9 Aprile 2018

Zanetti: “Mourinho era il nostro condottiero. 5 maggio? Da lì è nato il Triplete. Il capitano deve parlare poco”

Parla l'ex capitano nerazzurro, ricordando il tecnico del Triplete e spiegando il ruolo di capitano

L’ex capitano dell’Inter Javier Zanetti, attualmente vicepresidente del club, ha parlato al Forum dei Talenti a Malpensa spiegando il ruolo e la sua esperienza da capitano, ricordando Mourinho ed il periodo del Triplete e tornando sull’eliminazione dal Mondiale dell’Italia contro la Svezia. Ecco le sue parole.

Inter, parla Zanetti: Mourinho, il 5 maggio, la fascia di capitano e Italia-Svezia

MOURINHO – “Mourinho era il nostro condottiero, molto preparato, un uomo con una grande capacità, anche nell’attraversare i momenti diversi della stagione – ha dichiarato l’argentino in merito allo Special One – Nonostante quello che la gente possa credere, è una persona molto aperta, che parla. Con me ad esempio parlava tantissimo, perché ero il capitano. Ci sentiamo ancora, abbiamo un ottimo rapporto, è stato lui a far fare all’Inter il salto di qualità verso il successo. Curava i minimi dettagli, perché ad alti livelli sono i dettagli a fare la differenza”.

5 MAGGIO – “Per vincere bisogna saper perdere. Tutte le grandi vittorie nascono da grandi sconfitte. I momenti di difficoltà rendono una squadra più forte. Avevamo Ronaldo, un fenomeno, la partita non è andata in maniera positiva, abbiamo perso un campionato. Quelli che sono rimasti, sono rimasti più forti. Non è vero che dobbiamo cancellare il 5 maggio, perché dal 5 maggio è nato il Triplete”.

FASCIA DI CAPITANO – “La prima cosa è il rispetto che tu devi avere per i compagni e per tutte le persone che stanno facendo un percorso insieme a te. A me la fascia da capitano è stata data quando ero giovane, l’ho sempre indossata con onore e orgoglio, i compagni mi rispettavano per quello che ero, al di là della fascia. Perché la fascia non mi ha cambiato, è giusto così, non deve cambiare la tua maniera di essere e la tua essenza. Anche nei momenti di difficoltà, il capitano deve indicare la strada e cercare di risolvere i problemi insieme al gruppo. È la persona che ti guida. Penso che un capitano debba parlare poco e fare vedere tanto”.

ITALIA-SVEZIA – “Io ho tre figli, sono tre figli italiani. La sera di Italia-Svezia ero a San Siro con i due maschi, loro indossavano la divisa della Nazionale italiana, alla fine piangevano entrambi. È davvero dura spiegare a due bambini perché l’Italia non giochi il Mondiale. Può darsi, però, che questa sconfitta possa servire per far ripartire il calcio italiano”.

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