8 Novembre 2016

Simoni: “Il mio era un calcio pragmatico. De Boer pensa a giocar bene, ma il risultato?”

L'ex allenatore Simoni prima critica de Boer ma poi lo difende, accusando il calcio odierno di aver poca pazienza
intervista simoni

Sempre pronto a parlare di calcio e soprattutto della sua Inter, l’ormai ex allenatore Gigi Simoni risponde alle domande de La Gazzetta dello Sport sul suo calcio e sulla poca lungimiranza che accompagna il lavoro degli allenatori:

Si offende se diciamo che lei è stato un fautore del calcio essenziale?
“Non mi offendo se mi consente di cambiare aggettivo: diciamo pragmatico. E se non dimentica che io giocavo con tre punte, e un centrocampista era quasi sempre una mezza punta. Per me buona difesa e risultato erano leggi, ma le mie squadre cercavano il gol e per quanto possibile cercavo di abbellire il gioco”.

Lo farebbe anche oggi?
“Oggi forse si esagera addirittura, con il pragmatismo: per pensare al risultato a volte non si abbellisce neanche quello che sarebbe possibile abbellire”.

Dunque chiederle se in Italia si bada più al bello o al risultato è una domanda retorica?
“Fare un buon calcio e perdere non piace a nessuno: non ci trovo nulla di scandaloso. E penso che qualunque intransigenza, anche quella degli oltranzisti del calcio solo offensivo, diventa utopia. Le faccio l’esempio De Boer: l’ho sentito più di una volta dire “Oggi abbiamo giocato meglio noi”. Ammettiamo che fosse vero: a cosa gli è servito, se ha fatto così pochi punti? Se non ha potuto non dico completare, ma quasi neanche porre le basi del suo progetto?”.

Nel nostro campionato ci sono oltranzisti?
“No, perché in Italia se non vinci sei scarso: punto. E comunque quelli che dicono che se giochi bene vinci di sicuro le partite sono in ogni caso una minoranza”.