3 Settembre 2015

Melo “Essere cattivo è la mia forza. Darò tutto a partire da stasera”

Si è appena conclusa la presentazione dei due nuovi arrivati in casa nerazzurra: Felipe Melo e Alex Telles. Il brasiliano ex Juventus e Fiorentina racconta il suo stato d’animo facendo capire subito che i suoi punti di forza sono la cattiveria agonistica e la personalità. Ecco l’intervista al numero 83. Ciao Felipe durante questa sessione […]
alex telles inter juve

Si è appena conclusa la presentazione dei due nuovi arrivati in casa nerazzurra: Felipe Melo e Alex Telles.
Il brasiliano ex Juventus e Fiorentina racconta il suo stato d’animo facendo capire subito che i suoi punti di forza sono la cattiveria agonistica e la personalità.

Ecco l’intervista al numero 83.

Ciao Felipe durante questa sessione di mercato hai mai temuto di non arrivare all’Inter?
“Io credo che la porta che Dio apre nessuno chiude. Quello che deve succedere poi succede. Non ho mai avuto paura, ero tranquillo mentre lavoravo li in attesa di questa opportunità”.

Si parla di te come di un giocatore di carisma, un cattivo, non ti senti sminuito?
“No, per niente, io sono così, è la mia caratteristica, è la mia forza”.

Che Inter trovi, che idea ti sei fatto di questa squadra che è stata rivoluzionata?
“Io trovo un’Inter piena di fame, che vuole vincere i campionati. Quando ero in Italia l’Inter vinceva sempre, è un piacere essere in una squadra abituata a vincere. Qui hanno giocato i miei idoli come Veron e Simeone”.

Cosa pensi di poter dare tu all’Inter? Può questa squadra competere con Juve e Roma?
“Io penso di poter dare una mano a questo club. Credo che l’Inter sia una squadra che in ogni torneo a cui partecipa sia favorita, poi il tempo e il campo diranno cosa possiamo fare. È un big club che deve pensare sempre a vincere”.

C’è da parte tua un po’ di voglia di rivincita nei confronti della Juventus? Dove nasce la tua grande passione per Gary Lineker?

“Mio figlio si chiama Lineker perché è un nome che piaceva a mio padre. Quando è nato mio fratello ho detto a mio padre di non chiamarlo Lineker perchè volevo chiamare mio figlio così, ma non c’entra col giocatore. Io penso sempre al presente e al futuro e perché sia bello devo lavorare nel presente. Penso di fare bene qui, quello che è successo è successo. Nel Galatasaray ho vinto tantissimo, parando anche un rigore (sorride) e voglio far la storia anche qui”.

Come stai dal punto di vista della condizione? Sei pronto in chiave derby?

“Io sono più indietro rispetto ad Alex perché sono tornato 20 giorni dopo. Ho giocato 25 minuti nell’ultima partita però mi manca qualcosa, credo che per il derby sarò pronto”.

Hai detto di essere contento di essere definito un duro. Ti raccomanderesti per il Fantacalcio visti il passato di cartellini che hai avuto qui?

“Un giornalista prima di fare questa domanda dovrebbe prima dire che Felipe Melo l’anno scorso non ha mai preso un cartellino rosso, è questo ciò che conta. Il passato è dimenticato, una persona matura con il passar del tempo, io non sono più il bambino di 5-10 anni fa e ogni anno miglioro caratterialmente. Le ammonizioni ci saranno sempre, non penso due volte prima di fare un fallo tattico, è la mia forza, gioco a centrocampo e se devo fermare un avversario diretto in porta lo fermo senza esitare”.

Perché hai scelto il numero 83?

“Come molti di voi anche io sono cristiano. Ho scelto questo numero perchè l’8 è la mia data di nascita e l’infinito e 3 è per la Trinità: padre figlio e spirito santo”.

Ti trovi meglio in un centrocampo a 2 o a 3?

“Io penso di giocare, 2 o 3 è uguale. Io penso a fare bene”.

Roberto Mancini ti ha voluto per la tua forte personalità. Pensi che all’Inter mancasse carattere? Ti senti un carico maggiore sulle spalle da portare anche fuori dal campo?

“Sull’aspetto caratteriale avere 5-10 giocatori con personalità è tanta roba. Io sono quei per aiutare, mi aspetto di essere leader dentro e fuori dal campo. Non sono meglio di nessuno ma posso dare una mano a questa squadra giovane e al club che magari mi aiuterà a tornare in nazionale. Per questo motivo sono tornato”.

I tifosi di San Siro apprezzano molto chi dà tutto per questa maglia. Pensi di poterli conquistare già dal derby?

“No, penso di doverli conquistare già da oggi perchè c’è una partita alle 7 (Lecco-Inter). Il derby sarà importante, penso di fare la storia qui come ho fatto con il Galatasaray. Quando sono arrivato li (in turchia ndr), volevo entrare nella storia e per farlo devi vincere qualcosa. Qui ho le stesse aspettative per entrare nel cuore del tifoso interista”.

Perché l’Inter ha fatto bene a prendere Alex Telles? Sneijder vi ha detto qualcosa sull’ambiente nerazzurro?

“Credo che Alex sia un giocatore con un sinistro magico, poi è giovane e ha prospettive importanti. Lui ha voglia di vincere e di andare in nazionale, per questo credo sia un vincente. Più giocatori vincenti ci sono meglio è. Con Wesley non ci siamo detti molto,  mi ha fatto un in bocca al lupo e io ho risposto ‘crepi’ “.

Si dice in Turchia che i tifosi del Besiktas ti abbiano minacciato con la pistola.

“Questo è un problema che hanno i turchi, la bugia è un problema incredibile li. Non ho mai avuto problemi li, amo il popolo turco, amo quella città e quel paese. Mia moglie è stata bene, abbiamo tanti amici e piangeva quando ci siamo trasferiti. Tornerò per rivedere quella gente e i miei amici quando avrò del tempo libero. Il resto sono tutte bugie”.

Hai detto che diverse volte sei stato vicino all’Inter ma poi qualcosa non è andato. Ci racconti? 

“Quando sono stato alla Fiorentina abbiamo fatto anche un pre-contratto, mi voleva fortemente Mourinho. Poi non so perchè la trattativa si è arenata. Dopo il primo anno al Galatasaray se ne era nuovamente parlato, poi il tempo è sempre di Dio e anche e ora 5-6 anni dopo son qui”.

Come ti vedi in coppia con Kondogbia?

“Lui è giovane, l’ho visto in Champions l’anno scorso e una partita con l’Inter. Ha una prospettiva importante e ha già un grande nome, possiamo fare cose importanti ma non possiamo farlo solo a parole. Dobbiamo lavorare e mantenere le promesse sul campo”.