3 Maggio 2015

PREPARATI AL MATCH – Tutto su Inter-Chievo

Dopo la conquista del tricolore da parte della Juventus con la vittoria a Marassi, la 34esima giornata di Serie A offre all’Inter la possibilità di avvicinare ulteriormente la zona Europa League, lontana solo due punti, e di continuare nella striscia positiva iniziata con il triste pareggio casalingo col Parma nel sabato santo e proseguita con un altro pareggio nel derby e tre vittorie (con Verona, Roma e Udinese). Di fronte gli uomini di Mancini si troveranno il Chievo, giunto alla sua tredicesima salvezza matematica nella massima serie: i gialloblu sono arrivati a quota 40 punti grazie al successo contro il Cagliari nell’ultimo incontro di campionato e possono già programmare il mercato per la prossima stagione, con la conferma di Rolando Maran in panchina. Per i nerazzurri la posta in palio è molto alta, soprattutto in ragione dei difficili impegni delle dirette concorrenti per la qualificazione nella seconda competizione continentale.

LA STORIA – 15 dicembre 2001: nella prima stagione di Hector Raul Cuper a Milano e nel primo campionato in Serie A del Chievo spicca l’incontro tra le due compagini alla 14esima giornata di andata. Gli ospiti riescono nell’impresa di sbancare San Siro e di portarsi in testa alla classifica, grazie alle reti di Corradi e Marazzina, che rendono vana la realizzazione di Vieri e fanno sognare il piccolo quartiere di Verona portato in gloria da Del Neri e dal suo straripante gioco sulle fasce. Da quel 2001 i gialloblu conoscono per una sola stagione la serie cadetta e danno dunque luogo ad altri 11 match contro i nerazzurri: nel bilancio totale quello sopracitato rimane comunque l’unico successo clivense a Milano, a cui seguono otto vittorie del ‘Biscione’ e tre pareggi. Particolarmente ricchi di gol sono i tre Inter-Chievo a cavallo tra il 2006 e il 2010, terminati tutti con i tre punti a favore dei padroni di casa: 4-3, 4-2 e di nuovo 4-3 i risultati finali, con mattatori giocatori del calibro di Stankovic, Crespo, Milito, Ibrahimovic, Cambiasso per i nerazzurri e Pellissier per il Chievo.

IL PRESENTE – Come già accennato l’Inter-Chievo di oggi ha un particolare significato quasi solo ed esclusivamente per gli uomini in nerazzurro: l’Europa League, dopo la sconfitta della Samp, è a portata di mano, ma per presentarsi al meglio alle sfide con Lazio, Juventus, Genoa ed Empoli è necessario ottenere i tre punti con i gialloblu. Mancini è della stessa opinione, come ribadito ieri in conferenza stampa, ma sa benissimo che i suoi undici dovranno partire molto meglio di come hanno terminato la sfida di Udine: cattiveria agonistica, voglia di mettere sotto l’avversario e coraggio nelle conclusioni e nelle giocate degli ultimi 20 metri saranno gli ingredienti per portare a casa i tre punti. Di fronte c’è una squadra che ha poco da chiedere ma probabilmente qualcosa ancora da dire e che soprattutto può vantare di avere sì il peggior attacco del campionato (25 gol segnati) ma anche la quarta difesa meno battuta della Serie A (33 reti subite): soprattutto in partite come quelle di oggi c’è da sperare nella buona vena degli avanti nerazzurri.

LE FORMAZIONI – Mancini non può contare su i soliti Jonathan, Dodò, Campagnaro e Andreolli, ma l’emergenza in difesa rientra dopo le squalifiche di Ranocchia e Juan Jesus, che torneranno al loro posto accanto a D’Ambrosio e Vidic davanti ad Handanovic. A centrocampo il tecnico di Jesi conferma il trio Brozovic, Medel, Guarin, relegando in panchina Gnoukouri e soprattutto Kovacic; dietro le punte spazio ancora all’ottimo Hernanes, mentre in avanti l’unica certezza è Icardi, con Palacio e un redivivo Podolski a contendersi l’ultima maglia da titolare. Chance di entrare dalla panchina a gara in corso per Shaqiri. Maran conferma il 4-4-2 che ha portato il Chievo alla salvezza anticipata: dunque in porta gioca Bizzarri; davanti a lui la linea difensiva sarà composta da un inedito Schelotto (Zukanovic è squalificato), Dainelli, Cesar e Frey; a centrocampo spazio a Birsa, Izco, Radovanovic ed Hetemaj; in avanti il tandem Paloschi-Meggiorini.

di Gianluigi Valente