4 Ottobre 2016

Tremolada ricorda il passato nerazzurro: “All’Inter vissuti anni bellissimi”

Il fantasista della Virtus Entella Luca Tremolada ha raccontato il suo passato all'Inter

Tra i migliori talenti passati dalle parti del ricco settore giovanile nerazzurro, Luca Tremolada, ora in forza alla Virtus Entella, ha affidato ai microfoni di Gianlucadimarzio.com i ricordi migliori della sua esperienza con la maglia dell’Inter“All’Inter ho trascorso anni bellissimi, facendo tutta la trafila delle giovanili fino alla prima squadra. Non dimenticherò mai la prima panchina in Champions a 16 anni a Cipro contro l’Anorthosis. Sono ancora molto amico con Caldirola e seguo tutti gli altri miei ex compagni: voglio cercare di riprenderli visto che giocano quasi tutti in Serie A ed io negli ultimi tempi mi sono un po’ perso. Lo spogliatoio della prima squadra l’ho vissuto poco ma era uno spettacolo incredibile: ovunque ti giravi eri circondato da campioni. E poi il fascino di Mourinho era indiscutibile: lui era il padrone di tutto. Che emozione sentir pronunciare il proprio nome da lui durante la prima amichevole con loro. Io il pupillo di Mourinho? No, non è vero… C’erano giocatori come Obi, Destro e Caldirola che erano più nel giro rispetto a me. Quel che è certo però è che ero considerato un giocatore di qualità, in me vedeva qualcosa di speciale. Sicuramente i piedi buoni non mi sono mai mancati”.

Lasciata la Pinetina nel 2012 per passare al Como, il fantasista classe ’91, ha vissuto numerosi bassi e pochi alti: “Quando lasciai l’Inter non riuscii ad esprimermi al massimo soprattutto per colpa mia: sai, quando vieni dall’Inter magari il tuo approccio è sbagliato, pensi sia tutto dovuto, non hai la mentalità giusta. Certo, a mia discolpa posso dire che a volte coi giovani in Italia il talento non viene supportato, anzi, ma principalmente fu colpa mia. Ora, a 24 anni, voglio far bene ed arrivare più in alto possibile. E sognare, perché no: dopotutto ho una testa completamente diversa rispetto a prima. Oggi devo ringraziare in particolare Capuano e l’Arezzo per aver creduto in me: grazie a loro ho cambiato mentalità soprattutto nella quotidianità”.