18 Aprile 2016

Vecchi e la Juventus, capitolo 2°: “Dovrebbero accettare le mie scuse”

L'allenatore della Primavera dell'Inter ritorna sulla polemica della finale di Tim Cup: "Le mie sono state dichiarazioni a caldo uscite a fine partita"
primavera inter-udinese

Continua a tenere banco la vicenda tra Stefano Vecchi e la Juventus. Il tecnico della Primavera dell’Inter, protagonista per un diverbio con la panchina bianconera scoppiato alla fine della finale di Tim Cup, torna nuovamente a parlare dell’argomento, ospite di “Monday Night”, in onda su Sportitalia. L’allenatore dei baby nerazzurri ha risposto a diverse domande, di cui diverse legate al post partita di San Siro.

Vuole parlare dello stile della Juventus?
“No. Le mie sono state dichiarazioni a caldo uscite a fine partita, e le polemiche sono poi continuate dopo il triplice fischio. Io ho sbagliato a dire certe cose, perché credo che tutto debba finire al 90′, invece si è continuato con polemiche inutili”.

Vuole chiedere scusa al club bianconero?
“Sicuramente. E sarebbe giusto che loro accettassero le mie spiegazioni, al contrario di quanto accaduto a fine partita. Questo mi ha dato fastidio. Io ce l’avevo con l’assistente dell’arbitro, non con Grosso che è un bravo allenatore e una persona che stimo. Per cui mi ha sorpreso il suo comportamento e di questo mi sono risentito, non sicuramente per quello che la società rappresenta e per tutto ciò che ha dimostrato di essere in questi ultimi anni di calcio. Mi sono rivolto al guardalinee in modo vivace per un calcio d’angolo inesistente assegnato al 94′”.

Grosso le ha detto di vergognarsi nel momento della stretta di mano?
“Ma sì, non cambia… Credo ci si debba spiegare perchè è nato tutto da un equivoco”.

Quale sarà il suo futuro?
“Ho ancora un anno di contratto con l’Inter e mi trovo benissimo in questa società”.

Qualora arrivasse un’offerta interessante dalla Serie B, cosa potrebbe succedere?
“Si vedrà. Ne parleremo”. 

Le dispiace quando la società vende alcuni dei suoi ragazzi per le trattative riguardanti la Prima Squadra?
“No, vuol dire semplicemente che la Prima Squadra fa affidamento sul nostro lavoro”.