7 Ottobre 2012

Milan-Inter: è un derby thriller

di Gianluigi Valente

Più dei pronostici, più del passato, più dei tifosi, se c’è qualcosa da cui stasera dobbiamo aspettarci una pesante voce in capitolo, quel qualcosa è il campo: Milan-Inter figura sì come il big-match della settima giornata di campionato, ma è soprattutto la partita delle risposte, del ‘dentro-fuori’ e di un sogno chiamato competitività. Già perché se fino a un anno fa avremmo parlato di uno scontro stellare per il prestigio degli uomini in campo, ora i tempi ci costringono di parlare di uno spettacolo dovuto quasi esclusivamente al blasone storico della sfida. E questo non piace a nessuno. Così, in un periodo di passaggio come quello che stiamo vivendo, l’attesa per un match del genere è finalizzata soprattutto a rendersi conto di quanto manca per colmare il gap dalle squadre che stanno dimostrando di avere delle cartucce in più da sparare (vedi Juventus e Napoli). Ciò non equivale a sminuire il senso di una gara importante come la stracittadina: essa rimane comunque l’evento dell’anno per molti tifosi e vedrà nascere sempre le stesse tensioni sportive e le stesse pulsioni anche fra cento anni, ma è innegabile che sarà un derby diverso dal solito. Vediamo il perché.

LA SITUAZIONE – Dopo un mercato all’insegna del cambiamento radicale, per Inter e Milan l’inizio di stagione non è stato affatto una passeggiata. I problemi dei nerazzurri sono ancora due: il primo è rappresentato dalla continuità dei risultati; il secondo dall’incapacità di vincere, se si eccettua il match con la Fiorentina, in quelle gare dove è necessario fare anche la partita. E se tutto sommato la prima questione è risolvibile solo col tempo e con l’abitudine, lo stesso non si può dire della seconda, dato che non è un caso che la squadra di Stramaccioni abbia ottenuto tutti i successi di questa stagione giocando prevalentemente di rimessa. Il Milan invece non solo presenta tra i suoi 24 convocati ben 10 novità, ma ha dovuto veder partire Ibra, Thiago Silva e i senatori. E se è vero che il senso di una rivoluzione non è l’atto in sé ma tutto ciò che viene dopo, possiamo dire che la ricostruzione è tuttora nel pieno del suo essere. Basti pensare che Allegri potrebbe mandare in campo i suoi con un modulo provato per la prima volta a San Pietroburgo mercoledì scorso: ciò è indice del fatto che i rossoneri siano ancora alla ricerca di risposte che, ovviamente, non possono arrivare in un mese di campionato. In tutto questo, bisogna comunque fare i conti con la classifica e con gli obiettivi da raggiungere, con una Juventus e un Napoli che vanno a 1000, con l’Europa che ci emargina. Il tempo serve sì, ma stringe pure.

QUI MILAN – Come già anticipato, le ultime notizie parlano di un Milan in versione 4-2-3-1. Allegri dovrà rinunciare agli infortunati storici Strasser, Muntari, Pato, Didac Vilà e Mesbah, ma avrà a disposizione quanto meno gli stessi titolari della partita contro lo Zenith. Probabilmente Abate non farà parte dell’undici iniziale, a favore di Daniele Bonera e soprattutto dell’inserimento di Yepes; insieme a loro il quartetto difensivo sarà composto da Zapata e De Sciglio. A centrocampo il mister toscano schiererà Montolivo e De Jong, i quali copriranno le spalle a Boateng, El Shaarawy ed Emanuelson, pronti a suggerire alle spalle di un quasi ritrovato Bojan (favorito su Pazzini).

QUI INTER – Tra le fila nerazzurre c’è invece il gradito ritorno di Rodrigo Palacio: l’argentino siederà in panchina, ma è pronto a dare il suo contributo per uno spezzone di gara. Confermata la difesa a tre con Samuel, Ranocchia e Juan Jesus che bene ha fatto con Torino, Chievo, Fiorentina e Nefcti, Stramaccioni ha un unico dubbio: Coutinho-si o Coutinho-no? La riserva sul trequartista influenzerà anche le scelte riguardanti il centrocampo, perché nel caso in cui dovesse scendere in campo il piccolo brasiliano di sicuro uno tra Guarin e Gargano andrebbe in panca. In mediana, infatti, sono sicuri del posto Zanetti e Nagatomo sulle fasce e Cambiasso centrale: resterà da chiarire se vedremo una linea a 4 o a 5. In avanti, in ogni caso ci sarà il tandem Cassano-Milito.

LA PARTITA – Difficile prevedere a quale tipo di partita o a quale leitmotiv tattico assisteremo: Milan e Inter, infatti, non hanno dimostrato di amare una raffinata costruzione del gioco, ma possono agire molto bene in contropiede. Entrambe si affidano a giocatore brevilinei e veloci: El Shaarawy, Bojan, Emanuelson e Boateng da un lato e Coutinho e Cassano dall’altro sono gli uomini che possono cambiare le sorti del match con uno scatto, un dribbling o un assist al bacio. Di sicuro nel determinare il risultato finale sarà fondamentale la solidità difensiva dei due team. L’Inter con i suoi tre arcigni centrali e una buona diga di centrocampo è apparsa in netta crescita in questo senso, mentre il Milan ha faticato molto nelle ultime uscite soprattutto per la scarsa forma fisica dei suoi terzini, che oltre a proporsi dovranno essere bravi a contenere. Ci sentiamo inoltre di affermare che, in un momento in cui nessuna delle due squadre sembra essere una corazzata invincibile, anche i cambi potranno influenzare il corso della gara: per questo ci si aspetta molto anche da chi sarà chiamato in causa a gara in corso, ovvero dai vari Pazzini, Nocerino, Palacio e Guarin, abili (soprattutto gli ultimi tre) a spezzare il ritmo. Nonostante sia un derby leggermente ridimensionato rispetto agli altri, non dovrebbe comunque mancare la buona dose di spettacolo che contraddistingue partite del genere. Per questo, l’appuntamento è a San Siro alle 20.45!