27 Aprile 2019

Vieira: “Inter-Juve sarà una battaglia. Mourinho? Con lui sai tutto degli avversari, Balotelli può tutto. Sogno di allenare in A”

Il centrocampista francese si è concesso ai microfoni de La Gazzetta dello Sport in qualità di doppio ex della sfida

In vista della super sfida tra Inter e Juventus in programma questa sera a San Siro alle ore 20.30, La Gazzetta dello Sport ha intervistato in esclusiva Patrick Vieira, in qualità di doppio ex della partita: l’ex centrocampista francese, dopo una sola stagione in bianconero, passa ai nerazzurri nell’estate del 2006 vincendo nella sua esperienza milanese ben 3 scudetti e 2 supercoppe italiane.

Ecco le sue parole: “Lo seguirò con attenzione. La Juventus è la società più strutturata tra quelle dove ho giocato. Dalla dirigenza ai tifosi, tutti hanno chiaro il ruolo. E i giocatori sanno di venire dopo l’istituzione. E’ una forza che permette al club di restare ai vertici. Da Torino me ne andai subito, ma a fine carriera non volevo giocare in B. Ho avuto la fortuna di andare all’Inter, un club più familiare ma che manca di rigore. C’è molta rivalità ad ogni livello che spesso sfocia in belle partite. Tutti hanno voglia di giocarla e vincere”.

L’analisi della gara: “Sarà una battaglia. Nessuno vuole perdere. In ballo c’è pure l’onore, in campo e sugli spalti. Magari l’Inter rischia di più, ma la Juve non farà la distratta”.

Il dominio della Juventus in Italia: “Capita pure in Francia con il Psg, in Spagna con il duo Real-Barcellona, in Germania con il Bayern. La Juve lavora meglio, si rinforza bene. Il Milan paga la ricostruzione, l’Inter non si è ripresa dai tempi di Mourinho. Ma in genere, in Italia siragiona troppo sul breve periodo. Se va male al primo anno, si azzera. Per costruire invece serve tempo”.

I tecnici avuti in carriera:Capello era rigoroso e non faceva differenze tra Ibrahimovic, Del Piero o un giovane. Contava la squadra. Di Mancini, la passione che trasmette per il calcio. Di Mourinho, la cura del dettaglio. Con lui sai tutto degli avversari. Wenger ci dava fiducia e libertà, togliendoci pressione. Di Pellegrini, calma, stabilità, serenità”.

Balotelli: “Quando sono arrivato a Nizza, Mario pensava già ad altro. Abbiamo provato a lavorare insieme, ma ci ha messo tempo per tornare in forma e forse la squadra non l’ha aiutato. Mi aspettavo desse di più in campo e fuori. Alla fine abbiamo deciso insieme che era meglio andasse. A Marsiglia ha trovato una squadra più adatta. Sono felice per lui. Può tornare in Nazionale? Balotelli può tutto, ma dipende da lui. Il talento ce l’ha, ma deve lavorare di più”.

Futuro in Italia:Qui a Nizza c’è un progetto interessante che voglio costruire nel tempo. Però amo la cultura calcistica italiana. Il mio sogno è di allenare le squadre dove ho giocato”.

 

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