramente. Studierò a Coverciano per prendere il patentino di allenatore. È una promessa. E gli italiani sanno che io le promesse le ho sempre mantenute“.

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