26 Novembre 2012

L’Inter a Parma: difficoltà di un campo ostico

di Giorgio Crico.

Tra poco il Biscione scenderà in campo in quel di Parma per affrontare i Ducali, compagine tradizionalmente difficile per i Nerazzurri. La squadra di Donadoni è una delle rivelazioni positive della serie A e, al momento, è decima ma a soli due punti dalla settima piazza, occupata dal Catania a quota 19. Il Tardini, tempio gialloblù, è uno stadio in cui è sempre complicato andare a giocare, ne sa qualcosa la Roma di Zeman, travolta in un?arena formato piscina, e la stessa Inter, che nella penultima giornata della scorsa stagione ha rimediato una sconfitta meritata che ha sancito il definitivo addio di Lucio alla Beneamata.

LA DIFESA ? Stramaccioni, dopo averla rispolverata già col Cagliari a causa della nera emergenza in cui versava il reparto, potrà riproporre stasera il terzetto titolare formato da Juan Jesus, Ranocchia e Samuel. L’italiano non è al meglio, lo si è visto anche a Kazan, tuttavia Silvestre, come al solito, non dà garanzie sufficienti a motivarne l’impiego, soprattutto dopo il disastro di Bergamo. Il Parma proporrà in avanti, probabilmente, Biabiany e Amauri (in ballottaggio con Belfodil): l’ariete brasiliano, data la sua scarsa rapidità, dovrebbe essere ben limitato dai tre difensori nerazzurri. Il francese potrebbe rivelarsi una minaccia, a causa della sua velocità: la mossa migliore che Strama possa fare per limitarlo è farlo raddoppiare costantemente dagli esterni di centrocampo perché, una volta pressato, il n°7 gialloblù perde lucidità. IL CENTROCAMPO ? Sarà fondamentale il filtro del middle-field; non bisognerà perdere palloni in mezzo al rettangolo verde affinché Biabiany non possa essere lanciato in campo aperto, dove potrebbe far male: Valdes e Marchionni, in assenza di Parolo gli unici ducali in grado di poter costruire delle geometrie degne di nota, dovranno essere guardati a vista da Cambiasso e Guarìn, pronti ad aggredirli per poi cercare gli esterni Pereira e Zanetti. Proprio le due ali sudamericane dovranno essere innescate per poter mandare in crisi la retroguardia a tre di Donadoni, altrimenti Palacio e Milito rischiano di soccombere nell’inferiorità numerica di un 3 contro 2. L’ATTACCO ? Proprio l’attacco dovrà compiere un lavoro certosino di sfiancamento del pacchetto arretrato parmense, i delanteros argentini avranno il non facile compito di non dare ai difensori avversari alcun punto di riferimento, in modo da poter aprire la scatola gialloblù. Forse, rispetto al solito, sarebbe bene che l’Inter cercasse un po’ di più la conclusione da fuori, data anche l’assenza dell’imprevedibilità normalmente fornita da Antonio Cassano: il solo Guarìn non basta per poter prendere davvero d?assedio la porta di Mirante, e lo stesso Milito ha abbondantemente dimostrato di essere perfettamente in grado di finalizzare anche da fuori area. In alternativa, probabilmente il modo migliore per far male al Parma sfruttando le caratteristiche proprie delle punte nerazzurre dovrebbe essere servirle in velocità con dei filtranti verticali o dei cross bassi ma molto tesi, in modo da infastidire moltissimo i lenti Paletta ? Lucarelli ? Zaccardo, più adatti allo scontro fisico che non ai duelli in corsa. In definitiva, l’Inter si appresta a giocare un match difficile e dall’esito difficilmente scontato; oltre alla tradizione, infatti, Stramaccioni dovrà fare i conti anche con degli avversari che si schiereranno con un modulo speculare al suo. Tuttavia, la squadra di Donadoni non è imbattibile e soffre particolarmente la velocità… dunque il mister metta le ali ai suoi, in tutti i sensi!